Marie-Bernarde Soubirous detta Bernadette è stata una religiosa e mistica francese, canonizzata dalla Chiesa cattolica. È conosciuta per le apparizioni mariane alle quali riferì di aver assistito in una grotta del suo paese natale.
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Patronato: Pastori
Etimologia: Bernardetta = ardita come orso, dal tedesco
Emblema: Giglio
Bernadette nasce a Lourdes (piccolo paese della Francia sui Pirenei) il 7 Gennaio 1844. Era figlia d’un mugnaio, che presto dovette abbandonare il proprio mulino per ridursi a vivere di stenti nel paese.
La mattina dell’11 febbraio 1858 faceva freddo, e in casa Soubirous non c’era più legna da ardere. Bernadette, con la sorella Antonietta e una compagna, furono mandate a cercare dei rami secchi nei dintorni del paese.
Le tre bambine giunsero così vicino alla Rupe di Massabielle, che formava, dalla parte del fiume, una piccola grotta. Dentro a quella grotta giaceva un bel pezzo di legno. Per poterlo raccogliere, bisognava però attraversare un canale d’acqua, che veniva da un mulino e si gettava nel fiume.
Antonietta e l’amica calzavano gli zoccoli, senza calze. Se li tolsero, per entrare nell’acqua fredda. Bernardetta invece, essendo delicata e soffrendo d’asma, portava le calze. Pregò l’amica di prenderla sulle spalle, ma l’amica si rifiutò, e discese, con Antonietta, verso il fiume.
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Bernardetta rimase sola. Pensò di togliersi gli zoccoli e le calze, ma mentre si accingeva a far questo udì un grande rumore: alzò gli occhi e vide che la quercia abbarbicata al masso di pietra si agitava violentemente, per quanto non spirasse alito di vento. Poi la grotta fu piena d’una nube d’oro, e una splendida signora apparve sulla roccia della grotta.
Istintivamente, la bambina s’inginocchiò, tirando fuori la coroncina del Rosario. La Signora la lasciò pregare, facendo passare tra le sue dita, come faceva la piccola, i grani del Rosario, che pur essa teneva in mano, senza però mormorare l’Ave Maria. Soltanto, alla fine delle decine si univa a Bernadette per recitare il Gloria Patri.
Quando il Rosario terminò, la bella Signora scomparve. Sparì la nuvola d’oro, e la grotta tornò nera, dopo tanto splendore.
L’apparizione si sono ripetute per altre 17 volte. Bernadette non si contraddì mai nel descrivere la bella Signora. «vestita di bianco – diceva -, con un nastro celeste annodato alla vita e con le estremità lunghe fin quasi ai piedi».
Le giovani che erano in sua compagnia dissero di non aver visto nulla. L’identità dell’apparizione – nelle parole di Bernadette – rimase sconosciuta fino alla diciassettesima visione; fino ad allora Bernadette si limitò a chiamarla semplicemente Aquero (pronuncia “acherò”; nel dialetto occitano locale significa pressappoco quella là, una maniera di riferirsi a una generica figura femminile).
La storia di Bernadette creò scompiglio tra gli abitanti della cittadina; un gran numero di persone la seguiva quotidianamente nel suo percorso, alcuni per curiosità, altri per trovare l’inganno o altri ancora che credevano fermamente di assistere a un miracolo.
Il contenuto delle altre visioni di Bernadette fu semplice e focalizzato sulla necessità di preghiera e penitenza. Durante la tredicesima apparizione, il 2 marzo, Bernadette spiegò alla sua famiglia che la Signora aveva detto “Và per favore dai sacerdoti e dì loro che una cappella deve essere costruita qui. Lasciate che qui passino le processioni“. Accompagnata da due delle sue zie, Bernadette puntualmente si presentò con la richiesta al Parroco, Padre Dominique Peyramale, un uomo brillante, ma burbero, con poca disponibilità a credere ad affermazioni su apparizioni o miracoli.
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Padre Peyramale disse a Bernadette che la Signora doveva dare un’identificazione. La ragazza affermò che nella visione successiva ripeté le parole del Parroco alla Signora, ma che ella si inchinò leggermente, sorrise e non rispose nulla. Padre Peyramale disse a Bernadette di provare che la “Signora” fosse “reale”, di chiederle un miracolo, cioè di far fiorire e germogliare il cespuglio di rose subito sotto la nicchia. Era metà febbraio.
Come Bernadette riportò più tardi alla sua famiglia e agli inquirenti civili ed ecclesiastici, durante la nona apparizione, la Signora presumibilmente le disse di bere dalla sorgente che fluiva sotto la roccia e mangiare le piante che crescevano liberamente lì e benché sul luogo non vi fossero sorgenti conosciute e il terreno fosse duro e arido, Bernadette suppose che la “Signora” volesse indicare che la sorgente era sotto terra.
La ragazza fece quindi come le era stato detto e scavò nella terra, ma quando non accadde nulla lo scetticismo si impossessò dei presenti. Tuttavia, il giorno dopo, l’acqua cominciò a fluire. Alcuni devoti seguirono l’esempio di Bernadette e bevvero dalla sorgente; ancora oggi numerosi sono i miracoli di chi beve o si immerge nelle acque di Lourdes.La commissione di Lourdes che esaminò Bernadette dopo le visioni, eseguì anche un’analisi dell’acqua e trovò soltanto un alto contenuto di minerali e null’altro di straordinario che potesse spiegare le guarigioni. Bernadette stessa disse che la Fede e le preghiere avevano curato i malati.
La sedicesima visione, durata un’ora, avvenne il 25 marzo, giorno in cui la Chiesa cattolica commemora l’Annunciazione dell’Angelo alla Madonna. Durante la visione, avvenne il “Miracolo della Candela”. Bernadette teneva fra le mani una candela, che durante la visione bruciò del tutto: la fiamma rimase a diretto contatto con la sua pelle per più di 15 minuti, senza che ella mostrasse dolore o danni.
Tale avvenimento fu testimoniato da molte persone presenti, incluso il Medico Generico di Lourdes, il dottor Pierre Romaine Dozous, che cronometrò e documentò il fatto. Secondo il suo rapporto, non c’era alcun segno che mostrasse che la pelle di Bernadette fosse danneggiata in alcun modo, quindi tenne sotto controllo la ragazza senza intervenire. Dopo che la visione fu terminata, il dottore affermò di aver esaminato la mano della ragazza senza trovarvi alcuna evidenza di bruciatura e che ella era del tutto ignara di quanto stava accadendo. Il dottore disse allora di aver applicato per un attimo una candela accesa sulla mano della ragazza e che lei reagì immediatamente. Non è chiaro se altri osservatori, oltre a Dozous, fossero sufficientemente vicini per poter testimoniare che la candela era in contatto continuo con la pelle di Bernadette.
La ragazza disse di aver chiesto nuovamente, nella medesima apparizione, il nome della Signora e che ella aveva soltanto sorriso. Bernadette ripeté la domanda altre tre volte e alla fine udì la signora pronunciare, in Guascone, il dialetto locale, “Io sono l’Immacolata Concezione”.
Quattro anni prima Papa Pio IX aveva promulgato la dottrina dell’Immacolata Concezione, secondo cui sola tra tutti gli esseri umani mai vissuti, la Vergine Maria era nata senza la macchia del Peccato originale. Tuttavia il dogma all’epoca non era molto conosciuto nella Chiesa cattolica. Non era certamente un’espressione nota a una contadina semplice e non istruita, che riusciva a malapena a leggere. I suoi genitori, tutti gli insegnanti e sacerdoti testimoniarono più tardi che la ragazza non aveva mai udito da loro le parole riferite.
Bernadette era una giovane malaticcia, aveva avuto il colera durante l’infanzia e aveva sofferto per la maggior parte della sua vita di asma. Tuttavia, malgrado le rigorose investigazioni ufficiali della Chiesa cattolica e del Governo francese, rimase ferma nelle sue dichiarazioni.
Attorno alla grotta di Lourdes si accesero le devozioni più fervide e le discussioni più clamorose. E su Bernardetta si appuntarono curiosità e ammirazione. Ella però soffriva dì tanta attenzione; chiese perciò di entrare in un convento, a Nevers. «Son venuta qui per nascondermi», disse umilmente. Stremata di forze, oppressa dall’asma, respirava a fatica. «Tu soffri molto», le dicevano le consorelle. «Bisogna che sia così», rispondeva la giovane suora.
Bisognava che soffrisse, per restare degna del privilegio che aveva ricevuto, di vedere la Vergine Immacolata.
Nei 13 anni che rimane a Nevers sarà infermiera, a volte sacrestana, ma spesso ammalata lei stessa… Svolge tutte le sue mansioni con delicatezza e generosità: “Non vivrò un solo istante senza amare”.
Ma la malattia avanza implacabile: asma, tubercolosi, tumore osseo al ginocchio. L’11 dicembre 1878 è definitivamente costretta a letto: “Sono macinata – dice lei – come un chicco di grano”. All’età di 35 anni, il 16 aprile 1879, mercoledì di Pasqua, alle 3 del pomeriggio, gli occhi della piccola veggente che videro Maria si chiudono per sempre.
Papa Pio XI l’ha proclamata santa l’8 dicembre 1933.
Vita di Santa Bernadette tratta da santiebeati.it/santodelgiorno.it/it.cathopedia.org
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