Oggi è la memoria di Giuseppe Pignatelli di Fuentes, gesuita spagnolo proclamato santo nel 1954 da papa Pio XII. Era figlio del Principe Antonio Pignatelli Aragona Cortés, nobile di origine italiana capostipite della linea familiare dei conti di Fuentes.
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Giuseppe Pignatelli nasce a Saragozza , in Spagna, il 27 dicembre 1737, dal principe Antonio e dalla marchesa Francesea Mancavo. A dodici anni entrò con il fratello Nicola nella Compagnia di Gesù, dove diede mirabili prove di eroismo e di virtù. A quindici anni, l’8 Maggio 1751, entrò nel noviziato della provincia aragonese. Qui trovò l’importante presenza di San Pietro Claver (l’apostolo dei Negri).
Si distinse nella pietà, nello studio e nell’esercizio della carità. Chiese insistentemente di essere mandato nelle Missioni fra gli Indiani d’America. Ebbe difficoltà per diventare sacerdote per via della sua salute. Comunque ci riuscì nel Dicembre del 1762.
Posto come insegnante di grammatica nel collegio di Saragozza, mostrò una particolare finezza pedagogica, unendo all’istruzione l’insegnamento pratico della virtù. Visitava le carceri prendendosi cura speciale dei condannati a morte, ciò che gli valse il nomignolo popolare di padre degli impiccati.
Già uomo di consiglio, benché appena trentenne, era largamente consultato: il suo zelo si impiegava inoltre nella difesa della Compagnia, fatta oggetto di una ignominiosa guerra.
Tra il 1759 e il 1768 i Gesuiti furono cacciati dai domini del Portogallo, disciolti in Francia, deportati dalla Spagna, dal Regno delle due Sicilie, da Parma e Piacenza e da Malta.
Dalla Spagna i Gesuiti furono imbarcati su tredici navi mercantili, scortate da tre corvette reali al comando di Antonio Carcelò, e deportati negli Stati Pontifici. Ma c’era un altro pilota in quella flotta di profughi, Giuseppe Pignatelli, che da quel giorno prese il timone della dispersa Compagnia, e con l’aiuto di Dio, la condusse sicura attraverso i mari e le città d’Italia, pur fra nuove e più violente tempeste.
Successivamente la rivoluzione francese e poi in seguito le guerre napoleoniche crearono attorno a lui una situazione di incertezza e di timore: ma alla fine, il Beato vinse.
A Colorno, nel ducato di Parma, poi a Roma e a Napoli ha potuto ristabilire le case della Compagnia di Gesù. Muore il 15 Novembre 1811 a Roma.
Fonte santiebeati.it – Autore: Antonio Galuzzi
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