Testimonium

Il Santo di oggi 17 Ottobre 2019 Sant’Ignazio di Antiochia, vescovo e martire

Oggi la Chiesa ricorda Sant’Ignazio di Antiochia, vescovo e martire. Il Santo di oggi, giovedì 17 Ottobre 2019

.

Etimologia: Ignazio = di fuoco, igneo, dal latino

Emblema: Bastone pastorale, Palma

Ignazio di Antiochia, detto L’Illuminatore, è stato un vescovo e teologo siro. È venerato come santo dalla Chiesa ortodossa e dalla Chiesa cattolica, ed è annoverato fra i Padri della Chiesa e Padre Apostolico.

La vita

Nasce nel 35 d.C. (circa), e cresce in ambiente pagano. Fu convertito in età adulta da san Giovanni evangelista. Secondo la tradizione, nel 69 è nominato secondo successore di Pietro, dopo sant’Evodio, alla sede episcopale di Antiochia. Condannato ad bestias durante il regno dell’imperatore Traiano (98-117), fu imprigionato e condotto da Antiochia a Roma sotto la scorta di una pattuglia di soldati per esservi divorato dalle fiere.

Le 7 lettere

Nel corso del viaggio da Antiochia a Roma scrisse sette lettere alle chiese che incontrava sul suo cammino o vicino ad esso. Esse ci sono rimaste e sono una testimonianza unica della vita della chiesa dell’inizio del II secolo. Le prime quattro lettere furono scritte da Smirne a tre comunità dell’Asia Minore, Efeso, Magnesia e Tralli, ringraziandole per le numerose dimostrazioni d’affetto testimoniate nei suoi travagli. Con la quarta lettera supplicava i Romani di non impedire il suo martirio, inteso come desiderio di ripercorrere la vita e la passione di Gesù: «Com’è glorioso essere un sole al tramonto, lontano dal mondo, verso Dio. Possa io elevarmi alla tua presenza».


Partito da Smirne, Ignazio giunse nella Troade, dove scrisse altre tre lettere: alla chiesa di Filadelfia e a quella di Smirne, chiedendo che i fedeli si congratulassero con la comunità d’Antiochia, che aveva sopportato con coraggio le persecuzioni. Scrisse anche a Policarpo, vescovo di Smirne, aggiungendovi interessanti direttive per l’esercizio della funzione episcopale, consigliandogli di «tenere duro come l’incudine sotto il martello».

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Le sue lettere esprimono calde parole d’amore a Cristo e alla Chiesa. Appare per la prima volta l’espressione “Chiesa cattolica

“, che è ritenuta un neologismo creato da lui. Le Lettere di Ignazio sono una finestra aperta per conoscere le condizioni e la vita della chiesa del suo tempo. In particolare appare per la prima volta nelle sue lettere la concezione tripartita del ministero cristiano: vescovo, presbiteri, diaconi. Ignazio auspicava una nuova organizzazione della chiesa cristiana in cui un solo vescovo presiedesse “al posto di Dio”. Questo vescovo avrebbe esercitato l’autorità su molti sacerdoti. Tali idee influenzarono e stimolarono l’elaborazione teologica successiva.

Altro tema significativo è la confessione della vera umanità di Cristo contro i docetisti, i quali sostenevano che l’incarnazione del Figlio di Dio fosse stata solo apparente.

Il martirio e il culto

Raggiunta Roma dopo il faticoso viaggio, Ignazio subsce il martirio nell’Urbe nel decimo anno del regno di Traiano (107), secondo la notizia riferita da Eusebio. È stato esposto alle fiere (sbranato da leoni o tigri ndr) durante i festeggiamenti in onore dell’imperatore Traiano, vincitore in Dacia.

Le sue ossa furono raccolte da alcuni fedeli e ricondotte ad Antiochia, dove furono sepolte nel cimitero della chiesa fuori della Porta di Dafne.

A seguito dell’invasione saracena, le reliquie furono ricondotte a Roma e lì sepolte nel 637 presso la basilica di San Clemente al Laterano dove tuttora riposano. Una parte del cranio è custodita nella chiesa di Sant’Ignazio d’Antiochia, situata nella periferia sud di Roma. La Chiesa cattolica celebra la sua festa il 17 ottobre o il 1º febbraio nella Forma straordinaria, quella copto ortodossa il 2 gennaio (24 Kiahk). Fonte it.wikipedia.org

Redazione Papaboys

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