A Nivelles in Brabante, nell’odierno Belgio, santa Gertrude, badessa, che, nata da nobile famiglia, prese il sacro velo delle vergini dal vescovo sant’Amando e resse con saggezza il monastero fatto costruire dalla madre, fu assidua nella lettura delle Scritture e si consumò nell’austera pratica di veglie e digiuni.
Nasce a Landen (Belgio) nel 626; era la figlia di Pipino, gran signore nel Brabante e antenato di Carlo Magno, alla morte del padre, avvenuta nel 639, si fa monaca con la madre Itta e la sorella Begga.
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La madre fonda un monastero “doppio”, di uomini e donne, governati tutti dalla badessa. E badessa è Itta, fino alla morte (652), dopodiché le succede Gertrude, che accetta il titolo, ma lascia a un frate il potere effettivo (coi problemi amministrativi che comporta) e riserva a sé il compito di rendere monaci e monache meno ignoranti, più motivati nella fede e più preparati a divulgarla.
Tutto ciò significa soprattutto studio, in quest’epoca ignorantissima e superstiziosa, quando basta un’eclisse di luna a terrorizzare le campagne, anche se sono già – in qualche modo – cristiane. Gertrude chiama dall’Irlanda monaci dotti nelle Scritture e manda gente a Roma per rifornire la comunità di libri liturgici.
Si tratta da un lato di diffondere la dottrina e dall’altro d’insegnare come e perché si prega.
Questa figura così nuova di donna si trova presto circondata dall’aureola di santa, le si attribuiscono apparizioni e rivelazioni.
Si racconta che sia stata morsa all’orecchio dai topi, durante un invasione; sarà poi invocata contro le invasioni dei ratti .
Ma il suo prodigio è un altro. Gertrude, autorevole già per nascita e poi per questa crescente fama, se ne serve di continuo per fermare le interminabili guerricciole locali tra famiglie signorili. Le persuade e le “costringe” alla pace. E la pace vuol dire salvezza per i campagnoli esposti a tutto: saccheggi, incendi, razzie di ostaggi, violenze alle donne; il tutto seguito da anni di miseria.
Vedere Gertrude riuscire in queste imprese è per i “senza diritti” la prova di un suo rapporto privilegiato col Cielo. Quando si stipula una pace davanti a lei, gli ex nemici si promettono concordia brindando insieme; e non manca certo il buon vino nelle terre della Mosella. Ma la gente qualsiasi, riconoscente a lei, dà a quella bevanda un nome fantasioso: la chiama “filtro di Santa Gertrude”, miracoloso rimedio contro guerra e odio. Già da viva, la canonizzano a modo loro.
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Muore il 17 Marzo 659 a soli 33 anni, la sua venerazione è immediata.
Il suo corpo viene deposto in una cappella che poi diventerà chiesa e basilica, ingrandita, abbattuta e ricostruita attraverso il tempo.
I suoi resti saranno poi raccolti in un prezioso reliquiario del XIII secolo, destinato esso pure a essere vittima della guerra: sarà infatti distrutto da un bombardamento nel 1940, insieme a tante case di Nivelles.
(Fonte santiebeati.it – Autore: Domenico Agasso)
O Signore fa che per l’intercessione di Santa Gertrude e dei tuoi santi, l’umanità ritorni alla pratica della fede cristiana per una nuova evangelizzazione di questo terzo millennio a lode e gloria del tuo nome ed il trionfo della Chiesa. Amen.
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