Martirologio Romano: A Bellegra nel Lazio, san Tommaso (Francesco Antonio) Placidi da Cori, sacerdote dell’Ordine dei Frati Minori, insigne per l’austerità di vita e per la predicazione e illustre fondatore di eremi.
Etimologia: Tommaso = gemello, dall’ebraico
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Nasce a Cori (Latina) il 4 giugno 1655. Fu battezzato con il nome di Francesco Antonio Placidi. A 14 anni era orfano di entrambi i genitori, e così, ancora ragazzo, dovette mandare avanti da solo la famiglia. A 22 anni, sistemate in modo decoroso le due sorelle, entrò nell’Ordine dei Frati Minori Francescani, nel convento della Santissima Trinità a Orvieto, era il 7 febbraio 1677. Cambia il suo nome di Francesco Antonio in quello di frà Tommaso. Per 5 anni fu allievo del celebre Lorenzo Cozza
Nel 1683 a Velletri è consacrato sacerdote ricevendo nel contempo la patente di predicatore. Esercitò l’apostolato nella Diocesi di Subiaco e in quelle confinanti con tale successo e profitto per quelle popolazioni, da essere classificato come “l’apostolo del Sublacense”.
Grande maestro di santità, espertissimo direttore spirituale, fu veduto più volte stare nel confessionale, “dalla mattina fino a sera” digiuno.
Le sue efficaci predicazioni furono raccolte in un volume manoscritto. Era molto richiesto per l’assistenza spirituale al letto degli infermi. Aveva il dono di riportare la pace serafica fra persone in contrasto ed operò per riformare i pubblici costumi.
Sin da novizio divenne esempio di perfezione cristiana e religiosa e come tale, specchio per i suoi confratelli, compreso quelli più anziani.
Non volle mai accettare offerte per la celebrazione della Santa Messa. Uomo pieno di umiltà, tanto da giungere a farsi calpestare dai confratelli all’ingresso del refettorio. Aveva una grande pazienza nel sopportare continue tentazioni nello spirito e per una piaga in una gamba che lo tormentò per quarant’anni.
Pregava così profondamente assorto da sembrare fuori di sé e immobile come una statua. Gesù Bambino gli apparve più volte durante la celebrazione della Messa. Ebbe il dono dei miracoli: la moltiplicazione di cibi, guarigioni. Ha avuto frequenti estasi, apparizioni di Gesù, della Vergine, di San Francesco.
Ma il suo nome è legato soprattutto alla grande opera dei “Ritiri” dell’Ordine Francescano. Seguendo l’esempio del beato Bonaventura da Barcellona, fondò i ‘ritiri’ di San Francesco in Civitella (ora Bellegra) e di San Francesco a Palombara Sabina.
Scrisse le Costituzioni del Ritiro che si conservano ancora autografe a Bellegra; regole rigide di meditazione e vita religiosa. Il Capitolo Generale di Murcia del 1756 le estese a tutti i ritiri dell’Ordine Francescano.
Molti venerabili confratelli compreso San Teofilo da Corte passarono per il ritiro di Bellegra, che divenne così una fucina di aspiranti in santità.
Tommaso morì l’11 gennaio 1729 a Bellegra, aveva 74 anni. La causa di beatificazione fu introdotta il 15 luglio 1737, auspici le Diocesi di Subiaco, Velletri e Sabina. Beatificato da papa Pio VI il 3 settembre 1786. Canonizzato da papa Giovanni Paolo II il 21 novembre 1999.
I resti del Santo sono conservati all’interno della Chiesa del Ritiro di Bellegra.
Fonte www.santiebeati.it – Autore: Antonio Borrelli
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