Testimonium

Il Santo di oggi 11 Aprile 2019 Santa Gemma Galgani, Vergine e mistica

A Lucca, santa Gemma Galgani, vergine, che, insigne nella contemplazione della Passione del Signore e nella paziente sopportazione dei dolori, a venticinque anni nel Sabato Santo concluse la sua angelica esistenza.

Etimologia: Gemma = dal nome generico delle pietre preziose

Emblema: Giglio

La vita

Gemma Galgani nasce il 12 marzo 1878 a Bogonuovo di Camigliano (Lucca), riceve il battesimo il 13 marzo. Il 26 maggio 1885, nella chiesa di San Michele in Foro, l’arcivescovo di Lucca somministra a Gemma la Cresima. La mamma Aurelia muore nel settembre del 1886. Un altro grande dolore per Gemma fu la morte del fratello Gino, seminarista, avvenuta nel 1894, ad appena 18 anni. Nel 1895 Gemma riceve l’ispirazione a seguire con impegno e decisione la via della croce, quale itinerario cristiano. Gemma ha alcune visioni del suo angelo custode che le ricorda che i gioielli di una sposa del crocifisso sono la croce e le spine.

LE FRASI BELLISSIME DI SANTA GEMMA. LEGGILE!

L’11 novembre 1897 muore anche il padre di Gemma, Enrico, e le misere condizioni della famiglia, la obbligano a lasciare la casa di via S. Giorgio per quella di via del Biscione, 13 (oggi via S. Gemma 23). Gemma trascorre un periodo a Camaiore, presso la zia che l’aveva voluta con sé dopo la morte del babbo, ma nell’autunno 1899 si ammala gravemente e ritorna in famiglia.

I mesi invernali segnano grandi sofferenze per tutti e le ristrettezze economiche si fanno sentire penosamente sulla numerosa famiglia: oltre alle due zie Elisa ed Elena, vi sono i fratelli di Gemma, Guido, Ettore e Tonino, e le sorelle Angelina e Giulietta. Guido, il fratello maggiore, studia a Pisa e, dopo la laurea in farmacia, cerca di aiutare la famiglia lavorando presso l’ospedale di Lucca. Anche Tonino studia a Pisa con sacrificio di tutti. Nel periodo della malattia, Gemma legge la biografia del venerabile passionista Gabriele dell’Addolorata (ora santo). Gemma ha un’apparizione del venerabile che ha per lei parole di conforto.

Il voto di Verginità

Gemma nel frattempo matura una decisione e la sera dell’8 dicembre, festa dell’Immacolata, fa voto di verginità. Nella notte seguente il venerabile Gabriele le appare nuovamente chiamandola “sorella mia”. Porgendole a baciare il segno dei passionisti che gli posa sul petto. Nel mese di gennaio nonostante le terapie mediche, la malattia di Gemma, osteite delle vertebre lombari con ascesso agli inguini, si aggrava fino alla paralisi delle gambe. Ad aggravare la situazione, il 28 gennaio si manifesta anche un’otite purulenta con partecipazione della mastoide.

Proprio in quei giorni, il fratello Guido si trasferisce a Bagni di San Giuliano dove ha ottenuto una farmacia. Gemma è confortata dalle visioni del venerabile Gabriele e del suo angelo custode, ma è tentata dal demonio, che riesce a vincere con l’aiuto del venerabile Gabriele, ormai sua guida spirituale. Il 2 febbraio i medici la danno per spacciata, secondo loro non supererà la notte, ma Gemma trascorre le giornate in preghiera, tra indicibili sofferenze.

La guarigione miracolosa

Il 3 marzo è il primo venerdì del mese e la giovane ha terminato una novena in onore della beata Margherita Maria Alacoque (ora santa) e si è accostata all’eucarestia, quando avviene la guarigione miracolosa. Il 23 dello stesso mese, tornata a casa dopo l’Eucaristia, Gemma ha una visione del venerabile Gabriele, che le indica il Calvario come meta finale.

Il 30 marzo, Giovedì Santo, Gemma è in preghiera, compie l’«Ora Santa» in unione a Gesù nell’Orto degli Ulivi. Gesù a un tratto le appare ferito e insanguinato. Nell’aprile seguente, preoccupata di non sapere amare Gesù, Gemma si trova nuovamente davanti al Crocifisso e ne ascolta parole di amore: Gesù ci ha amati fino alla morte in Croce, è la sofferenza che insegna ad amare.

L’8 giugno, dopo essersi accostata all’Eucarestia, Gesù le appare annunciandole una grazia grandissima. Gemma, sente il peso dei peccati, ma ha una visione di Maria, dell’angelo custode e di Gesù. Maria nel nome di suo Figlio li rimette i peccati e la chiama alla sua missione. Dalle ferite di Gesù non esce più sangue, ma fiamme che vanno a toccare le mani, i piedi ed il cuore di Gemma. Gemma si sente come morire, sta per cadere in terra, ma Maria la sorregge e quindi la bacia in fronte. Gemma si ritrova in ginocchio a terra con un forte dolore alle mani, ai piedi e al cuore, da dove esce del sangue. Quei dolori però anziché affliggerla gli danno una pace perfetta.

La mattina successiva si reca all’Eucarestia, coprendo le mani con un paio di guanti. I dolori le durano fino alle ore 15 del venerdì, festa solenne del Sacro Cuore di Gesù. Da quella sera, ogni settimana Gesù chiama Gemma ad essergli collaboratrice nell’opera della salvezza, unendola a tutte le Sue sofferenze fisiche e spirituali. questa grazia grandissima è motivo per Gemma di ineffabili gioie e di profondi dolori. In casa vi sono perplessità e incredulità per quanto avviene, Gemma è spesso rimproverata dalle zie e dai fratelli, talvolta viene derisa e canzonata dalle sorelle, ma Gemma tace e attende.

Nei mesi estivi conosce i Passionisti impegnati nella Missione popolare in Cattedrale e da uno di essi viene introdotta in casa Giannini. Gemma conosceva già la signora Cecilia, ma frequentandola nella casa di via del Seminario, inizia una vera e profonda amicizia con quella che sarà per lei come una seconda madre.

Nel gennaio del 1900, Gemma comincerà a scrivere a padre Germano, il sacerdote passionista che avrebbe riconosciuto in lei l’opera di Dio e nel settembre successivo lo incontrerà personalmente. Sempre in settembre, Gemma lascia definitivamente la sua famiglia per andare ad abitare in casa Giannini, tornerà alla sua casa solo in rare occasioni per consolare la sorella Giulietta quando sofferente. Nel maggio del 1902 Gemma si ammala nuovamente, si riprende, ma ha una ricaduta in ottobre. Nel frattempo muoiono la sorella Giulia (19 agosto) e il fratello Tonino (21 ottobre).

La morte

Il 24 gennaio 1903, per ordine dei medici, la famiglia Giannini deve trasferire Gemma in un appartamento affittato dalla zia Elisa, Gemma vive così l’esperienza dell’abbandono di Gesù in croce e del silenzio di Dio. E’ fortemente tentata dal demonio, ma non smarrisce mai la fede, non perde mai la pazienza ed è sempre piena di amore e di riconoscenza verso chi l’assiste nella malattia.

Al mezzogiorno dell’11 aprile 1903, Sabato Santo, come si usa all’epoca, le campane annunciano la risurrezione del Signore e alle 13.45. Gemma si addormenta nel Signore, assistita amorevolmente dai Giannini. Il 14 maggio 1933 papa Pio XI annovera Gemma Galgani fra i Beati della Chiesa. Il 2 maggio 1940 papa Pio XII, riconoscendo la pratica eroica delle sue virtù cristiane, innalza Gemma Galgani alla gloria dei Santi e la addita a modello della Chiesa universale.

La data di culto per la Chiesa universale è l’11 aprile, mentre la Famiglia Passionista e la diocesi di Lucca la celebrano il 16 maggio.

Autore: Maurizio Misinato

Fonte santiebeati.it

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