La Chiesa ricorda Santa Agnese d’Assisi, vergine, che nel fiore della giovinezza seguì le orme di sua sorella santa Chiara. Abbracciò con tutto il cuore la povertà sotto la guida di san Francesco.
Etimologia: Agnese = pura, casta, dal greco
LEGGI: Lettura e commento del Vangelo
Nel coro del poverissimo conventino di San Damiano, ad Assisi, si possono ancora leggere i nomi delle prime compagne che seguirono Santa Chiara e l’esempio di San Francesco sulla via della totale rinunzia e dell’assoluta povertà. Sono nomi molto belli, di donne e fanciulle di Assisi. Si direbbero quasi simbolici di quelle “colombe deargentate” che a San Damiano ebbero il primo nido. Sono: Ortolana, Agnese, Beatrice, Pacifica, Benvenuta, Cristiana, Amata, Illuminata, Consolata…
I primi tre nomi appartengono a tre donne della stessa famiglia di Santa Chiara: quello di Ortolana alla madre; quelli di Agnese e di Beatrice a due sorelle.
Agnese nasce ad Assisi nel 1198. Era la sorella minore di Chiara, e giunse a San Damiano sedici giorni dopo che Francesco, nel 1212, aveva assegnato alla sorella maggiore l’umilissimo conventino come luogo di penitenza e primo nucleo dei Secondo Ordine francescano.
Poco dopo vi giunse l’altra sorella, Beatrice, e poco dopo ancora la madre, Ortolana.
Agnese di Assisi fu così la più fedele seguace della sorella Chiara, che fu a sua volta la seguace più fedele di San Francesco. Visse nell’ombra luminosa della sorella, assoggettandosi dolcemente al suo dolce comando, sempre obbediente e sempre affettuosa.
Già il suo nome di Agnese, derivato da quello di agnus, cioè agnello, ce la dipinge mite e mansueta, senza però farci dimenticare che anche a lei, come a Chiara, va attribuita una fermezza di carattere eccezionale e quasi virile, soprattutto nell’osservanza più rigorosa della Regola francescana nella sua più assoluta durezza.
Il fatto che le due sorelle vollero “abbandonare il mondo” sicuramente fece suscitare un enorme scandalo nella buona società di Assisi, soprattutto perché le due sante non cedettero ad insistenze né a violenze, e restarono a San Damiano, seguite anzi dall’altra sorella e dalla Madre. Veramente, Agnese non vi restò a lungo. Per quanto straziata dal distacco (ci è restata, per quanto di dubbia autenticità, una sua commoventissima lettera di commiato), obbedì alla sorella come sempre le avrebbe obbedito, per recarsi a Firenze, nel 1219, a fondarvi il secondo convento delle Clarisse, quello di Monticelli.
A Monticelli, Agnese fu superiora degna del proprio nome e della propria famiglia, affettuosa con le sue Clarisse e caritatevole verso il prossimo quanto era inflessibile verso se stessa, tenacemente attaccata ai voti francescani, soprattutto a quello dell’assoluta povertà.
Visse – di pane e di acqua, con un rude cilicio intorno ai teneri fianchi – fino al 1253, quando morì a San Damiano, secondo il suo vivissimo desiderio, tre mesi dopo la sorella Chiara. Era il 16 Novembre e lei aveva cinquantasei anni.
La data di culto per la Chiesa universale è il 16 novembre, mentre l’ordine francescano, le Clarisse e la città di Assisi la ricordano il 19 novembre.
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