Etimologia: Elisabetta = Dio è il mio giuramento, dall’ebraico
È una diciassettenne corteggiatissima in Bassano, dopo i buoni studi dalle Suore Agostiniane. Lei delude tutti, e solo a 22 anni trova il tipo giusto: un ragazzo di Ferrara. Vince la resistenza dei suoi (per le modeste condizioni di lui), ma poco prima delle nozze tronca tutto. E ha 27 anni. Resta in casa fino ai 30, poi va a fare la maestra nell’orfanotrofio locale , tenuto dalle Terziarie francescane (una branca del Terz’Ordine, con vita comunitaria e impegno regolare verso i poveri).
Ma l’Istituto è un disastro, e se ne dà colpa a una superiora dispotica, che subito vede in Elisabetta un’avversaria e le infligge umiliazioni insopportabili. Lei passa allora all’istituto degli “Esposti” in Padova, che accoglie bambini abbandonati. Ma dura poco anche qui: fino al novembre 1828. E non perché la trattino male. Anzi, cercano di farla restare, perché è un’educatrice valida. Lei però lascia, perché non condivide l’impostazione pedagogica: troppo aristocratica, a suo giudizio. Va a finire, sempre a Padova, in un luogo dal nome deprimente: “Casa degli sbirri”.
E così ne parla: “Nel novembre 1828 fui posta da Dio con una compagna […] in una splendida reggia della santa povertà, priva persino del letto “.
In due aprono una scuola gratuita lì, tra bambini abbandonati e vecchi infermi, cosicché devono farsi bambinaie, maestre, infermiere. E la situazione ispira a Elisabetta il disegno di un istituto nuovo, diverso; religiose addestrate all’intervento su più fronti. Comincia a raccogliere le prime giovani sotto il nome di Francescane Elisabettine (in onore di santa Elisabetta d’Ungheria, fondatrice di comunità femminili nel Duecento).
Saranno educatrici, ma pronte anche a operare in ogni situazione di sofferenza. Un’agile istituzione che si modella su necessità e situazioni diverse, agganciata ai bisogni di ciascun momento. Dal 1835 in poi, le Elisabettine si moltiplicano, aprono scuole, vanno a servire emarginati, vecchi, infermi. Fronteggiano un’epidemia di colera, creano asili d’infanzia. Tante necessità, tanti interventi.
Struttura e stile dell’Istituto si rivelano adatti ai tempi: le Elisabettine otterranno via via i riconoscimenti canonici, alla fine del XX secolo saranno 1.500, attive in Europa, Africa, Medio Oriente e America latina. Elisabetta muore il 2 aprile 1860, poco prima delle approvazioni, appena dopo aver dato slancio alla sua opera. E di lei non esiste sepolcro. Il corpo è scomparso dopo il 1872, nel corso dei lavori di ristrutturazione del cimitero di Padova. Giovanni Paolo II l’ha beatificata il 4 novembre 1990.
Autore: Domenico Agasso
Fonte santiebeati.it
La preghiera a Maria che scioglie i nodi è una delle suppliche più usate dai cristiani per chiedere aiuto alla…
'Asciuga Bambino Gesù le lacrime dei fanciulli!'. Recitiamo in questo tempo di Avvento la preghiera più dolce di San Giovani…
Una nuova settimana in compagnia di Padre Pio Leggi le frasi di Padre Pio e invoca la sua potente intercessione…
Benvenuti sul sito www.papaboys.org! Siamo lieti di presentarvi la preghiera della sera alla Madonna di Lourdes, intitolata 'Io sono l'Immacolata…
POZZUOLI - Assegnato al giornalista siciliano Salvatore Di Salvo, segretario nazionale dell’Ucsi e Tesoriere dell’Ordine dei Giornalisti di Sicilia, il…
La preghiera all' Immacolata di Giovanni Paolo II Una potente supplica di Giovanni Paolo II a Maria Santissima.. Il testo:…