Oggi 1 Ottobre 2019 la Chiesa ricorda Santa Teresa di Gesù Bambino (di Lisieux), Mistica
Patronato: Missionari, Francia
Etimologia: Teresa = cacciatrice, dal greco; oppure donna amabile e forte, dal tedesco
Emblema: Giglio, Rosa
Santa Teresa nasce il 2 gennaio 1873 ad Alençon (Francia). Era figlia di Giuseppe Stanislao Martin e di Zelia Guerin (oggi i suoi genitori sono santi). Il suo nome era Maria Teresa. La bambina crebbe delicata, vispa e graziosa, bella agli occhi di Dio e degli uomini. Nei primi anni della sua esistenza rimase orfana della mamma, e fu educata dal padre e dalle sorelle.
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Nel 1887 a 14 anni, Teresa chiese di entrare nel monastero delle Carmelitane, ma non le fu concesso perché era ancora troppo giovane.
Non si scoraggiò, e nell’anno appresso partì con suo padre per Roma, e là inginocchiata ai piedi del Pontefice, gli disse : «Santo Padre, per onorare il vostro giubileo, permettetemi di entrare nel Carmelo a 15 anni». «Entrerete se il buorr Dio vorrà», rispose il Papa. Il 9 aprile 1888, dopo giorni di preghiere e di mortificazioni, le porte del Carmelo di Lisieux si aprirono a ricevere la giovane.
Il 10 giugno 1890 vestiva l’abito del Carmelo; e l’8 settembre del 1890 emetteva i santi voti prendendo il nome di Suor Teresa del Bambin Gesù. Entusiasta del bello, avrebbe voluto dipingere e comporre versi: essere la suora sagrestana per rimanere vicina a Gesù ed occuparsi dei sacri lini; invece l’ubbidienza la incaricò di lavare e rammendare gli abiti. Il freddo era intenso, i cibi molto comuni. Teresa, di delicata costituzione, soffriva ma non si lamentava: con la semplicità d’una bambina diceva di essere il giocattolo di Gesù.
Così trascorse nove anni in religione: ubbidienza, preghiera, sacrificio erano il suo programma. Nell’aprile del 1895 ebbe come un presentimento della sua partenza: «Io morrò presto, diceva. Non ho offerto al buon Dio che l’amore, ed Egli mi restituirà l’amore. Dopo la mia morte farò cadere sul mondo una pioggia di rose. Voglio insegnare la mia piccola via agli uomini, voglio dir loro che vi è una piccola ma una gran cosa da fare quaggiù: gettare a Gesù i fiori dei piccoli sacrifizi ».
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Scrive nel 1895: «Il 9 giugno, festa della Santissima Trinità, ho ricevuto la grazia di capire più che mai quanto Gesù desideri essere amato». All’amore di Dio Teresa vuol rispondere con tutte le sue forze e il suo entusiasmo giovanile. Non sa, però, che l’amore la condurrà attraverso la via della privazione e della tenebra. L’anno successivo, il 1896, si manifestano i primi segni della tubercolosi che la porterà alla morte. Ancor più dolorosa è l’esperienza dell’assenza di Dio. Abituata a vivere alla sua presenza, Teresa si trova avvolta in una tenebra in cui Le è impossibile vedere alcun segno soprannaturale.
La giovane carmelitana sul letto della sua ultima malattia era affranta dal dolore: «Soffro» diceva semplicemente. È l’agonia senza mescolanza di consolazioni. «Mi manca l’aria della terra; quando respirerò l’aria del Paradiso? Madre mia, il calice è al colmo. Non avrei creduto poter soffrire tanto».
Era sera del 30 settembre 1897 e la campana del Carmelo suonava l’Angelus: Suor Teresa fissò lo sguardo sull’Immacolata e sul Crocifisso, e dopo una breve pausa esclamò: «Oh! Dio, vi amo…», e le sue labbra tacquero per sempre.
Ma è da morta che diviene protagonista, apostola, missionaria. Sua sorella Paolina (suor Agnese nel Carmelo) le ha chiesto di raccontare le sue esperienze spirituali, che escono in volume col titolo Storia di un’anima nel 1898. Così la voce di questa carmelitana morta percorre la Francia e il mondo, colpisce gli intellettuali, suscita anche emozioni e tenerezze popolari che Pio XI corregge raccomandando al vescovo di Bayeux: “Dite e fate dire che si è resa un po’ troppo insipida la spiritualità di Teresa. Com’è maschia e virile, invece! Santa Teresa di Gesù Bambino, di cui tutta la dottrina predica la rinuncia, è un grand’uomo“. Ed è lui che la canonizza nel 1925.
Non solo. Nel 1929, mentre in Urss trionfa Stalin, Pio XI già crea il Collegio Russicum, allo scopo di formare sacerdoti per l’apostolato in Russia, quando le cose cambieranno. Già allora. E come patrona di questa sfida designa appunto lei, suor Teresa di Gesù Bambino.
È patrona dei missionari dal 1927 e, dal 1944, assieme a Giovanna d’Arco, patrona della Francia.
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