Modesto di Gerusalemme è stato un monaco cristiano e patriarca bizantino, venerato come santo dalla Chiesa cattolica e dalle Chiese ortodosse.
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Martirologio Romano: San Modesto, vescovo, che, dopo che la conquista e la devastazione della Città Santa da parte dei Persiani, ricostruì i monasteri e li popolò di monaci e con grandi sacrifici restaurò i luoghi santi distrutti dal fuoco.
Non conosciamo la sua data di nascita e poche sono le notizie della sua infanzia. Sappiamo che la sua figura e la sua attività sono intimamente legate agli avvenimenti che turbarono dolorosamente la Palestina agli inizi del VII secolo.
Egli era egumeno (abate nella Chiesa ortodossa) del monastero di san Teodoro quando, nel 614, il generale di Cosroes II Romizanes (Persiani) entrò in Palestina accolto favorevolmente dagli Ebrei e dai Samaritani, mentre i cristiani divisi (ortodossi, melkiti e giacobiti) non erano in grado di opporre un’efficace resistenza all’invasore persiano.
Il patriarca melkita di Gerusalemme, Zaccaria, decise di negoziare, ma si trovò contro una parte di intransigenti che si opponevano ad ogni tentativo di trattativa, per cui, cedendo alle pressioni di questo gruppo, inviò Modesto a Gerico perché riportasse con sé nella città santa la guarnigione bizantina.
Ma prima che questa giungesse a Gerusalemme, vi entrarono i Persiani fra incendi, massacri ed altre crudeltà. Degli abitanti sopravvissuti diversi furono venduti come schiavi ed altri mandati in esilio in Persia; fra questi ultimi vi era il patriarca Zaccaria. A San Modesto venne allora affidata la gestione temporanea della Chiesa di Gerusalemme. Occorreva un uomo capace di dominare la situazione e di imporsi alla comunità cristiana e Modesto si rivelò l’uomo adatto.
I cristiani della Palestina subirono un regime intollerabile da parte degli occupanti persiani e degli ebrei. La situazione cambiò nel 622 con i primi successi dell’imperatore Eraclio (imperatore bizantino).
Successivamente il generale Cosroes diede inizio ad una politica più favorevole ai cristiani. Restituendo loro le chiese e i monasteri che non erano stati distrutti ed accordando la facoltà di ricostruire e di esercitare liberamente il loro culto.
Nel frattempo le circostanze continuarono ad essere favorevoli ad Eraclio (bizantini) il quale respinse i Persiani fuori delle regioni conquistate di recente e al momento della pace di Arabisso (luglio 629) esigette l’evacuazione totale della Siria e la restituzione della vera croce che ricevette egli stesso a Tiberiade. Riportandola nella città santa dove fece il suo ingresso il venerdì 21 marzo 630.
Nel frattempo il patriarca Zaccaria era morto in esilio, la scelta dell’imperatore cadde nella nomina immediata di Modesto.
Fu celebre per la sua attività di restauratore dei luoghi di culto della città santa. Giungendo ad interessare della sua opera persino il patriarca di Alessandria Giovanni l’Elemosiniere.
E’ opportuno citare l’ultima parte della lettera scritta qualche anno più tardi da Antioco, monaco sabbiata, ad Eustazio di Ancira per narrargli il martirio di quarantaquattro monaci palestinesi:
«Per la grazia di Cristo e lo zelo del nostro santo padre Modesto, i monasteri si sono ripopolati. Poiché il nostro santo Modesto veglia non soltanto sui monasteri del deserto, ma anche su quelli della città e di tutti i dintorni, agendo Dio in lui per tutto. Costui, in realtà, nuovo Beseleel o Zorobabel, ripieno di Spirito Santo, ha riedificato i venerabili santuari del nostro Salvatore Gesù Cristo, che erano stati bruciati; il santo Cranion, la sua santa Anastasis, la venerabile casa della Croce preziosa, la Madre delle chiese, la sua santa Ascensione e gli altri onorabili templi».
Ma il patriarcato di Modesto fu di breve durata perché morì (probabilmente nel 630) durante un viaggio attraverso la Palestina. II suo corpo poi riportato a Gerusalemme.
Il Calendario palestino-georgiano del Sinaiticus 34 (secolo X) commemora Modesto «nella chiesa dei discepoli» il 17 dicembre. (Fonte santiebeati.it – Autore: Joseph-Marie Sauget)
Ti saluto,
Santissima Madre di Dio,
perché il Signore Gesù
ti ha scelto per essere
il suo regno spirituale
sulla terra.
Per farci dono
per mezzo tuo
del suo regno celeste,
ha voluto che tu gli fossi
concorporale nell’incorruttibilità,
e, per la gloria
del Padre e dello Spirito Santo,
fossi superiore a tutti
nella gloria.
Ti saluto,
o gloriosissima Madre
della eterna Luce,
vero Dio
per natura e per essenza,
che nascendo da te,
risplendette sopra la terra
nella nostra sostanza
e fece risplendere su di noi
la luce del suo volto.
Ti saluto,
o Rifugio dei mortali
presso Dio.
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