Ugo nasce intorno al 1148 a Gamondio (l’attuale Castellazzo Bormida) dalla famiglia alessandrina dei conti Canefri.
Partecipò alla terza crociata assieme a Corrado del Monferrato ed a Guala Bicchieri console di Vercelli. Avendo visto con i propri occhi gli orrori della guerra , decise di entrare nell’Ordine dei Cavalieri Ospitalieri di San Giovanni in Gerusalemme, i quali mutarono poi il nome in Cavalieri di Malta.
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Venne destinato all’Ospedale della Commenda di San Giovanni di Pré a Genova in qualità di cappellano ovvero magister hospitalis o precettore, laddove si dedicò alla cura degli infermi e dei pellegrini. Abbandonò così l’armatura per vestire l’abito del religioso.
Piccolo di statura, magro, con un cilicio sulla carne, sant’Ugo era noto e caro ai genovesi anche per il suo spirito di mortificazione e per la sua grande modestia, contrastante con lo spirito di superbia dei secolo, che non risparmiava neppure quei cavalieri, quasi sempre di origine aristocratica come lui, di cui egli era zelante cappellano.
Uomo di profonda fede, amava ritirarsi in preghiera all’interno di una grotta lungo la collina sovrastante l’ospizio, nei pressi di un torrente che sgorgava tra Oregina e San Barnaba.
La tradizione gli attribuisce diversi miracoli: avrebbe fatto scaturire una sorgente da una roccia per permettere di lavare gli indumenti degli ammalati poveri, tramutato l’acqua in vino, salvato una nave in pericolo di naufragio e guarito uno storpio dopo che questi per cinque notti aveva vegliato sopra la sua tomba.
Pochi anni dopo la sua morte, avvenuta l’8 ottobre 1233 a Genova, venne sepolto nella chiesa di San Giovanni di Prè, che tuttora sorge accanto alla loggia dei Commendatori Gerosolimitani. Il suo culto è particolarmente sentito ad Alessandria, Genova e presso l’Ordine di Malta.
(Fonte santiebeati.it/it.wikipedia.org/lavocealessandrina.it)
Signore,
tu che hai voluto Sant’Ugo fra i santi della Chiesa
e l’hai fatto ardere del fuoco
della carità e della fede che vince il mondo,
rendici anche noi, per sua intercessione,
perseveranti e saldi nella fede e nell’amore
così da partecipare anche noi un domani alla Gloria Celeste. Amen.
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