María Romero Meneses è stata una religiosa nicaraguense appartenente all’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice. È stata proclamata beata da papa Giovanni Paolo II il 14 aprile 2002.
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Maria Romero Meneses nasce a Granada di Nicaragua il 13 gennaio 1902. La sua era una famiglia borghese molto agiata ma altrettanto sensibile alle necessità degli poveri, ai quali prestava regolarmente soccorso con generosità.
Fu indirizzata dalla famiglia agli studi artistici, rivela fin da subito un vero talento per la musica e la pittura. A dodici anni nel collegio delle Figlie di Maria Ausiliatrice, giunte da poco nel suo Paese, impara a conoscere Don Bosco. La figura del grande apostolo della gioventù le appare subito congeniale, quasi come l’incarnazione degli ideali che vibrano nel suo spirito. Prima in modo generico e vago, poi sempre più chiaro ed entusiasmante.
La sua scelta è fatta: nel 1923 pronuncia i voti perpetui ed è Figlia di Maria Ausiliatrice e nel nome di questa sua Madre e «sua Regina» – come ama invocarla – svolge una instancabile attività apostolica. Dando vita a grandiose opere sociali, specialmente in Costa Rica dove è inviata nel 1931.
Con viva sensibilità evangelica ed ecclesiale conquista le giovani allieve, che diventano «missionarie» (misioneritas, le chiama suor Maria) nei villaggi dei dintorni della Capitale, fra bimbi semi abbandonati e famiglie diseredate. Poi anche adulti, persone facoltose dell’imprenditoria e professionisti rinomati, sono conquistati dalla sua devozione mariana che ottiene grazie strepitose. Si sentono quindi impegnati a collaborare fattivamente alle iniziative assistenziali che suor Maria, sotto l’azione dello Spirito, va progettando continuamente con l’audacia della più autentica fede nella Provvidenza.
Per i suoi poveri suor Maria sogna sempre nuove soluzioni. Sotto l’incalzare delle urgenze: ottiene dapprima visite mediche gratuite, grazie all’opera volontaria di medici specialisti, e con la collaborazione di industriali del luogo avvia corsi di preparazione professionale per ragazze e donne che avrebbero nella povertà una pessima consigliera. Di questo passo arriva in breve a dare vita ad un poliambulatorio, con varie specialità, per assicurare assistenza medico-farmaceutica alle molte persone e famiglie prive di ogni garanzia sociale. Accanto ad esso predispone attrezzature adeguate per l’accoglienza dei pazienti – talora intere famiglie – oltre a sale per la catechesi e l’alfabetizzazione durante l’anticamera. Poi la cappella e un ridente giardino, e perfino la veranda con i canarini.
Per le famiglie senza tetto, spesso ridotte a una vita precaria sotto i ponti della periferia, fa costruire – sempre con il sostegno di una sorprendente Provvidenza – casette «vere». Sorgono così le ciudadelas de María Auxiliadora: un’opera che continua tuttora per l’interessamento dei suoi collaboratori attraverso l’Associazione laica di Asayne (Asociación Ayuda a los Necesitados).
In mezzo al susseguirsi di opere da organizzare, e di una peculiare sua attività di consigliera spirituale (ogni giorno ore e ore di impegnativi colloqui privati, le cosiddette consultas) trova spazi e momenti di ardenti elevazioni dello spirito e di una intensa vita mistica, che risulta essere la sorgente della forza interiore da cui il suo apostolato promana e riceve straordinaria efficacia.
Il suo ideale: amare profondamente Gesù, «suo Re» e diffonderne la devozione accanto a quella della sua divina Madre. Sua intima gioia è la possibilità di accostare alla verità evangelica i bambini, i poveri, i sofferenti e gli emarginati. La più ambita ricompensa ai suoi sacrifici è il vedere rifiorire in una vita «perduta» la pace e la fede.
Fattasi, come l’Apostolo, «tutta a tutti» e dimentica di sé per conquistare sempre nuovi amici al suo Gesù. Si spende fino all’ultimo dei suoi giorni: il primo in cui si è decisa a prendersi un po’ di riposo. La attendeva il riposo eterno, con il «suo Re» e la «sua Regina».
Morì d’infarto il 7 luglio 1977. Il governo costaricano l’ha dichiarata cittadina onoraria della nazione.
La sua salma riposa a San José de Costa Rica, presso la grande opera da lei fondata come Casa de la Virgen e Obra social.
Giovanni Paolo II l’ha beatificata il 14 aprile 2002. (Fonte santiebeati.it – Santa Sede)
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