San Vincenzo de’ Paoli, nome originale Vincent de Paul, è stato un sacerdote e fondatore francese. Ispiratore di numerose congregazioni religiose (Lazzaristi, Figlie della Carità, Dame della Carità, Società San Vincenzo De Paoli).
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Vincent de Paul nasce il 24 Aprile 1581 in una famiglia contadina a Pouy, un borgo contadino presso Dax (Francia).
Nonostante la sua adolescenza trascorra nei campi, la sua intelligenza viene notata da un benefattore che gli offre la possibilità di studiare teologia a Tolosa, tanto che nel 1600, a soli 19 anni di età, è ordinato sacerdote, mentre la laurea in teologia arriverà nel 1604.
Apre una scuola privata ma contrae molti debiti; inoltre, durante un viaggio in nave da Marsiglia a Narbona, la sua nave viene assalita dai pirati; Vincenzo è fatto prigioniero e venduto come schiavo a Tunisi.
Riuscirà a riconquistare la libertà e a tornare in Francia due anni più tardi grazie al suo terzo padrone, che nel frattempo si era convertito al cristianesimo grazie a lui.
Nel 1612 a Vincenzo viene finalmente affidata la parrocchia di Clichy, alla periferia di Parigi. Questo incarico gli consente di conoscere il cardinale Pierre de Bérulle che sarà per molto tempo il suo padre spirituale.
Inizia quindi la sua attività di catechista , ma l’anno successivo diventa precettore dei figli dei marchesi di Gondi, dove rimane quattro anni. È qui che Vincenzo si rende per la prima volta conto dell’enorme divario esistente tra ricchi e poveri, non solo da un punto di vista materiale e sociale, ma anche dal punto di vista culturale e morale.
Le sue preoccupazioni sono condivise dalla marchesa Gondi che gli mette a disposizione un’ingente somma di denaro affinché venga istituita una missione di predicazione quinquennale tra i contadini delle sue terre.
Vincenzo però non trova altri sacerdoti che lo affianchino in questo incarico e rinuncia, abbandonando temporaneamente il castello e andando a lavorare nella parrocchia di campagna di Chatillon-le-Dombez.
Ma qui il contatto con le miserie dei contadini lo scuote ancora più nel profondo.
Come primo atto da parroco, Vincenzo si prende carico di una famiglia ammalata che non ha di che mangiare: organizza, allora, una catena di solidarietà tra i parrocchiani che riesce alla perfezione.
Si rende conto, però, che finita questa elemosina, la famiglia sprofonderà nuovamente nell’indigenza: si rende necessaria, pertanto, un’organizzazione più efficiente, a lungo termine, che serva questa e le altre famiglie bisognose del territorio.
Il 20 agosto 1617 prende vita così la prima cellula della Carità vincenziana.
A occuparsene, come la società impone, sono tutte donne, che si chiameranno “Serve dei poveri”. L’associazione cresce a livello esponenziale e in tempi record ottiene l’approvazione del vescovo di Lione.
Vincenzo ha capito che è l’amore a muovere tutte le cose e ha scelto di dedicarsi interamente a questo: trasmettere agli altri almeno un po’ di quell’amore con cui sente di essere profondamente amato da Dio.
Vincenzo torna al castello di Gondi, ma stavolta per occuparsi solo della promozione umana e materiale dei contadini.
Poi si trasferisce a Parigi, perché è nelle città che le differenze sociali tra chi ha tutto e chi non ha niente sono maggiori: sente che è qui che deve intervenire.
Nella capitale presto molte nobildonne ansiose di fare beneficenza e di contribuire economicamente alle sue opere, cercano “Monsieur Vincent”: nascono così le Dame della Carità, che nelle loro fila annoverano addirittura la futura regina di Polonia. L’opera più importante che riescono a realizzare, nel 1634, è l’apertura di un ospedale cittadino.
Ma le Dame non bastano: sia come numero sia perché, data la loro posizione sociale, non possono attendere alle occupazioni più umili.
Nel 1633, allora, Vincenzo fonda una Congregazione femminile innovativa per l’epoca: le Figlie della carità, che non saranno “monache”, lontane dal mondo e dedite alla contemplazione, bensì “suore”, sorelle degli ultimi, che vivono accanto a loro nel mondo e di loro si occupano quotidianamente. Insomma, anche le consacrate, per la prima volta, prendono parte all’apostolato attivo.
Ancora oggi le Figlie della Carità di San Vincenzo de’ Paoli sono la famiglia religiosa femminile più grande della Chiesa.
Ma l’opera di Vincenzo non si limita solo alle suore. Già dal 1618 aveva iniziato a predicare la Parola di Dio nei villaggi e molti sacerdoti si erano uniti a lui: ne era nata una nuova comunità, che godeva del supporto economico della famiglia Gondi; tra le regole c’era la necessità di fare vita comune, rinunciare alle cariche ecclesiastiche più ambite, occuparsi dell’assistenza spirituale dei galeotti e dell’insegnamento del catechismo.
Si tratta della Congregazione della Missione, più tardi detta dei Lazzaristi, dal fatto che la loro sede si trovava nella casa ospedaliera di Saint-Lazare a Parigi.
Vincenzo si rende conto che spesso all’ignoranza dei contadini si associa una cattiva preparazione dei sacerdoti che dovrebbero occuparsi di loro. Si impegna così anche nella formazione del clero, promuovendo gli esercizi spirituali e dando vita alle “conferenze del martedì”: incontri in cui i sacerdoti raccontano le proprie esperienze di apostolato attivo e stimolano vicendevolmente le loro vocazioni alla santità.
Vincenzo muore a Parigi il 27 settembre 1660 all’età 79 anni. I suoi resti mortali, rivestiti dai paramenti sacerdotali, sono venerati nella Cappella della Casa Madre dei Vincenziani a Parigi.
Non lascia nessun’opera scritta: il suo capolavoro è stato la Carità. Una carità che è amore che non distingue tra quello verso Dio e quello verso il prossimo. Una spiritualità, quella vincenziana, che si fonda sulla duplice scoperta di Cristo e dei poveri, sulla coincidenza tra preghiera e azione, un impegno che è nel mondo e per il mondo e si concretizza nell’evangelizzazione come nella promozione umana.
I suoi figli religiosi, perciò, si rifanno solo alle “Regulae” che incarnano le caratteristiche dello spirito vincenziano: semplicità, umiltà, mansuetudine, mortificazione e zelo per la salvezza delle anime.
San Vincenzo de‘ Paoli viene canonizzato da Clemente XII nel 1737, mentre nel 1885 Papa Leone XIII lo proclama patrono di tutte le Associazioni cattoliche di carità.
È patrono del Madagascar, dei bambini abbandonati, degli orfani, degli infermieri, degli schiavi, dei forzati, dei prigionieri. (Fonte Vatican News)
Dio onnipotente ed eterno,
che hai riempito di carità il cuore
di S. Vincenzo de’ Paoli,
ascolta le nostre preghiere e
donaci il tuo amore.
Così come ha fatto Lui,
facci scoprire e servire Gesù
Cristo, tuo Figlio,
nei nostri fratelli poveri e
sofferenti.
Insegnaci, alla sua scuola, ad
amare
col sudore della nostra fronte e
con la forza delle nostre braccia.
Grazie alle sue preghiere, libera i
nostri cuori
dall’odio e dall’egoismo:
facci ricordare come noi tutti
saremo giudicati sull’amore.
Dio, che vuoi la salvezza di tutti
gli uomini,
dona al nostro Paese i sacerdoti e
i religiosi di cui ha tanto bisogno.
Che siano, tra noi, i primi
testimoni del tuo amore.
Vergine dei poveri e Regina della
pace
dona l’amore e la pace a questo
nostro mondo
diviso e angosciato. Così sia.
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