San Pantaleone, era un cristiano, medico personale del cesare Galerio, che subì il martirio durante le persecuzioni di Diocleziano: patrono dei medici (insieme ai santi Cosma e Damiano) e delle ostetriche. Viene venerato in Oriente per avere esercitato la sua professione di medico senza chiedere in cambio alcun compenso.
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Pantaleone nasce nel III secolo a Nicomedia (antica città, si trovava nell’attuale Turchia) e secondo la tradizione agiografica, era figlio del pagano Eustorgio, uomo molto ricco di Nicomedia, e di Eubula, che lo educò al cristianesimo: successivamente, si allontanò dalla religione ed studiò medicina, arrivando a diventare medico di Galerio.
Ritornò al cristianesimo grazie al prete Ermolao che gli garantì la capacità di guarire ogni male nel solo nome di Cristo: di ciò fa esperienza lo stesso Pantaleone, il quale, dopo aver visto risuscitare alla sola invocazione dei Cristo un bambino morto per il morso di una vipera, si fa battezzare.
La guarigione di un cieco, che si era rivolto a lui dopo aver consumato tutte le sostanze appresso ad altri medici, provoca la guarigione spirituale e la conversione sia del cieco che del papà del santo. Alla morte del padre, Pantaleone, distribuì il patrimonio ai servi e ai poveri e diventò il medico di tutti. Suscitando per l’esercizio gratuito della professione l’invidia e il risentimento dei colleghi e la conseguente denuncia all’imperatore (era il periodo delle persecuzioni di Diocleziano).
L’imperatore cercò di risparmiarlo e infatti fece di tutto per persuaderlo a rinnegare la sua fede.
Pantaleone, però, confessò apertamente il suo amore per Cristo e, per mostrare di essere nel giusto, risanò un paralitico: ciò nonostante, egli fu dapprima condannato al rogo, ma le fiamme si spensero, poi ad essere immerso nel piombo fuso, ma il piombo si raffreddò miracolosamente; a questo punto Pantaleone fu gettato in mare con una pietra legata al collo, ma il masso prese a galleggiare; poi venne dato in pasto agli animali, ma le belve che avrebbero dovuto sbranarlo si misero a fargli le feste; fu poi legato ad una ruota, ma le corde si spezzarono e la ruota andò in frantumi. Si tentò anche di decapitarlo, ma la spada si piegò e gli aguzzini si convertirono. Pantaleone pregò Dio di perdonarli, motivo per il quale egli ricevette pure il nome di Panteleemon (in lingua greca, colui che di tutti ha compassione).
Infine, quando egli diede il suo consenso, gli fu tagliata la testa.
Nonostante le notizie sulla sua vita siano fantasiose e ricavate da scritti molto tardi (come spesso è accaduto per altri martiri), la storicità di Pantaleone è dimostrata dalla diffusione e dall’antichità della sua venerazione.
Pantaleone è oggetto di venerazione in Oriente, dove viene chiamato “il grande martire” ed è invocato come taumaturgo.
È patrono di numeroso comuni italiani e le sue reliquie sono conservate in numerose chiese europee
Ogni anno nel mese di luglio, o in occasione di miracoli ottenuti dal santo, avviene il fenomeno della liquefazione del sangue di San Pantaleone.
L’ampolla che contiene il sangue è custodita nel Duomo di Ravello (Salerno), in una piccola camera al centro della cappella dedicata al santo realizzata nel 1643 dal vescovo Bernardino Panicola che ve ne fece la traslazione con una solenne processione per la città.
L’ampolla è visibile attraverso le inferriate che la chiudono. La liquefazione avviene spontaneamente, senza che l’ampolla venga mossa né agitata.
Il 17 marzo 2020, proprio nel pieno della pandemia da COVID-19, si è verificata una liquefazione straordinaria del sangue al termine della preghiera rivolta al Santo dal parroco del Duomo in diretta streaming.
Lo stesso fenomeno si verifica anche nelle ampolle custodite a Martignano, Limbadi, a Montauro, a Vallo della Lucania e nel monasterio de la Encarnación a Madrid.
Una piccola parte di sangue è conservata in un’ampolla custodita nella chiesa di San Tomaso a Padova, ma qui il sangue rimane sempre liquido e di colore rosso.
O glorioso Medico e Martire San Pantaleone, mio protettore che in mezzo ai più gravi tormenti rimaneste più volte, per divina bontà illeso e che nel momento di vostra morte pregaste per i vostri medesimi persecutori, impetrateci dal Signore la grazia di essere sempre salvi, dai pericoli dell’anima e del corpo e di amare il prossimo.
Così, imitando le vostre virtù, meriteremo di essere protetti da voi nel corso di nostra vita per essere poi partecipi della vostra gloria nel cielo. Così sia.
Padre, Ave, Gloria
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