Consolatrice degli Afflitti. Questo il titolo attribuito a Maria, madre di Gesù, sin dai primi tempi del Cristianesimo. Ma da cosa deriva questa “natura consolatrice” di Maria? Il titolo in questione, come dice il nome stesso, vuole mettere in risalto il lato umano della Madonna e quindi la sua capacità di provare dolore quando il Figlio viene crocifisso.
Quello stesso Figlio che in punto di morte le diede la sua consolazione, appunto, facendo nascere l’appellativo di Madonna Consolata. Gesù stesso, infatti, disse “venite a me, affaticati e oppressi” e in un altro passo ribadì il concetto dicendo “beati gli afflitti“.
Perché gli afflitti, ieri come oggi, rappresentano una moltitudine di emarginati bisognosi di tutto: di guarigione se ammalati, di considerazione se messi da parte, di sollievo se afflitti dal tormento, di liberazione se oppressi. Questi emarginati possono essere consolati dal Signore, che si è incarnato tramite Maria ed ha potuto annunciare al mondo il regno di Dio.
In questo clima di dolore e afflizione, Gesù è fonte primaria di ogni consolazione. In Matteo 1 1,28, si legge: “Venite a me voi che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò“.
E se c’è una persona che ha accettato di soffrire e che ha accolto l’afflizione tra se e se, quella è proprio Maria, la Maria “Consolata” che viene ricordata il 20 giugno. Non è un caso infatti se una nota preghiera reciti: “A te sospiriamo, gementi e piangenti in questa valle di lacrime“. Perché è lei la rappresentante più autentica degli afflitti che hanno bisogno di essere consolati da Cristo! E’ lei la testimonianza di come Gesù possa andare incontro agli afflitti, rincuorandoli e ridando loro la forza di affrontare le tante asperità della vita!
La figura della Madonna Consolatrice viene ricordata in particolar modo dalla città di Torino, in quanto i Savoia hanno dimostrato sempre una certa devozione a Maria e a questa sua specifica declinazione.
Fonte www.santodelgiorno.it
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