San Tommaso, Apostolo, il quale non credette agli altri discepoli che gli annunciavano la resurrezione di Gesù, ma, quando lui stesso gli mostrò il costato trafitto, esclamò: «Mio Signore e mio Dio». E con questa stessa fede si ritiene abbia portato la parola del Vangelo tra i popoli dell’India.
Il suo nome, in aramaico, significa “gemello”. Ci sono ignoti luogo di nascita e mestiere e poco sappiamo della sua vita prima di diventare apostolo.
È stato uno dei dodici ed è noto principalmente per la sua incredulità al momento della Resurrezione del Signore e il suo gesto di mettere il dito nel costato di Gesù.
Tommaso compare in alcuni brani del Vangelo secondo Giovanni. In Giovanni 11,16, subito dopo la morte di Lazzaro, i discepoli si oppongono alla decisione di Gesù di tornare in Giudea, dove gli Ebrei avevano precedentemente tentato di lapidare Gesù, ma questi è determinato, e Tommaso dice: «Andiamo anche noi a morire con lui!».
Tommaso prende la parola anche durante l’ultima cena (Giovanni 14,5). Gesù assicura i discepoli che sanno cosa sta per fare, ma Tommaso protesta dicendo che non ne sanno niente, al che Gesù risponde a lui e a Filippo esponendo nel dettaglio i suoi rapporti con il Padre.
L’episodio maggiormente noto del Nuovo Testamento che coinvolge Tommaso è quello contenuto in Giovanni 20,24-29 e noto come “l’incredulità di Tommaso”. Tommaso, che dubitava della risurrezione di Gesù, incontra il Signore risorto.
Rivolgendosi a lui, Gesù dice: «”Metti qua il tuo dito e guarda le mie mani; stendi la tua mano, e mettila nel mio costato; e non essere più incredulo ma credente!”
Rispose Tommaso: “Mio Signore e mio Dio!”
Gesù gli disse: “Perché mi hai veduto, hai creduto: beati coloro che non videro e tuttavia credettero!“»
Tommaso è ancora citato da Giovanni al capitolo 21 durante l’apparizione di Gesù al lago di Tiberiade. Gli Atti (capitolo 1) lo nominano dopo l’Ascensione. Poi più nulla
Secondo la tradizione, si spinse a predicare il Vangelo anche fuori dei confini dell’Impero romano. Predicò in Persia, Cina e India, dove fondò nuove comunità cristiana. Secondo la tradizione, Tommaso morì poi a Mailapur (trascritta comunemente come Mylapore), sulla costa del Coromandel, nell’India sudorientale.
Negli Atti di Tommaso, testo gnostico del III secolo, si racconta che l’apostolo fu ucciso trafitto da una lancia, per ordine del re Misdaeus (Vasudeva I). Il martirio avvenne su una collina nei pressi dell’attuale Chennai, capitale del Tamil Nadu, il 3 luglio dell’anno 72.
Venerato come santo dalla Chiesa cattolica, dalla Chiesa ortodossa e dalla Chiesa copta, è patrono degli Architetti, dei Geometri, degli Agrimensori, dell’India e di molti comuni italiani.
Nei quadri viene spesso rappresentato con una lancia in mano o mentre infila il dito nel costato di Gesù. Le sue ossa riposano nella basilica di San Tommaso Apostolo a Ortona.
Discepolo di Gesù,
fedele nel seguirlo
sprezzante della morte
amante della verità,
glorioso san Tommaso
prega per noi!
Testimone del Risorto,
ricercatore indomito
amico dei dubbiosi
modello dei credenti,
glorioso san Tommaso,
prega per noi.
Apostolo di Cristo,
colonna della Chiesa
nel collegio dei Dodici
singolare presenza,
glorioso san Tommaso,
prega per noi.
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