In Germania, santa Matilde, che, moglie fedelissima del re Enrico, fu insigne per umiltà e pazienza e si prodigò generosamente nell’assistenza ai poveri e nella fondazione di ospedali e monasteri.
Santa Matilde nasce ad Enger intorno all’anno 895 da principesca famiglia. I genitori l’affidano da bambina alla abadessa di Erfurt, perchè la educasse all’amore e al desiderio delle virtù cristiane. Matilde corrispose alle premure dei genitori e alle sollecitudini della sua educatrice, e non ritornò in famiglia, se non quando seppe essere quella la volontà di Dio.
Nell’anno 913 ella giurava fedeltà di sposa al principe Arrigo, figlio di Enrico duca di Sassonia. Il suo sposo, dopo la morte di Corrado re di Germania, nel 919, divenne imperatore.
La modestia, l’umiltà, l’innocenza e tutte le doti del suo nobile animo colpivano chiunque la incontrasse. La santa amava visitare gli ammalati e i poveri.
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Il suo ruolo politico non le permetteva d’occupare gran parte delle sue giornate nelle opere di carità. Nel cuore della notte, però, mentre nella reggia tutto taceva, andava in chiesa e passava ore ed ore in unione con Dio nella preghiera e nella contemplazione. Il marito, profondamente cattolico, assecondava la pietà e le opere della consorte.
Dall’unione tra Enrico e Matilde erano nati cinque figli: Enrico il Litigioso, il futuro imperatore Ottone I, San Bruno arcivescovo di Colonia, Gerburga moglie del re Luigi IV di Francia ed Edvige madre di Ugo Capeto.
Alla morte del marito avvennero molti problema per la successione al trono.
Grandi sofferenze, dispiaceri e umiliazioni dovette sopportare la regina in questi avvenimenti, tanto più che le erano causati da persone da lei tenerissimamente amate: ma tutto sopportò in spirito di penitenza.
La regina Matilde conduceva una vita assai austera ed a causa delle sue ingenti elemosine si attirò le ire dei figli: Ottone (succeduto al trono) la accusò infatti di sperperare il tesoro della corona , le richiese un rendiconto delle sue spese e la fece spiare per tenere sotto controllo ogni suo movimento, ma con suo grande dolore anche il figlio favorito Enrico si schierò con il fratello appoggiando la proposta di far entrare la madre in convento onde evitare ulteriori danni al patrimonio familiare. Matilde sopportò con estrema pazienza tutto ciò, constatando amaramente come i suoi figli si fossero riappacificati solo per perseguire i loro interessi a suo discapito.
Lasciò allora tutta la sua eredità ai figli e si ritirò nella residenza di campagna ove era nata.
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Era però destino che la Germania non potesse fare ameno di questa santa donna: appena partita, infatti, Enrico cadde ammalato e sorsero nuovi problemi politici. Sotto pressione del clero e dei nobili, la moglie di Ottone convinse questi a chiedere perdono alla madre, a restituirle il maltolto e richiamarla a partecipare agli affari di stato. Matilde tornò così a corte e riprese anche le sue opere di carità.
Successivamente ci furono ancora problemi interni alla famiglia. Successivamente Matilde si ritirò definitivamente nei monasteri da lei fondati, in particolare a Nordhausen. Verso la fine del 967 una febbre che la disturbava ormai da tempo si aggravò ulteriormente.
La santa muore il 14 marzo 968. Il corpo di Matilde venne sepolto accanto a quello del marito e subito iniziò la venerazione popolare nei suoi confronti.
Nelle diocesi tedesche di Paderborn, Fulda e Monaco è ancora oggi particolarmente vivo il suo culto.
L’iconografia è solita raffigurare Santa Matilde con in mano il modellino di una chiesa o una borsa di denaro, simboli della sua generosità e delle sue fondazioni monastiche.
Dio, che con l’umiltà e costanza della tua serva Matilde ci hai insegnato come si giunga al possesso delle vere grandezze, fa’, ti preghiamo, che anche noi ne imitiamo l’esempio e che le cose non ci siano che stimolo per il tuo santo servizio.
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