Sant’Ignazio di Loyola, al secolo Íñigo López Loiola, è stato un presbitero e fondatore spagnolo della Compagnia di Gesù. Nel 1622 è stato proclamato santo da papa Gregorio XV.
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Il 13 marzo 2013 con l’elezione di papa Francesco (Jorge Mario Bergoglio), la Compagnia di Gesù (detti gesuiti) ha avuto il suo primo pontefice. I gesuiti osservano il voto di totale obbedienza al papa e sono particolarmente impegnati nelle missioni e nell’educazione.
Íñigo nasce il 24 Dicembre 1491 nel castello di Loyola, vicino a Azpeitia circa 20 chilometri a sud-ovest di Donostia-San Sebastián, nella provincia basca di Guipúzcoa.
Nasce in una famiglia ed era il più giovane di 13 fratelli; aveva solo sette anni quando rimane orfano di sua madre.
Nel 1506 divenne paggio al servizio di un parente, Juan Velázquez de Cuéllar, tesoriere (contador mayor) del regno di Castiglia. Come cortigiano, Ignazio ebbe in quel periodo uno stile di vita mondano ma conservò sempre un profondo senso di fede e di onore. Nel 1517 Ignazio prese servizio nell’esercito. Il 20 Maggio 1521, durante la Battaglia di Pamplona, venne ferito gravemente a una gamba. Per colpa del trauma osseo riportato fu costretto per lungo tempo a letto nel castello di suo padre con il medico che veniva a visitarlo tre volte al giorno per tre mesi.
Durante la lunga degenza, ebbe l’occasione di leggere romanzi cavallereschi e alcuni libri religiosi. Lesse, in particolare, la vita di Gesù di Ludolfo di Sassonia e le vite dei santi di Jacopo di Varazze. Venne spinto, così, dal desiderio di cambiare vita e di trascorrere un’esistenza basata sul proprio lavoro, ispirata a Francesco d’Assisi e alle altre grandi figure spirituali.
Sognava di partire pellegrino per Gerusalemme e per realizzare tale desiderio, una volta ristabilito, decise prima di partire pellegrino per i santuari mariani della Spagna, con una particolare sosta presso il celebre santuario di Montserrat dove, durante una vera e propria veglia militare dedicata alla Madonna, come un antico cavaliere, appese i suoi paramenti militari davanti a un’immagine della Vergine Maria e da lì, il 25 marzo 1522, entrò nel monastero di Manresa, in Catalogna.
Dopo la “veglia d’armi” assunse il nuovo nome di Ignazio probabilmente per la sua speciale devozione verso sant’Ignazio di Antiochia oppure perché pensava che fosse una variante del suo nome: in realtà, Íñigo era la forma basca del nome Innico o Enecone, che gli era stato imposto in omaggio a sant’Enecone, abate benedettino di Oña, il cui culto era particolarmente sentito nella sua terra.
A Manresa Ignazio praticò un severo ascetismo (pratica di preghiere e digiuni) che causò un indebolimento del suo fisico e dello spirito.
Desiderava porsi a servizio di Cristo e della sua Chiesa, per rendere la maggior gloria a Dio, ma ancora non trovava la sua strada. Queste esperienze le descriverà più tardi nella sua autobiografia, detta anche Racconto del pellegrino.
In quel periodo elaborò, sperimentandolo in prima persona, il suo metodo di preghiera e contemplazione basato sul discernimento. Queste esperienze sfociarono nei celebri Esercizi Spirituali (Ejercicios espirituales).
Questo libretto, da vivere più che da leggere, ha lo scopo di permettere alle persone di ridefinire la propria vita liberandola dal male e dal peccato e di ritrovare una libertà interiore di fronte alle scelte della vita.
Nel 1523 raggiunse Venezia e si imbarcò per Gerusalemme, dove finalmente visitò i luoghi santi. Dovette però abbandonare il progetto di stabilirsi in Palestina e di operare la conversione degli infedeli in Oriente per il divieto di soggiorno impostogli dai frati francescani dalla Custodia di Terra Santa.
Tornato in Spagna con il desiderio di abbracciare il sacerdozio, riprese gli studi a Barcellona, poi presso l’Università di Alcalá dove, per il suo misticismo, fu sospettato di essere un alumbrado (una setta mistica) e fu tenuto in carcere dall’Inquisizione per quarantadue giorni.
Si trasferì quindi a Salamanca e poi, per completare la sua formazione, a Parigi, dove arrivò il 2 febbraio 1528. S’iscrisse all’Università di Parigi, dove rimase sette anni, ampliando la sua cultura letteraria e teologica, e cercando di interessare gli altri studenti ai suoi “Esercizi spirituali”.
In questo periodo progettò di fondare un nuovo ordine religioso che «non si dedicasse, come gli altri alla preghiera e alla santificazione dei suoi componenti, ma, libero da ogni impaccio di regole claustrali, esercitasse praticamente il cristianesimo, servendo ai grandi scopi della Chiesa.»
Il 15 agosto 1534, Ignazio e gli altri sei studenti – Pierre Favre (francese), Francesco Saverio (poi diventato santo), Diego Laínez, Alfonso Salmerón, Nicolás Bobadilla (spagnoli), e Simão Rodrigues (portoghese) – si incontrarono a Montmartre, vicino a Parigi, legandosi reciprocamente con un voto di povertà, castità e obbedienza e fondando un ordine a carattere internazionale chiamato con un termine d’origine militare la Compagnia di Gesù, allo scopo di eseguire lavoro missionario e di ospitalità a Gerusalemme o andare incondizionatamente in qualsiasi luogo il Papa avesse ordinato loro.
Compare in quest’occasione, sia pure marginalmente, un quarto voto che si aggiunge ai soliti tre monacali: quello della assoluta obbedienza al papa che richiama il valore militare della disciplina.
Nel 1537 Ignazio e i suoi seguaci si recarono in Italia per ottenere l’approvazione papale per il loro ordine religioso. Papa Paolo III li lodò e consentì loro di ricevere l’ordinazione sacerdotale che ottennero a Venezia dal vescovo di Arbe (ora Rab, in Croazia) il 24 giugno. Si dedicarono alla preghiera e ai lavori di carità in Italia, anche perché il nuovo conflitto tra l’imperatore, Venezia, il Papa e l’Impero Ottomano rendeva impossibile qualsiasi viaggio a Gerusalemme.
Con Favre e Lainez, Ignazio si diresse a Roma nell’ottobre 1538, per far approvare dal papa le costituzioni del nuovo ordine. Una congregazione di cardinali si dimostrò favorevole al testo preparato da Ignazio e papa Paolo III confermò l’ordine con la bolla Regimini militantis ecclesiae (27 settembre 1540), ma limitò il numero dei suoi membri a sessanta. Questa limitazione venne rimossa tramite una successiva bolla, la Iniunctum nobis (14 marzo 1543). L’ultima e definitiva approvazione della Compagnia di Gesù fu data nel 1550 con la bolla Exposcit debitum di papa Giulio III.
Ignazio venne eletto preposito generale dell’Ordine l’8 aprile 1541.
Ignazio, dopo essere stato scelto come primo preposito generale della Compagnia di Gesù, inviò i suoi compagni come missionari in tutto il mondo per creare scuole cattoliche, istituti, collegi e seminari.
Il 31 luglio 1548 il libretto degli Esercizi Spirituali venne approvato da papa Paolo III con il breve Pastoralis officii; venne stampato per la prima volta e il testo non fu mai più ritoccato dal santo.
Sempre nel 1548, Ignazio fondò a Messina il primo Collegio dei Gesuiti al mondo, il famoso Primum ac Prototypum Collegium ovvero Messanense Collegium Prototypum Societatis, primo e, quindi, prototipo di tutti gli altri collegi di insegnamento che i gesuiti fonderanno con successo nel mondo facendo dell’insegnamento il marchio distintivo dell’ordine in campo educativo e formativo.
Oltre il libretto degli Esercizi spirituali e le Costituzioni della Compagnia di Gesù (1554) Ignazio scrisse molte lettere a vari corrispondenti (quasi 7.000); un diario spirituale redatto dal Febbraio 1544 al Febbraio dell’anno successivo.
Oltre a locuzioni e ispirazioni mistiche Ignazio vi registra il discernimento fatto in materia di povertà nella Compagnia per le sacrestie delle case professe.
Tra il 1553 e il 1555, Ignazio dettò al suo segretario, padre Gonçalves da Câmara, la storia della sua vita. Questa autobiografia, detta anche Racconto del pellegrino, è molto importante per la comprensione del suo cammino di ricerca vocazionale. Il testo venne pubblicato 150 anni dopo. È redatto in terza persona con la massima fedeltà da parte del segretario compositore.
Oltre al governo della Compagnia, Ignazio si dedicò a molte altre iniziative apostoliche. Predicò gli esercizi, sempre a singole persone; creò un centro di pietà e di rinnovamento a Santa Maria della Strada (ora il Gesù), a ridosso di Palazzo Venezia.
Cercò di porre rimedio alle piaghe sociali principali: a quelle delle prostitute con l’Opera di Santa Marta; delle fanciulle pericolanti, con il Conservatorio vicino alla chiesa di santa Caterina dei Funari. Fondò associazioni e opere per gli orfani (Santa Maria in Aquiro) e per le orfane (Santi Quattro Coronati). Visitava spesso i malati negli ospedali e soccorreva gli indigenti. Insegnò perfino il catechismo per le strade di Roma. Fondò il Collegio Germanico dell’Urbe.
Ignazio che soffriva di una acuta colecistopatia, la sera del 30 luglio del 1556 sentì prossima la morte e chiese i conforti religiosi e la benedizione del Papa ma il suo segretario rimandò la soddisfazione del suo desiderio al mattino dopo cosicché Ignazio morì senza ricevere i sacramenti dei moribondi nella mattina del 31 luglio 1556, all’età di 65 anni.
Venne sepolto il 1 Agosto nella chiesa di Santa Maria della Strada a Roma.
Venne canonizzato il 12 marzo 1622 da Papa Gregorio XV.
Il 23 luglio 1637 il suo corpo fu collocato in un’urna di bronzo dorato, nella Cappella di Sant’Ignazio della Chiesa del Gesù in Roma. (Fonte it.wikipedia.org – it.cathopedia.org)
Il 13 marzo 2013 con l’elezione di papa Francesco (Jorge Mario Bergoglio), la Compagnia di Gesù (detti gesuiti) ha avuto il suo primo pontefice.
O Dio, che a gloria del tuo nome
hai suscitato nella tua Chiesa sant’Ignazio di Loyola,
concedi anche a noi, con il suo aiuto e il suo esempio,
di combattere la buona battaglia del vangelo,
per ricevere in cielo la corona dei santi.
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