San Felice è stato un sacerdote e martire; è considerato un santo miroblita cioè che dal suo corpo, prima o dopo la morte, ha emanato una fragranza, o ha lasciato colare olio profumato.
Poche le notizie sulla sua vita. Nasce a Nola, in Campania,) nel III secolo da una ricca famiglia originaria della Siria; aveva un fratello Ermia che scelse la carriera militare, mentre lui si consacrò a Cristo come sacerdote.
Divenne fedele collaboratore del vescovo di Nola, Massimo, che durante l’ultima persecuzione contro i cristiani, lasciò Nola per rifugiarsi in luogo deserto, lasciando in città il prete Felice che voleva come suo successore.
Ma Felice fu imprigionato e torturato, poi liberato miracolosamente da un angelo che lo condusse nel luogo deserto, dove il vecchio vescovo Massimo era moribondo, consumato dagli stenti e dalle sofferenze. Lo rifocillò con il succo di uva miracolosa e poi caricatolo sulle spalle, lo riportò a Nola, affidandolo alle cure di una anziana cristiana.
Durante la sospensione della persecuzione, poté riprendere il suo ministero sacerdotale. Quando la persecuzione riprese, Felice fu di nuovo ricercato, ma egli sfuggì alla cattura rifugiandosi in una cisterna disseccata. Per sei mesi, secondo sempre la tradizione, fu alimentato da una pia donna.
Cessata definitivamente la persecuzione con la pace di Costantino (313), Felice ritorna a Nola, dove morto il vecchio vescovo Massimo viene candidato a succedergli, ma egli rifiuta a favore del prete Quinto, rinuncia anche ai suoi beni e trascorre il resto dei suoi giorni nella povertà e nel lavoro.
Non si conosce l’anno della sua morte. Il santo fu comunque sempre venerato come martire, anche se non era stato ucciso. Certamente aveva tanto sofferto e solo miracolosamente aveva avuto salva la vita.
La sua tomba fu detta “Ara Veritatis”, perché gli si attribuiva particolare efficacia per il trionfo della verità, contro gli spergiuri.
È il patrono di Nola ed è considerato un santo miroblita cioè che dal suo corpo, prima o dopo la morte, ha emanato una fragranza, o ha lasciato colare olio profumato.
Secondo la tradizione, il corpo del martire fu poi seppellito di nascosto all’interno di un pozzo di una casa patrizia sul quale fu in seguito edificato un luogo di culto, che diventerà la cripta della cattedrale di Nola, dove riposano ancora oggi le spoglie del santo.
(Fonte santiebeati.it – Autore: Antonio Borrelli)
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Glorioso San Felice oggi ti eleggo
a mio speciale patrono:
sostieni in me la Speranza,
confermami nella Fede,
rendimi forte nella Virtù.
Aiutami nella lotta spirituale,
ottienimi da Dio tutte le Grazie
che mi sono più necessarie
ed i meriti per conseguire con te
la Gloria Eterna. Amen.
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