Passione di san Teodoro Tirone, che, al tempo dell’imperatore Massimiano, per aver confessato la sua fede cristiana fu violentemente percosso e gettato in carcere e, infine, dato a bruciare sul rogo.
Patronato: Militari, reclute, Brindisi
Etimologia: Teodoro = regalo, dono di Dio, dal greco. In veneto Tòdaro
Emblema: Palma
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La vita
Originario dell’Oriente, arruolato nell’esercito romano, era stato trasferito con la sua legione nei quartieri invernali di Amasea (Anatolia) al tempo dell’imperatore Galerio Massimiano. Improvvisamente fu promulgato un editto per cui si ordinava ai soldati di sacrificare agli dei.
Teodoro che era un cristiano si rifiutò nonostante le sollecitazioni del tribuno e dei compagni. Gli fu concesso un tempo per ripensarci ma egli ne approfittò per incendiare il tempio di Cibele (Madre degli dèi) che sorgeva al centro di Amasea presso il fiume Iris.
La morte
Ricondotto in tribunale fu torturato con il cavalletto e poi gettato in prigione a morire di fame. Lì ebbe celesti e confortanti visioni. Infine, fu condannato a bruciare vivo, ciò avvenne il 17 febbraio probabilmente fra il 306 e il 311 d.C.
Il suo sepolcro stava in una piccola località Euchaite vicino ad Amasea (odierna Aukhat in Turchia) che nel secolo X fu chiamata anche Teodoropoli.
Il culto
Il suo culto si propagò in tutto l’Oriente cristiano e successivamente nell’impero Bizantino. In Occidente la prima traccia di un culto a lui tributato deve considerarsi il mosaico absidale tuttora esistente nella basilica dei santi Cosma e Damiano al Foro Romano eretta nel 526-30. Monasteri a lui dedicati esistevano già alla fine del secolo VI a Palermo, Messina, Ravenna, Napoli; a Venezia fino al sec. XII fu invocato come patrono della città e poi sostituito con s. Marco.
Secondo un’antica tradizione il suo corpo fu trasferito a Brindisi dove è conservato in un’urna-reliquiario di argento nella Cattedrale.
Autore: Antonio Borrelli