A Carrara in Toscana, transito di san Cecardo, vescovo di Luni e Sarzana, che, iniquamente ucciso da alcuni tagliapietre presso le cave di marmo, ebbe fama di martire.
Emblema: Bastone pastorale, Palma
La vita
Luni, città etrusca posta sul confine tra la Liguria e la Toscana, un tempo ricca e prosperosa, dovette forse la sua più terribile devastazione ad un errore di calcolo della flotta vichinga. I Normanni di re Hasting, secondo un’antica leggenda, avrebbero confuso Luni con Roma, vittima prescelta delle loro scorrerie. Nell’850 avevano già messo stabilmente piede in Inghilterra e poi, varcato lo stretto di Gibilterra, Roma era l’ultima meta agognata, ma lo splendore di Luni fece loro credere di essere giunti a destinazione.
Re Hasting escogitò un piano ingegnoso: lasciate le navi ad un approdo poco lontano, entrò in città da solo fingendo di voler comprare vettovaglie per i suoi uomini e poi chiese al vescovo di essere istruito nella religione cristiana e battezzato. Ammesso nella comunità cristiana, si finse dunque ammalato e, appena rientrato tra i suoi uomini, simulò d’esser morto. I cittadini di Luni ed il loro vescovo andarono allora a prelevare la salma per seppellirla in terra benedetta, ma appena il feretro, accompagnato dai Vichinghi, giunse nella cattedrale, dalla cassa si rilazò re Hasting, vivo e vegeto, armato di tutto punto. Era l’860 ed il grande eccidio ebbe inizio.
Toccò a San Ceccardo, quale successore del vescovo Gualchiero perito nell’eccidio, il compito di ricostruire materialmente e spiritualmente la città.
Ceccardo, infatti, recatosi nei pressi di Carrara per scegliere i marmi della nuova cattedrale, venne ingiustamente ucciso da alcuni tagliapietre presso le cave di marmo, meritandosi la fama di martire, come attesta il Martirologio Romano.
Nel luogo indicato dalle leggende è sorta, almeno a partire dal XIV secolo, la chiesa di San Ceccardo ad Acquas, contenente una piccola fonte scaturita dove avrebbe toccato terra il primo fiotto di sangue del martire. Il suo corpo si conserva nel Duomo di Carrara e ha subito almeno quattro ricognizioni: l’ultima nel 1949, durante l’episcopato di Carlo Boiardi, vescovo di Apuania.
A San Ceccardo la tradizione attribuisce numerosi miracolosi interventi.
La festa di San Ceccardo, patrono della città, del comune e del vicariato di Carrara, è solennemente festeggiata il 16 giugno. Fonte santiebeati.it
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PREGHIERA
San Ceccardo, Patrono di Carrara,
che nell’adempimento del tuo sacro ministero
coronasti con la gioia del martirio
la tua mirabile vita,
infondici nel cuore
la fiamma dell’apostolato cristiano,
la serenità nel compiere sempre
la volontà di Dio
e la forza di abbracciare la nostra croce.
Ti chiediamo con spirito di amore filiale
la protezione per la nostra città,
dai monti al mare,
e per tutti quelli che abitano questa terra
dalla quale hai fatto sgorgare
una limpida acqua salutare,
simbolo della continuità
delle tue grazie per noi.
Benedici i tuoi figli dal Cielo
affidàti al tuo paterno aiuto. Amen.
Autore: Don Fabio Arduino