Testimonium

Il Santo di oggi 14 Febbraio 2019 Santi Cirillo e Metodio, Compatroni di Europa

I santi Cirillo e Metodio (fratelli e religiosi) sono considerati patroni di tutti i popoli slavi. Nell’ambito della Chiesa cattolica sono molto venerati in Slovenia, Slovacchia, in Croazia e nella Repubblica Ceca.

Nel 1980 Giovanni Paolo II con la lettera apostolica del 31 Dicembre 1980 Egregiae virtutis li elevò a compatroni dell’Europa, assieme a San Benedetto da Norcia.

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Costantino, meglio noto con il nome monastico di Cirillo ( greco: Κύριλλος, Kýrillos , cirillico: Кирилъ, Kiril” ) (Tessalonica, 827 – Roma 14 febbraio 869). Monaco, fu evangelizzatore di Pannonia e Moravia nel IX secolo ed inventore dell’alfabeto glagolitico. È venerato come santo dalla Chiesa cattolica e dalla Chiesa ortodossa assieme al fratello Metodio.

Metodio (greco: Μεθόδιος, Methódios, cirillico: Меѳодїи, Metodjii) (Tessalonica, 815-820 – Velehrad, 6 aprile 885). Vescovo e anch’egli evangelizzatore bizantino dei popoli Slavi.

La notizie sulle loro vite

Le poche notizie scritte relative ai due santi provengono principalmente da due Vitæ scritte in antico slavo ecclesiastico, chiamate anche Leggende Pannoniche, e dalla Leggenda italica, redatta in latino dal vescovo di Velletri Gauderico, sulla vita di San Clemente, le cui reliquie furono portate in Italia proprio da Cirillo e Metodio. Conserviamo poi le lettere inviate dai papi a Metodio. Data la scarsità di fonti, grande è il numero di leggende fiorito intorno alle figure di Cirillo e Metodio.

I due fratelli nacquero in Macedonia, a Tessalonica, seconda città dell’Impero bizantino. Di nobile famiglia, erano figli di Leone, drungario della città e governatore militare del thema Thessalonike. La città a quell’epoca contava una forte presenza slava, dovuta alla massiccia invasione che poco tempo prima aveva investito le terre bizantine, provocando l’insediamento di numerose tribù nelle campagne e in numerosi centri e fortezze minori. I fratelli Cirillo e Metodio acquisirono così dimestichezza con la lingua dei popoli calati da nord.

Studi a Costantinopoli

Già in giovane età Costantino sembrava desideroso di dedicarsi al conseguimento della completa sapienza, almeno secondo quanto riportato, in un convenzionale canone agiografico, nella Vita Cyrilli. Sta di fatto, comunque, che egli si trasferì presto, attorno all’842, a Costantinopoli per perfezionare gli studi di teologia e filosofia, sotto l’egida del potente eunuco di corte Teoctisto, logoteta del dromo e reggente per il basileus Michele III.

Nella capitale Costantino venne consacrato sacerdote, entrando a far parte del clero della basilica di Santa Sofia. A Costantinopoli conobbe anche Fozio, uomo di cultura e politico di spicco, che divenne suo precettore. Anastasio Bibliotecario ci informa dell’amicizia che intercorreva tra loro così come di una disputa dottrinaria. La curiosità di Costantino dimostrava il suo eclettismo: coltivò infatti nozioni di astronomia, geometria, retorica e musica.

San Cirillo poliglotta

In ogni caso, fu nel campo della linguistica che Cirillo diede prova del suo genio: oltre alla lingua greca ed a quella slava, parlava correntemente anche il latino, il siriaco, l’arabo e l’ebraico. Assieme a Fozio viaggiò in Oriente per importanti incarichi diplomatici presso gli Arabi di Samarra e i Cazari. Proprio durante un viaggio in Crimea Costantino avrebbe rinvenuto le reliquie di papa Clemente I, lì esiliato e morto nell’anno 97.

Nella stessa missione Costantino trovò anche un Vangelo e un salterio, come ci informa la Vita Methodii.

Inviati ad evangelizzare la Pannonia

Divenuto Fozio patriarca di Costantinopoli nell’858 per volontà dell’imperatrice Teodora, la Chiesa bizantina cercò di contrastare l’espansionismo della Chiesa latina e dei Franchi presso gli Slavi. Cirillo venne dunque inviato, assieme al fratello Metodio ad evangelizzare la Pannonia.

Quando il re della Grande Moravia, Rastislav, chiese all’imperatore di Bisanzio di inviare missionari, la scelta ricadde ancora una volta su di loro. In realtà la richiesta celava un motivo politico perché Rastislav trovava preoccupante la presenza tedesca sul suo territorio. Infatti la Pannonia era già stata evangelizzata dalla precedente missione di Salisburgo.

Cirillo dunque si recò nel regno di Rastislav e incominciò a tradurre brani dal Vangelo di Giovanni inventando un nuovo alfabeto, detto glagolitico (da глаголь glagol’ che significa parola). Probabilmente già da anni stava elaborando un alfabeto per la lingua slava. Dal Vangelo di Giovanni, venne tradotta una serie di passi scelti che entrò a far parte dell’Aprakos.

Nel regno di Rastislav entrarono in contrasto con il clero tedesco che rivendicava quel dominio, essendo stato evangelizzato dalla missione di Salisburgo. Sull’onda del crescente scontro tra Chiesa d’Oriente e d’Occidente per il controllo dei nuovi fedeli moravi, nell’867 i due vennero convocati a Roma per discutere con papa Niccolò I dell’uso cultuale della lingua slava. Lungo il viaggio sostarono nel Ducato di Venezia, dove si scontrarono con il clero locale, che rivendicava come lecite tre sole lingue sacre: latino, greco ed ebraico: le lingue parlate in Palestina all’epoca di Gesù. Costantino e Metodio opposero invece a queste argomentazioni il consolidato uso che si faceva in oriente di altre lingue liturgiche.

Costantino prende il nome di Cirillo e muore a Roma

A Roma, invece, i due trovarono una buona accoglienza. Portarono al pontefice in dono le reliquie di Papa Clemente I, morto in Crimea nel 97 e venerato come Santo. Niccolò I consacrò prete Metodio e approvò la traduzione della Bibbia in slavo, a patto che la lettura dei brani fosse preceduta dagli stessi passi espressi in Latino. A Roma Costantino si ammalò e assunse l’abito monastico, prendendo il nome di Cirillo, qui morì il 14 febbraio del 869 e venne inumato presso la basilica di San Clemente.

San Metodio vescovo di Sirmium, poi incarcerato

Metodio ritornò in Moravia. In un altro viaggio a Roma è nominato vescovo e assegnato alla sede di Sirmiun (oggi Sremska Mitrovica). Intanto in Pannonia a Rastislav successe il nipote, Sventopelk, favorevole alla presenza tedesca che circondava il regno.

Iniziò così la persecuzione dei discepoli di Cirillo e Metodio, visti come portatori di un’eresia. San Metodio stesso è  incarcerato per due anni in Baviera. Nel 885 anche Metodio morì; i suoi discepoli, incarcerati o venduti come schiavi a Venezia. Una parte di essi riuscì a fuggire in Bulgaria e in Dalmazia.

Fonte it.cathopedia.org

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