San Pasquale Baylon, religioso dell’Ordine dei Frati Minori. Si mostrò sempre premuroso e benevolo verso tutti, venerò costantemente con fervido amore il mistero della Santissima Eucaristia.
Il nostro Pasquale Baylon fu un concentrato di testimonianza di quanto la Provvidenza può operare nella vita dei singoli uomini. Pasquale passò da illetterato a teologo, dalla povertà assoluta alla ricchezza degli straordinari doni dello Spirito Santo, fra cui quello della sapienza infusa, da umile portinaio e fratello laico alla santità.
Nasce il 16 maggio 1540, giorno di Pentecoste, a Torre Hermosa in Aragona, Spagna.; era figlio di Martino Baylon e da Isabella Jubera. Fin da bambino dimostrò una spiccata devozione verso l’Eucaristia, che sarà poi la caratteristica di tutta la sua vita religiosa.
Fu prima pastore del gregge della famiglia poi a servizio di altri padroni; la solitudine dei campi favorì sicuramente la meditazione, il suo desiderio di spiritualità e la continua preghiera. Mortificava il suo giovane corpo con lunghi digiuni e flagellazioni dolorose.
A 18 anni Pasquale Baylon chiese di essere accolto nel convento di San Maria di Loreto, dei Francescani Riformati detti Alcantarini, da San Pietro d’Alcantara loro ispiratore; ma non venne accettato forse per la giovane età.
Pasquale pur di rimanere nei dintorni del convento, si occupò sempre come pastore , al servizio del ricchissimo possidente Martino García, il quale ammirato di questo suo giovane dipendente, gli propose di adottarlo così da poter diventare suo erede universale. Pasquale diede un deciso rifiuto, perché più che mai era deciso ad entrare tra i frati di San Francesco.
Sebbene così giovane, si acquistò una certa fama di santità per le virtù cristiane e morali, ma anche per fatti prodigiosi di cui fu l’artefice. Dopo due anni, nel 1560, è finalmente ammesso nel convento di San Maria di Loreto. Qui fece la sua professione religiosa il 2 febbraio 1564. Non volle mai ascendere al sacerdozio, nonostante il parere favorevole dei superiori. Non si sentiva degno e nella sua umiltà si contentò di rimanere sempre un semplice fratello laico, come fece San Francesco d’Assisi.
Per anni fu addetto ai vari servizi del convento, specialmente quello di portinaio, compito che espletò sempre con grande bontà, anche nei successivi conventi di Jatíva e Valenza.
Fu davvero ‘pentecostale’. Cioè favorito dagli straordinari doni dello Spirito Santo, tra cui quello della sapienza infusa, benché illetterato era costantemente richiesto per consiglio da tanti illustri personaggi. Anche il Padre Provinciale degli Alcantarini di Spagna nel 1576, dovendo comunicare con urgenza col Padre Generale risiedente a Parigi, pensò di mandare a colloquio frate Pasquale. Ben sapendo le gravi difficoltà del viaggio per l’attraversamento di alcune province francesi, che in quell’epoca erano dominate dai calvinisti.
Nel viaggio, infatti, fra’ Pasquale fu fatto oggetto di continue derisioni, insulti, percosse. Ad Orléans fu anche in pericolo di morte per lapidazione. Questo dopo aver tenuto una serrata disputa sull’Eucaristia, tenendo testa agli oppositori e rintuzzando le loro false argomentazioni. Al ritorno della sua delicata e pericolosa missione, Pasquale Baylon compose un piccolo libro di definizioni e sentenze sulla reale presenza di Gesù nell’Eucaristia e sul potere divino trasmesso al pontefice romano.
Per il suo desiderio di maggiore perfezione, si sottoponeva a continue pesanti mortificazioni e penitenze sempre più numerose, al punto che la sua salute era ormai ridotta male. Aveva solo 52 anni appena compiuti, quando fu sorpreso dalla morte il 17 maggio 1592 nel convento del Rosario a Villa Real (Valencia), era il giorno di Pentecoste, così come fu per la nascita.
I funerali videro la partecipazione di una folla di fedeli, che volle fare omaggio di una sentita venerazione alla salma dell’umile fratello laico francescano. La cui santità per i miracoli che avvennero, conosciuta in tutto il mondo cattolico.
Particolarmente venerato fu a Napoli, soggetta alla dominazione spagnola e il cui culto si concentrò in due grandi e celebri conventi francescani alcantarini ancora esistenti, San Pasquale a Chiaia e San Pasquale al Granatello, piccolo porto di Portici. Il suo nome fu dato a generazioni di bambini, come del resto in tutto il Sud Italia. Viene chiamato il “Serafino dell’Eucaristia”, di questa grande devozione ci sono pervenuti i suoi pensieri personali e preghiere, che aggiungeva alle raccolte di scritti su temi eucaristici che meditava.
Fu beatificato 26 anni dopo la morte, il 29 ottobre 1618 da papa Paolo V e proclamato santo il 16 ottobre 1690 da papa Alessandro VIII. Papa Leone XIII il 28 novembre 1897 lo proclamò patrono delle opere eucaristiche e dei congressi eucaristici. I suoi resti che si veneravano con grande devozione a Villa Real, furono profanati e dispersi durante la famigerata Guerra Civile Spagnola (1936-39); una parte furono successivamente recuperati e restituiti alla città nel 1952.
La sua appassionata devozione per l’Eucaristia, ha ispirato nei secoli i tanti artisti che l’hanno raffigurato, infatti egli compare sempre nell’atto di adorare l’ostensorio, come del resto compare nelle immaginette devozionali.
È considerato patrono dei cuochi e dei pasticcieri, secondo la tradizione sarebbe l’inventore dello zabaione; è patrono anche delle nubili in cerca di marito e popolarmente delle donne in generale, secondo un detto con la rima “San Pasquale Baylonne, protettore delle donne”. La sua festa si celebra il 17 maggio. (Fonte Santi e Beati)
Autore: Antonio Borrelli
A cura della Redazione Papaboys 3.0
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