Testimonium

Il Santo di oggi, 2 Maggio: Sant’Antonino Pierozzi, Vescovo dell’ordine dei Frati Predicatori, fu arcivescovo di Firenze

Oggi, 2 maggio 2023, la Chiesa ricorda Sant’Antonino Pierozzi

Sant’Antonio Pierozzi, vescovo

Antonino Pierozzi noto anche come sant’Antonino da Firenze è stato un teologo, arcivescovo cattolico e letterato italiano. Appartenne all’ordine dei Frati Predicatori, fu arcivescovo di Firenze e studioso nei ranghi della tarda scolastica. È venerato come santo dalla Chiesa cattolica.

La vita

Antonino Pierozzi nasce a Firenze nel 1389; era Figlio del notaro ser Niccolò Pierozzi. Fin dalla giovane età maturò un’indole alla meditazione, allo studio e alla preghiera, che in età adulta gli valsero l’appellativo di “campione della serietà”. La sua esile figura dalla corporatura minuta gli diede qualche difficoltà a entrare tra i domenicani, ma le sue doti intellettuali convinsero i frati (si dice che sapesse a memoria tutto il Decreto di Graziano).

Ricevette il sacerdozio probabilmente a Cortona nel 1414, dove si trovava per predicare. Si spostò anche a Fiesole e a Foligno.

Sin da giovane ricevette numerosi incarichi di responsabilità: Vicario degli Osservanti in Italia e priore dei conventi domenicani a Napoli, Gaeta, a Roma (in Santa Maria sopra Minerva).

Tornò quindi a Firenze e divenne priore del convento di San Marco, che, nello stesso periodo in cui Beato Angelico ne affrescava le celle con un famoso ciclo sulla vita di Gesù, raggiunse con Antonino vertici di spiritualità e vita cristiana.

Diventa vescovo

Durante questa carica fu chiamato a ricoprire il seggio arcivescovile del capoluogo toscano nel 1446, dopo Bartolomeo Zabarella, su precisa richiesta della Signoria e del Capitolo di Santa Maria del Fiore. Accettò l’incarico seppur con riluttanza (provò anche a fuggire, ma venne bloccato a Fiesole), e svolse il suo compito contraddistinguendosi per magnanimità, carità e profonda dottrina. Fu papa Eugenio IV stesso, esule a Firenze, che gli conferì la carica in persona.

Per un certo senso precursore della riforma tridentina, diede un nuovo volto alla arcidiocesi, con la riorganizzazione delle parrocchie, il ripristino degli ideali evangelici nel clero, l’istruzione dei fedeli, eccetera. Figura instancabile, compiva regolarmente visite pastorali nelle varie chiese cittadine e del contado, radunava i sacerdoti, predicava al popolo dei fedeli e scriveva opere morali e teologiche in latino e in volgare. Non mancarono poi incarichi dati dal pontefice o dalla Repubblica fiorentina.

Alcune descrizioni dell’epoca lo ricordano come esile, sgraziato nella voce, ma austero nel portamento, con un’aura di santità fin da quando era in vita.

Fu protettore dell’opera artistica di Beato Angelico e numerosi scritti e un epistolario ricco di una cultura profonda, ma assai densa di umanità.

Nella sua attività pastorale, inoltre, riorganizzò le istituzioni caritative indirizzandole ciascuna verso un preciso compito, affinché potessero al meglio specializzarsi con risparmio di energie e di mezzi, con le cosiddette Compagnie di Dottrina: lo Spedale degli Innocenti per i fanciulli, gli orfani e i trovatelli, la Compagnia dei Buonomini di San Martino, per i poveri “verghognosi”, ovvero per i benestanti caduti in disgrazia, la compagnia per l’assistenza dei sacerdoti anziani (presso l’Oratorio di Gesù Pellegrino).

Tomba – Di Sailko – Opera propria, CC BY 2.5 – https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=1915451

La morte

Muore il 2 maggio 1459 presso Montughi, un colle abitato appena a nord di Firenze.

Antonino, nella sua notevolissima spiritualità, non sosteneva posizioni radicali o intransigenti come quelle sostenute in seguito dal suo confratello Savonarola, anzi fu un personaggio pienamente inserito nella cultura umanista fiorentina, che

Fu proclamato santo da papa Adriano VI il 31 maggio 1523.

Fonte it.wikipedia.org

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