Oggi la Chiesa ricorda il grande profeta San Malachia
Malachia è l’ultimo dei profeti minori dell’Antico Testamento; autore del Libro di Malachia, sarebbe vissuto attorno al V secolo a.C.
La vita
San Malachia è l’ultimo dei profeti minori della Bibbia, che gli ebrei chiamano per questo “Sigillo dei profeti”. Poco conosciamo della sua vita, probabilmente faceva parte della tribù di Zabulon e nacque a Sofa.
Visse certamente dopo l’esilio babilonese (538 a.C.), durante la dominazione persiana.
Il libro
Il libro di Malachia si compone di sei brani e tratta dei problemi morali relativi alla comunità ebraica. Agli ebrei, che erano reduci dalla prigionia babilonese, il profeta rimprovera le lamentele contro la Provvidenza di Dio, stimolandola a pentirsi.
Egli mette in evidenza “l’elezione” d’Israele, che non è solo un privilegio onorifico di Dio, ma comporta degli obblighi, come ogni dono divino. Rimprovera i sacerdoti che trascurano e offendono la dignità di Iahweh e del culto a Lui dovuto.
Egli è intransigente e condanna i matrimoni misti e difende la indissolubilità del matrimonio.
Il libro del profeta termina con una visione escatologica (cioè quello che seguirà alla vita terrena e alla fine del mondo), annuncia la venuta del messaggero di Dio, che farà una cernita dei buoni nel suo popolo; in questa profezia si può prefigurare la venuta di Giovanni Battista.
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I Padri della Chiesa sono concordi nel vedere in Malachia il preannunzio profetico del sacrificio della Messa, con Gerusalemme che perde il titolo di “luogo dove bisogna adorare”, e Gesù che istituisce il rito eucaristico per tutta l’umanità.
Nel libro di Malachia, è notevolmente diffuso anche il senso dell’immutabile giustizia di Dio e dell’universalità della vera religione. (Fonte www.santiebeati.it – Autore: Antonio Borrelli)