A Bergamo, beata Geltrude (Caterina) Comensoli, vergine, che fondò una Congregazione di religiose per l’adorazione del Santissimo Sacramento e la formazione della gioventù.
Nasce il 18 gennaio 1847 a Bienno in Val Camonica (Brescia); lo stesso giorno riceve il battesimo; gli diedero il nome di Caterina.
Già da piccola, il Signore, le fece sentire il desiderio di unirsi a Lui intimamente: la bambina era trasportata da un forte bisogno di raccogliersi nella preghiera e nella meditazione. A chi le chiedeva che cosa facesse, rispondeva: “Penso”.
Non resistendo più al pressante invito di Gesù, una mattina molto presto, avvolta nell’ampio scialle nero della mamma, andò nella vicina chiesa di Santa Maria e ricevette furtivamente la Prima Comunione. Caterina pregustò attimi di Cielo e giurò eterno amore con Gesù.
Giovinetta si fece apostola dell’Eucaristia: voleva portare Gesù Sacramentato su un’alta montagna, perché tutti lo potessero vedere e adorare.
Il suo motto: “Gesù amarti e farti amare” diventa il programma della sua vita. Attratta ad una vita più perfetta, nel 1862 lasciò la famiglia ed entrò nell’Istituto delle Figlie di Carità, fondato da Santa Bartolomea Capitanio, a Lovere (Brescia).
Lei, postulante, si ammalò e venne dimessa dall’Istituto. Dopo la guarigione, a causa delle mutate condizioni finanziarie della famiglia, lasciò il paese e entrò, in qualità di domestica, dapprima nella casa del Prevosto di Chiari, Don G. B. Rota, il quale, qualche anno dopo, venne elevato alla sede episcopale di Lodi, e poi, nella casa paterna della Contessa Fè-Vitali.
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Nella Festa del Corpus Domini 1878, con il permesso del suo confessore, rese perpetuo il suo voto di verginità, emesso la mattina della Comunione furtiva.
Senza trascurare i suoi doveri di domestica, Caterina si fece educatrice dei bambini di San Gervasio (a Bergamo) e li guidò sulla via dell’onestà e delle virtù cristiane e sociali.
Con la preghiera assidua, la mortificazione, un’intensa vita interiore e l’esercizio delle opere di misericordia, Caterina si preparò ad accogliere la volontà del Signore nella sua vita.
Alla morte dei genitori, la giovane cercò il modo di concretizzare il suo ideale eucaristico aprendo il suo cuore a Mons. Speranza, allora Vescovo di Bergamo, il quale si trova a Bienno, ospite dei conti Fé-Vitali.
Sorretta dal nuovo Vescovo di Bergamo, Mons. Guindani, e dal suo “Padre e Superiore”, Don F. Spinelli, il 15 dicembre 1882, Caterina, insieme a due altre compagne, diede origine alla Congregazione delle Suore Sacramentine di Bergamo, con la prima ora di adorazione al Santissimo Sacramento.
Il 15 dicembre 1884, vestì l’abito religioso e prese il nome di Suor Geltrude del Santissimo Sacramento.
Dopo una bufera e delle avversità, che la mise a dura prova, è costretta a rifugiarsi a Lodi.
Il Vescovo di Lodi, Mons. Rota, accolse paternamente quelle figlie; procurò loro a Lavagna di Comazzo una casa che diventa provvisoriamente la Casa Madre dell’Istituto. L’opera di Dio è finalmente compiuta!
La Fondatrice dette ormai tutte le garanzie di continuità per l’adorazione pubblica perpetua a Gesù Sacramentato.
Trasfuse nelle Suore il suo prezioso patrimonio spirituale, che fu spirito di preghiera, di sacrificio, di mortificazione, di obbedienza, di umiltà, di carità, soprattutto verso i poveri.
Muore il 18 febbraio 1903 a Bergamo; la notizia in breve tempo si sparse a quanti la conoscevano, specie la gente umile e povera da lei prediletta, unanimemente la dichiararono santa.
Il primo ottobre 1989 viene proclamata beata da papa Giovanni Paolo II e il 26 febbraio 2009 è stata canonizzata da papa Benedetto XVI.
Per la canonizzazione della beata Geltrude Comensoli, la Chiesa cattolica ha ritenuto miracolosa la guarigione di Vasco Ricchini, guarito nel 2001 da una grave forma di meningite.
Vasco, abitante ad Agnosine, in provincia di Brescia, all’età di quattro anni, la sera del 29 settembre 2001, cominciò a manifestare una sindrome meningea.
Privo di coscienza, venne ricoverato durante la notte al pronto soccorso nel reparto di rianimazione, dove fu intubato e sottoposto a ventilazione meccanica. Il 2 ottobre si manifestò anche una sindrome da insufficienza multiorgano con polisierosite, che rese la prognosi estremamente riservata, con imminente pericolo di vita, anche a causa della compromissione del tronco encefalico.
Per iniziativa delle Suore Sacramentine, che dirigevano la scuola per l’infanzia frequentata da Vasco, la comunità di Agnosine si mobilitò: iniziarono preghiere individuali e collettive, con l’avvio il 3 ottobre di una novena alla beata Geltrude, una cui immagine con le reliquie, insieme a un’immagine di Padre Pio, fu messa sotto la testa del bambino.
Nella notte fra il 3 e il 4 ottobre si verificò un miglioramento e Vasco aprì gli occhi, il 5 ottobre fu estubato, l’11 uscì dalla terapia intensiva e il 17 ottobre 2001 fu dimesso senza postumi.
Il caso, dopo il processo diocesano, fu sottoposto alla Congregazione per le Cause dei Santi che promulgò il decreto sul miracolo, dichiarando l’inspiegabilità della guarigione, rapida, completa e duratura.
O Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo,
che fra i prediletti del tuo amore
scegliesti Santa Geltrude Comensoli
e, in quotidiana immolazione di umiltà e carità,
per la gloria del tuo regno d’amore,
la rendesti apostola della divina Eucaristia,
guida della gioventù, conforto dei sofferenti:
concedici, per sua intercessione,
la grazia che, umilmente e fiduciosamente,
ti domandiamo.
Per il Cuore dolcissimo di Gesù,
per il Cuore immacolato di Maria,
nostra Madre, per i tuoi Santi,
ascolta, o Trinità amabilissima,
la nostra preghiera. Amen.
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