Alfonsa dell’Immacolata Concezione, al secolo Annakutty Muttathupadathu, è stata la prima indiana ad essere canonizzata nella storia della Chiesa.
Nasce a Kudamaloor, nello Stato indiano del Kerala, il 19 agosto 1910. Viene battezzata col nome di Anna, secondo il rito siro-malabarese.
Rimasta orfana in tenera età, è educata da una zia materna e dalla nonna. Ben presto si sentì attratta dalla vita religiosa ma la zia era ben determinata a procurare un vantaggioso matrimonio ad Anna, ostacolando i chiari segni della sua vocazione religiosa.
Per sottrarsi all’impegno delle nozze, giunse al punto di provocarsi volontariamente una gravissima ustione, ponendo il piede in una fossa di brace ardente.
«Il mio fidanzamento era fissato quando avevo tredici anni compiuti. Che cosa dovevo fare per evitarlo? Io pregai tutta la notte… mi venne allora un’idea. Se il mio corpo fosse stato un po’ sfigurato, nessuno mi avrebbe voluta!… Quanto ho sofferto! E tutto offrii per la mia grande intenzione ».
Il proposito di svilire la sua singolare bellezza non valse del tutto a liberarla dalle attenzioni dei pretendenti. Anche negli anni successivi la Beata dovette difendere la propria vocazione, persino nel corso dell’anno di probandato, quando si tentò di piegarla al matrimonio con la complicità della stessa maestra di formazione.
«O vocazione che ho accolto! Dono del mio buon Dio!…. Dio vide il dolore del mio animo in quei giorni. Dio allontanò le difficoltà e mi costituì in questo stato religioso».
Fu il Padre Giacomo Muricken, suo confessore, a orientarla verso la spiritualità francescana e a farle conoscere la Congregazione delle Francescane Clarisse, dove entrerà a a 17 anni, nel 1927, come postulante nel monastero a Bharananganam.
Assume il nome religioso di suor Alfonsa dell’Immacolata Concezione. Da non confondersi con le monache fondate dai santi Francesco e Chiara d’Assisi, erano e sono una congregazione religiosa nata proprio in India, sul finire del 1800, per il servizio ai più abbandonati.
Suor Alfonsa trascorse il noviziato senza tentennamenti, pienamente consapevole della scelta che aveva compiuto. Nel 1931 emise i voti temporanei; seguirono, nel 1936, quelli perpetui. Le fu affidato il compito di insegnare, ma dovette lasciarlo per malattia. In seguito le vennero dati incarichi adatti al suo cagionevole stato di salute.
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Conscia della situazione, si mantenne molto riservata e caritatevole verso tutti, cercando di non pesare alla comunità. Soffrì in silenzio sia le ostilità che non mancarono, sia le malattie, che nel 1945 esplosero in modo violento e inarrestabile, portandola a morte a soli 36 anni, il 28 luglio 1946.
Nella sua sofferenza diceva: «Io sento che il Signore mi ha destinata ad essere un’oblazione, un sacrificio di sofferenza… Il giorno in cui non ho sofferto è un giorno perduto per me».
La sua fama di santità si propagò in modo impressionante dopo la sua morte.
I pellegrini che ogni anno si recavano e tuttora si recano sulla sua tomba per pregare e impetrare grazie, non solo fedeli cattolici ma anche musulmani e induisti, erano attratti dalla purezza della sua giovane vita e dal potere taumaturgico (guarigioni e miracoli) che le veniva attribuito.
Papa Benedetto XVI l’ha canonizzata il 12 ottobre 2008, in piazza San Pietro.
Nel nome del Padre, del Figlio, e dello Spirito Santo. Amen.
Dio onnipotente ed eterno, che hai dato a Sant’Alfonsa, la grazia di comunicare alla passione di Cristo mediante una continua infermità, concedi a noi, per sua intercessione, di rimanere sempre nella tua grazia per crescere di giorno in giorno nel tuo amore. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
Padre Nostro – Ave Maria – Gloria al Padre
Sant’Alfonsa, prega per noi!
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