San Cirillo, vescovo di Gerusalemme e dottore della Chiesa, che, dopo avere sofferto molti oltraggi dagli ariani a causa della fede ed essere stato più volte scacciato dalla sua sede, spiegò mirabilmente ai fedeli la retta dottrina, le Scritture e i sacri misteri con omelie e catechesi.
Poco o nulla sappiamo della sua gioventù, incerta la data di nascita avvenuta probabilmente nel 313 o 315 a Gerusalemme. I suoi genitori erano di fede cristiana.
Viene ordinato sacerdote probabilmente da San Massimo, vescovo di Gerusalemme, nel 335.
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San Cirillo si dedicò specialmente alla predicazione. Scrisse delle meravigliose catechesi, nelle quali la dottrina cristiana è esposta con limpidezza ammirabile, e i dogmi della fede solidamente difesi dagli attacchi degli Ariani.
Morto il santo vescovo Massimo, Cirillo venne come suo successore.
Il suo episcopato non fu fortunato. Dovette sostenere persecuzioni, ingiurie, accuse da parte degli Ariani*. Venne, inoltre, diverse volte esiliato.
Il 7 maggio 351 fu testimone, insieme a tutto il popolo di Gerusalemme, dell’apparizione di una croce nel cielo.
Nel 381 partecipò al grande concilio di Costantinopoli, dove venne definitivamente decisa l’adozione del Credo niceno (il Credo che conosciamo ancora oggi), che diventò verità di fede. Anche Cirillo sottoscrisse la definizione di Cristo come ὁμοούσιος (homoousion, della stessa sostanza del Padre), convinto che questa fosse l’unica accettabile.
Quando finalmente venne raggiunta, per lui e per la propria Chiesa, una chiara presa di posizione dopo un’intera vita spesa a ragionare e ponderare quale fosse la vera sostanza del Cristo, poté trascorrere gli ultimi anni in serenità.
Muore il 18 o il 20 marzo del 387.
Dacci, te ne preghiamo.
Dio onnipotente,
per intercessione del beato vescovo Cirillo,
di avere di te, solo vero Dio,
e di Colui che mandasti, Gesù Cristo, una tale conoscenza,
che meritiamo di essere perpetuamente annoverati nelle pecorelle,
che ascoltano la sua voce.
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