A lui sono intitolati il 15° e 16° libro della Bibbia, i due libri si presentano con i caratteri di un’opera unica, forse dello stesso autore, pubblicati nel III sec. a.C. Esdra di stirpe sacerdotale, viene presentato come «scriba esperto nella legge di Mosè». Nei primi capitoli del Libro di Esdra viene riportato il celebre editto di Ciro (538 a.C.) che concesse agli Ebrei di poter rientrare in patria, dopo l’esilio e ricostruire il tempio di Gerusalemme, distrutto dai Babilonesi nel 586 a.C.
Vari decenni dopo entra in scena Esdra, sacerdote, ispettore religioso inviato dal re di Persia, che giunse a Gerusalemme per rinvigorire la fede d’Israele, che si era affievolita in quegli ultimi anni. Egli e il governatore Neemia, che lo raggiunse nel 445 a.C., cercarono di riportare il popolo di Gerusalemme e della Palestina al più rigoroso rispetto della legge di Dio e dei Padri. Esdra con molta fermezza impedì ogni cedimento della purezza religiosa. (Avvenire)
Martirologio Romano: Commemorazione di sant’Esdra, sacerdote e scriba, che, al tempo del re persiano Artaserse, tornato da Babilonia in Giudea, radunò il popolo disperso e si adoperò con grande impegno per studiare, mettere in pratica e insegnare la legge del Signore in Israele.
A lui sono intitolati il 15° e 16° libro della Bibbia, per la verità il 16° ha il titolo di Neemia, ma i due libri si presentano con i caratteri di un’opera unica, in continuazione delle Cronache; forse dello stesso autore, pubblicati nel III sec. a.C.
Esdra di stirpe sacerdotale, come testimonia la lunga genealogia che lo presenta, e a partire dal capitolo 7 del I° libro e proseguendo in quello di Neemia; egli viene presentato come “scriba esperto nella legge di Mosè”.
Bisogna specificare che la funzione degli scribi ebbe grande importanza nella storia d’Israele; vennero dapprima impiegati come segretari, nell’amministrazione reale degli ultimi tempi della monarchia e soprattutto dopo l’esilio, si erano specializzati nella trascrizione e spiegazione della Legge, divenendone gli interpreti ufficiali.
Nei primi capitoli del Libro di Esdra viene riportato il celebre editto di Ciro (538 a.C.) che concesse agli Ebrei di poter rientrare in patria, dopo l’esilio e ricostruire il tempio di Gerusalemme, distrutto dai Babilonesi nel 586 a.C.
La ricostruzione avvenne in mezzo a mille difficoltà interne e fra l’ostilità della popolazione del luogo; il suo completamento finì nel 515 a.C. e venne chiamato il “secondo Tempio”.
Vari decenni dopo entra in scena Esdra, sacerdote, ispettore religioso inviato dal re di Persia, che giunse a Gerusalemme per rinvigorire la fede d’Israele, che si era affievolita in quegli ultimi anni.
Il suo intervento è variamente inquadrato nel tempo, perché se il re di Persia fu Artaserse I (465-424 a.C.) oppure Artaserse II (404-358 a.C.), le date sono diverse, comunque si pensa tradizionalmente che sia Artaserse I, datando così il suo arrivo in Palestina nel 458 a.C.
Affinché questi sacerdoti potessero ritornare a celebrare nel Tempio ricostruito, Esdra dispose che venissero ripudiate le mogli pagane, così pure vennero spezzate tutte le famiglie anche del popolo, che avevano al loro interno mogli e madri straniere; così da dare origine ad una nazione sacra, retta solo dalla Legge divina, chiusa e compatta al suo interno.
Tutta la società ebraica, la cultura e la tradizione vennero nuovamente impostate secondo le leggi dell’Alleanza; il valore più importante per gli Ebrei divenne allora l’impegno a rispettare la legge del Signore.
La sinagoga, già utilizzata all’epoca della permanenza a Babilonia, venne introdotta anche in Israele e divenne il luogo dove durante la settimana, si studiavano le Scritture, i testi sacri e le leggi di Dio; dove si faceva un poco di scuola e le assemblee più importanti della Comunità; in particolare il sabato, quando gli Ebrei si riunivano, leggevano i testi sacri, commentavano, cantavano e pregavano Dio.
In definitiva con Esdra la comunità ebraica, svanita la speranza e la possibilità di un’autonomia politica, si impegnò nella vita religiosa, diventando la “chiesa” del “santo resto” d’Israele, sul quale si erano appuntate le più rosee previsioni dei profeti.
Ed è in quest’epoca che nacque il cosiddetto Giudaismo, iniziato, curato e sostenuto da Esdra, con l’apporto determinante del politico Neemia.
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