S. Gregorio, detto il Teologo per la sua profonda scienza delle Sacre Scritture, nacque da nobili genitori l’anno 310 nella piccola città di Nazianzo in Cappadocia.
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Sua madre, chiamata Nonna, non solo cristiana, ma santa, già aveva convertito e santificato il marito Gregorio. Ella fu madre di tre figli santi: S. Gregorio, S. Cesario e santa Gorgonia. Da questa madre santa, Gregorio apprese fin dai primordi della sua fanciullezza i germi di quella virtù che lo rese celebre e la forza di resistere a tutte le lusinghe del mondo e del demonio.
Egli ebbe lumi speciali dal cielo per cui conobbe fin dai più teneri anni tutta l’importanza della virtù della castità, onde si fece uno studio perenne per conservare intatta la bianca stola battesimale.
Desideroso di sapere, amava tutto quello che poteva ornare la sua mente di nuove cognizioni: per questo aveva cari i libri ed i maestri, ai quali era molto riconoscente.
Giovane ancora si portò a Cesarea per frequentare la scuola del grande Origene, e di qui passò poi ad Atene, ove si legò in familiare amicizia con San Basilio. L’applicazione dei due amici allo studio fu tanta che nei molti anni che rimasero ad Atene non conobbero che due strade : quella della chiesa e quella della scuola. Sebbene pieni di rispetto per tutti, essi non si accompagnarono mai con compagni la cui vita non fosse secondo le virtù cristiane.
Per i molteplici progressi nello studio, San Gregorio venne nominato professore di eloquenza in Atene, ma egli, temendo che il demonio della vanagloria si impossessasse del suo cuore, fuggì nottetempo, rifugiandosi nella Cappadocia presso il suo antico amico San Basilio.
Quivi ben presto rifulsero le loro virtù e perciò furono ambedue ordinati sacerdoti. San Gregorio si diede allora all’apostolato della predicazione. Ottenendo in esso tanti frutti, da essere dopo breve tempo eletto vescovo di Sozima e in seguito di Costantinopoli. Questa città fu però la palestra ove lo attendeva il Signore per provarne le virtù.
Infatti si sollevarono contro di lui uomini ambiziosi e vili che con i morsi della calunnia e dell’invidia ferirono il cuore del nostro Santo.
Alle sue prediche tuttavia accorrevano in folla per udirlo cristiani ed eretici. Tutti egli sapeva portare a Dio mediante la soavità e l’unzione della sua parola. Invitato nel 380 da Teodosio a prendere possesso della chiesa di S. Sofia, si sollevò per questo favore un tumulto tale che S. Gregorio, sempre umile, credette bene dimettersi e ritornare nella solitudine.
Ed in quest’ultimo periodo della sua vita egli, con la mortificazione e le preghiere, compì il quadro mirabile della santità della sua vita, mentre con i suoi scritti pieni di sapienza e di grazia lasciò ai fedeli un pascolo salutare per le loro anime.
Fonte santodelgiorno.it
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