Maria Crocifissa Di Rosa, al secolo Paola Francesca Maria Di Rosa, è stata una religiosa italiana, fondatrice della congregazione delle Ancelle della Carità. È stata canonizzata da papa Pio XII nel 1954.
Nasce il 6 Novembre 1813 a Brescia; suo padre, Clemente Di Rosa, è un cospicuo imprenditore bresciano mentre la madre, Camilla Albani, appartiene alla nobiltà bergamasca, e viene a mancare quando lei, Paola Francesca, ha soltanto 11 anni. A quell’età entra nel collegio della Visitazione per gli studi, e ne esce a 17 anni. Il padre comincia a parlarle di matrimonio, ma non se ne farà nulla, perché lei vuole restare fedele al voto di castità fatto in istituto .
Niente matrimonio, dunque. Il padre la mette subito ai lavori, allora, mandandola a dirigere una sua fabbrica di filati di seta ad Acquafredda, un paese del Bresciano in riva al fiume Chiese, con una settantina di operaie. Siamo nel regno Lombardo-Veneto che, malgrado il nome, è una provincia “a statuto speciale” dell’Impero austro-ungarico, governata dall’arciduca Ranieri d’Asburgo col titolo di viceré.
Così, la giovane manager col voto di castità si impegna nell’azienda di famiglia. E al tempo stesso organizza aiuti per i poveri e gli ammalati in necessità, e si dedica all’istruzione religiosa femminile, aiutata da alcune ragazze. Insieme si fanno infermiere volontarie e lavorano senza alcun riconoscimento civile o ecclesiastico. Nel 1836 la Lombardia è colpita dal colera, che fa 32 mila morti e si estende anche al Veneto e all’Emilia.
Con le sue ragazze, Paola Francesca fa servizio volontario nel lazzaretto, assiste chi è malato in casa, si occupa degli orfani e dà anche vita a due scuole per sordomuti. Nel 1840 si trova a capo di 32 ragazze con esperienza infermieristica e preparate persino all’istruzione religiosa, ma ancora senza approvazioni ufficiali, senza “personalità giuridica”. Ufficialmente Paola Francesca e tutte le ragazze non esistono.
Ma per i bresciani esistono, sì: loro le vedono all’opera, e soprattutto ne ammirano il coraggio nella tremenda primavera del 1849, durante le “Dieci Giornate”; ossia quando la città si ribella agli austriaci e subisce poi la rappresaglia ordinata dal feldmaresciallo Haynau. In mezzo alla tragedia, loro sono lì a soccorrere i feriti e a fare coraggio. E finalmente nel 1851 l’intrepida comunità ottiene la prima approvazione della Santa Sede come congregazione religiosa, col nome di Ancelle della Carità.
Nel 1852, Paola Francesca pronuncia i voti e come religiosa diventa suor Maria Crocifissa (ha voluto chiamarsi come la sua sorella maggiore, morta nel 1839). Guidate da lei, le Ancelle della Carità incominciano a estendere la loro opera in Lombardia e nel Veneto, ma ormai le resta poco da vivere, anche se è ancora giovane.
Si ammala nella casa delle Ancelle in Mantova, e di lì ritorna a Brescia solo per morirvi, a 42 anni. Era il 15 Dicembre 1855.
Pio XII Pacelli la proclamerà santa nel 1954. Le sue spoglie sono custodite nella Casa madre di Brescia.
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Dall’assistenza ospedaliera e domiciliare (storica la presenza costante presso gli Ospedali Civili di Brescia), l’apostolato delle Ancelle si è esteso alla cura degli anziani e dei bambini, con la fondazione di scuole, orfanotrofi e case di riposo, all’animazione parrocchiale negli oratori festivi e a tutte le opere di carità.
Oltre che in Italia, sono presenti nella ex Jugoslavia (Croazia, Bosnia ed Erzegovina), nell’America del Sud (Brasile, Ecuador) e in Africa (Burundi, Ruanda). La curia generalizia ha sede presso la casa madre dell’istituto, a Brescia.
Al 31 dicembre 2005, la congregazione contava 1.103 religiose in 102 case.
(Fonte www.santiebeati.it – Autore: Domenico Agasso)
O Signore Gesù, che insegnasti agli apostoli a pregare, per i meriti di santa Maria Crocifissa, noi ti rivolgiamo un’ardente preghiera, perché ci conceda la grazia di una vera pietà.
Insegna la preghiera a noi che non sappiamo pregare, facci degni della tua luce, della tua purezza, del tuo amore. Rafforza questo cuore tanto debole; snebbia la nostra mente dalle oscurità della terra. Da’ a noi la sete di te, della tua intimità.
Ci rivolgiamo a te, santa Maria Crocifissa, e ti invochiamo: “Donaci la grazia della pietà e della preghiera, perché sappiamo che questo è il solo e vero amore di Dio”.
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