Notizie circa San Chetillo ci giungono grazie al Breviario dello Schleswig del 1512, ove sono riportate sei “lectiones” riguardanti la sua vita e riferenti notizie nel complesso degne di nota. Nato all’inizio del XII secolo presso Venning, nello Jutland, da una buona famiglia danese. Sin dalla giovinezza si distinse nelle discipline sacre e profane, ma la sua fama maggiore fu dovuta alla condotta virtuosa che contraddistingueva la sua esistenza.
Il vescovo di Viborg, Eskil, lo invitò nella sua diocesi e gli conferì l’ordinazione presbiterale nel 1125. Entrato poi cinque anni dopo fra i Canonici Regolari Agostiniani, Chetillo ne divenne prevosto ed assunse inoltre gli incarichi di educatore dei chierici della scuola capitolare e di amanuense per la copiatura di codici.
Si valse della sua grande influenza per promuovere la pacificazione degli animi, turbati dalle lotte per le successioni dinastiche: nel 1147 fu infatti inviato a Lund per negoziare, con l’arcivescovo Eskil, per la pace fra Svevo Grade e Canuto che si contendevano il trono danese. Contemporaneamente svolse un’intensa opera missionaria presso i Vendi, mostrandosi esemplare nella predicazione.
Secondo una lezione del breviario suddetto, Chetillo sarebbe morto martire, notizia però non suffragata dai più antichi martirologi, forse in quanto morto in modo violento ma non ad opera dei nemici della fede cristiana.
Morì a Viborg probabilmente il 27 settembre 1150.
Nel duomo cittadino gli fu dedicata una cappella, ove i suoi resti vennero riposti in un reliquiario d’oro. Agli occhi del popolo apparve da sempre come un santo, ancor prima che il pontefice Clemente III lo canonizzasse finalmente nel 1188. Nel presunto anniversario di tale evento è ancor oggi celebrata la sua festa.
Autore: Fabio Arduino