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Etimologia: Maddalena = di Magdala, villaggio della Galilea
Emblema: Giglio
Maddalena Gabriella dei marchesi di Canossa nasce il 1 Marzo 1774 a Verona; figlia del marchese Ottavio di Canossa e dalla contessa Teresa Szluha.
La sua famiglia è tra le più illustri nell’Italia del tempo, ma poco fortunata: Maddalena e i suoi quattro fratelli perdono il padre da piccoli . La madre si risposa e li lascia; lei, a 5 anni, viene affidata a un’istitutrice che detesta. Poi si ammala gravemente ma una volta guarita confida a Don Pietro Rossi, suo precettore, di volersi consacrare a Dio.
A 17 anni la troviamo nel Carmelo di Trento contro la volontà dei parenti, poi per brevi giorni anche in quello di Conegliano (Treviso), ma capisce che quella non era la sua vocazione.
Tornata a casa, stupisce tutti per il suo talento di amministratrice, ma di nozze non si parla. E nel 1801 compaiono a palazzo Canossa due povere ragazze, che lei raccoglie: questa è la novità rivelatrice della sua vocazione.
L’accoglienza alle due ragazze era solo pronto soccorso, ma lei non vuole tenerle lì estranee, sempre inferiori. Devono avere casa propria (loro due e tantissime altre come loro) dove sentirsi padrone, istruirsi e realizzarsi al fianco delle maestre.
L’8 maggio 1808 superando le resistenze della famiglia si trasferirsce definitivamente con alcune compagne nel monastero dei SS. Giuseppe e Fidenzio, concessole dalla Prefettura, per la cura delle ragazze povere e abbandonate del rione San Zeno e la visita negli ospedali.
È in questa data che diede inizio all’Istituto delle Figlie della Carità che nelle intenzioni della Canossa sarebbe dovuto venire incontro ai maggiori bisogni della società del tempo attraverso la scuola, la catechesi, la visita agli infermi negli ospedali e la preparazione di “maestre di campagna”. Avrebbe dovuto, inoltre coinvolgere nelle attività caritative anche le dame dell’alta nobiltà per mezzo dell’organizzazione di Esercizi spirituali annuali.
Tra il 1808 e il 1835 anno della sua morte, Maddalena compì numerosi viaggi, scrisse numerose lettere alle sue collaboratrici e a personalità politiche ed ecclesiastiche, per stabilire la sua Opera ed ottenerne l’approvazione.
Fonderà altre case: a Venezia, Milano, Bergamo nel 1820 e Trento; inoltre stringerà amicizie e avrà contatti con altri fondatori di istituti religiosi.
Nel 1819 ottiene il riconoscimento ecclesiastico delle Figlie della Carità; Papa Leone XII approverà la Regola della sua istituzione il 23 dicembre 1828.
Successivamente, nel 1831, avviene la fondazione di un istituto maschile che aveva progettato fin dal 1799; affidò l’opera al veneziano don Francesco Luzzo e a due laici bergamaschi, Giuseppe Carsana e Benedetto Belloni. Aprirà così a Venezia, l’Oratorio dei Figli della Carità, presso la chiesa di Santa Lucia.
Muore a Verona all’età di 61 anni, era il 10 Aprile 1835. Alla fine del XX secolo avrà oltre 2.600 religiose, operanti in tutto il mondo.
Giovanni Paolo II l’ha proclamata santa il 2 ottobre 1988.
Fonte santiebeati.it – Autore: Domenico Agasso
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