Bonaventura da Bagnoregio è stato un cardinale, filosofo e teologo italiano. Denominato Doctor Seraphicus, insegnò alla Sorbona di Parigi e fu amico di san Tommaso d’Aquino. Vescovo e cardinale, dopo la morte venne canonizzato da papa Sisto IV nel 1482 e proclamato Dottore della Chiesa da papa Sisto V nel 1588.
Patronato:
FattoriniEtimologia: Bonaventura = fortunato, significato intuitivo
Emblema: Bastone pastorale, cappello da cardinale
Nell’anno 1221 nasceva in Bagnoregio (Lazio) San Bonaventura che al fonte battesimale è chiamato Giovanni. Essendosi ammalato gravemente all’età di quattro anni, la mamma lo raccomandò a San Francesco d’Assisi, promettendo di offrirlo al Signore nell’ordine dei Frati Minori, se avesse riacquistata la salute. San Francesco pregò per lui e quando lo seppe risanato, esclamò: «O buona ventura». Da allora Giovanni è chiamato Bonaventura.
Cresciuto negli anni, nel 1242 si associò ai seguaci del poverello d’Assisi, ove in breve fece mirabili progressi nella virtù e nella scienza.
Fatta la professione, venne mandato all’Università di Parigi, alla scuola del dottissimo Padre Ales. I progressi che fece negli studi furono tali che dopo solo sette anni venne eletto professore di filosofia e teologia nella medesima Università.
I suoi esempi rifulgevano davanti ai confratelli ed essi, nonostante la sua giovine età, lo elessero priore generale dell’ordine nel 1256.
Nella nuova carica era sempre così puntuale e preciso, che per stimolare i ritrosi ed animare i fervidi alla imitazione di San Francesco, si serviva più del suo esempio che della sua autorità.
La sua fama si estese: tutti ormai stimavano il Padre Bonaventura uomo eccezionale. Il papa Clemente IV gli offrì l’arcivescovado di York (Inghilterra). Ma San Bonaventura riuscì a indurre il Santo Padre a desistere dal suo progetto.
Però Gregorio X, successore di Clemente IV, vedendo i doni che Dio aveva elargito a questo religioso, e considerando il gran bene che avrebbe potuto fare alla Chiesa, lo elesse cardinale. San Bonaventura non voleva e si era persino rifugiato in Francia; ma tutto fu inutile. Costretto dall’ubbidienza si portò a Roma dove il Papa, consacrandolo vescovo di Albano, lo nominò legato pontificio assieme a San ‘Tommaso d’Aquino per il concilio che si stava per aprire in Lione.
Ma San Tommaso lungo il viaggio s’ammalò e morì, e San Bonaventura per il troppo lavoro fu preso da atroce malore e da vomito continuo, onde in pochi giorni passò’ all’eternità. Muore il 14 luglio del 1274.
Come si è già accennato, San Bonaventura era dottissimo ed in mezzo alle sue molteplici occupazioni trovò modo di scrivere numerosi volumi che rivelano la profondità della sua dottrina e l’acutezza del suo ingegno. Ad una vecchietta che lo lodava per la sua scienza rispose: «Voi potete amar Dio più di qualsiasi sapiente ed è questo l’unico mezzo per essere a Lui accetti».
Pierre de Tarentaise, futuro papa Innocenzo V, ne celebrò le esequie e Bonaventura venne inumato nella chiesa francescana di Lione. Intorno all’anno 1450 la salma venne traslata in una nuova chiesa, dedicata a San Francesco d’Assisi; la tomba venne aperta e la sua lingua venne trovata in perfetto stato di conservazione: questo fatto ne facilitò la canonizzazione, che avvenne ad opera del papa francescano Sisto IV il 14 aprile 1482. La nomina a dottore della Chiesa, compiuta il 14 marzo 1588 da un altro francescano, papa Sisto V.
Fonte www.santodelgiorno.it
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