Valentino, il primo vescovo noto di Genova, svolse il suo ufficio pastorale con rara prudenza e grande carità a favore degli orfani e delle vedove.
Felice fu l’antecessore del vescovo Siro, di cui fu padre e maestro. Romolo successe a Felice e Siro nell’episcopato e si distinse per la bontà, “sembrava più un padre che un signore… era il padre dei poveri”, e per il dono di comporre dissidi d’ogni genere.
I loro corpi furono sepolti a Genova nella basilica dei dodici Apostoli, detta in seguito di San Siro. Alcune loro insigni reliquie sono custodite anche nella Chiesa cattedrale di Genova.
Etimologia: Romolo = leggendario fondatore di Roma; forza, dal greco
Emblema: Bastone pastorale
Martirologio Romano: A Sanremo sulla costa ligure, deposizione di san Romolo, vescovo di Genova, che, pieno di ardore apostolico, morì mentre si recava in visita presso le popolazioni rurali.
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Non vi sono notizie certe sul tempo in cui visse, ma per deduzione si può pensare che sia stato nel sec. V perché l’ “Archa Tophea” in cui il Santo fu deposto e di cui si parla in un’unica biografia anonima del X sec. è una forma di sarcofago usato in Liguria appunto nel V secolo.
Succedette sulla cattedra vescovile genovese ai gloriosi s. Felice e s. Siro. Nota caratteristica del suo ministero pastorale fu la bontà “sembrava più un padre che un signore…. era il padre dei poveri….” vero competente per eliminare discordie di ogni genere.
Si trovò a visitare l’estrema parte della Liguria Occidentale, allora faceva parte della Diocesi di Genova, precisamente ‘Matuta’ odierna Sanremo, venne colto dalla morte e fu sepolto nella chiesa di San Siro, diventando subito oggetto di grande venerazione per i prodigi operati.
Durante l’episcopato a Genova di Sabatino (930) a causa delle scorrerie dei saraceni lungo la Riviera di Ponente, le reliquie del santo furono traslate solennemente e sotto scorta via mare a Genova e deposte nella Cattedrale di s. Lorenzo dove nel 1188 fu fatta una ricognizione canonica.
Durante tutto l’Alto Medioevo il Santo, fu venerato come patrono speciale di Matuta (Sanremo), si raccontano un gran numero di fatti prodigiosi attribuitagli per la difesa di quella terra dagli invasori stranieri.
E’ rappresentato vestito da vescovo e con una spada sguainata in mano.
Il santo è molto venerato a Genova e dopo San Siro, è il vescovo con il maggior culto tributato.
La festa celebrata un tempo il 13 ottobre, per tradizione data della sua morte; oggi l’arcidiocesi di Genova lo commemora invece il 6 novembre, insieme ai santi vescovi Valentino e Felice.
Autore: Antonio Borrelli
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