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Patronato: Napoli
Etimologia: Gennaro = nato nel mese di gennaio, dal latino
Emblema: Bastone pastorale, Palma
Martirologio Romano: San Gennaro, vescovo di Benevento e martire, che in tempo di persecuzione contro la fede, a Pozzuoli vicino a Napoli subì il martirio per Cristo.
San Gennaro nasce nella seconda metà del secolo III molto probabilmente a Benevento. Alcune fonti dicono che sia venuto alla luce a Napoli. Era di famiglia nobile e molto cristiano, fin dalla sua giovinezza amava la vita ecclesiastica. A trent’anni era sacerdote e vescovo di Benevento , precisamente quando scoppiò la persecuzione di Diocleziano.
Aveva una grande amicizia col diacono Sosio, che consultava spesso, trovava in lui molto sapere e conforto spirituale.
Un giorno, mentre Sosio leggeva il Vangelo nella chiesa, Gennaro vide scintillare sopra il suo capo una fiamma che conobbe essere un preannunzio del martirio. Pieno di giubilo per tanta grazia, baciò il capo di colui che doveva patire per amore di Gesù Cristo e ne rese grazie al Signore, rimanendo in attesa che si compisse la volontà di Dio. Difatti. poco dopo, per ordine del giudice Draconzio, il santo diacono è chiuso in prigione.
LEGGI: San Gennaro, perché il sangue si scioglie?
Gennaro andò a visitarlo, ed entrato nel carcere: «Perché, esclamò, quest’uomo di Dio è tenuto prigioniero senza alcun motivo?». Riferirono queste parole a Timoteo, prefetto della Campania, che fece arrestare anche Gennaro.
Il nostro Santo, gettato in una fornace ardente, ne uscì illeso. Pertanto il prefetto preso da sdegno, ordinò di stirare il corpo del Martire, fino a rompergli le articolazioni. Frattanto un altro diacono, Sisto, ed il lettore Desiderio, presi e incantenati furono trascinati, insieme col Vescovo, davanti al carro del prefetto, fino a Pozzuoli e gettati nella medesima prigione ove erano detenuti Sosio e Proculo ed i cristiani Eutiche e Ponzio già condannati alle belve.
Il giorno dopo furono tutti esposti alle fiere nell’anfiteatro; ma queste, dimentiche della loro naturale ferocia, si accovacciarono ai piedi di Gennaro. Intanto il prefetto, attribuendo ciò a incantesimi, pronunciò contro i martiri di Cristo la sentenza capitale ma diventa cieco sull’istante. Recuperò la vista grazie alle preghiere del Santo. A questo miracolo quasi cinquemila uomini abbracciarono la fede di Cristo. Tuttavia l’ingrato giudice non convertito dal beneficio, anzi sdegnato per la moltitudine delle conversioni e fanatico osservatore dei decreti imperiali, ordinò che il santo Vescovo coi compagni fossero uccisi di spada il 19 settembre.
Secondo la tradizione i Napoletani, dietro avviso celeste, accorsero a raccogliere in ampolle parte del sangue del martire San Gennaro e trasportarono il corpo prima a Benevento, poi a Montevergine e infine nella cattedrale di Napoli. Qui fu eletto a patrono principale della città. Napoli attribuì alla sua protezione la grazia di essere stata liberata da molteplici e violenti eruzioni del Vesuvio, e dalle armi di molti nemici che avevano giurato la sua rovina.
Nella cappella del Tesoro della cattedrale si conserva il capo e due ampolle di sangue del santo Vescovo: quivi da sedici secoli si ripete il miracolo detto di San Gennaro. Tale portento venne studiato da dotti di ogni secolo e d’ogni fede e tutti furono d’accordo nell’attribuirlo ad un intervento soprannaturale. Infatti, nella ricorrenza del suo martirio e della sua consacrazione episcopale si pone il capo del Santo martire, racchiuso in una preziosa custodia, alla presenza del suo sangue raggrumato e contenuto in due ampolle di cristallo, senza l’intervento di alcun agente esterno, la massa del sangue del martire passa dallo stato solido allo stato liquido e lo si vede bollire. Fonte santodelgiorno.it
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