Oggi la Chiesa ricorda la figura di Sant’Edmondo
Sant’Edmondo è stato un sovrano e martire inglese. Fu re dell’Anglia orientale. Salì al trono nel 855, quando era ancora un ragazzo. Morì martirizzato dai danesi.
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La vita di Sant’Edmondo
Delle sue origini non abbiamo notizie certe. La tradizione vuole che Edmondo sarebbe stato figlio del re Alkmund di Sassonia, nato a Norimberga fra il 841/42 e poi adottato dal re dell’Estanglia, ossia dell’Inghilterra orientale, formata principalmente dalle contee di Norfolk e Suffolk.
Sotto attacco danese
Sappiamo soltanto che Edmondo è l’ultimo re di questo territorio, in tempi durissimi per tutta l’Inghilterra, aggredita continuamente dai danesi. I quali dapprima sono una flotta che va all’arrembaggio dell’Isola, con sbarco, saccheggio, uccisioni, e reimbarco con tanto di bottino. I cronisti dell’epoca lasciano racconti atterriti di queste sanguinarie imprese. Poi i danesi si fanno anche occupanti (e, più tardi ancora, anche governanti: certo, a modo loro, ma lasciando tracce importanti nella storia britannica).
Erano un esercito specialista dell’aggressione, detto here (un nome che ai tempi di Edmondo dava i brividi). I danesi erano comandati da tre fratelli: Halfdene, Ivarr e Ubba.
Spesso usavano le minacce di saccheggio e morte, poi la richiesta di una taglia per risparmiare persone e cose. Con questo metodo accadeva spesso che alcune popolazioni accettavano di pagare, purché se ne andassero.
Nell’anno 869, eccoli irrompere in Estanglia. Dapprima compiono i soliti saccheggi e distruzioni, poi parlano di trattative. Vogliono instaurare il loro dominio sul regno. Ma qui c’è il giovane re Edmondo. Il quale, dopo quello che ha già visto, non tratta con nessuno. Edmondo combatte, col suo piccolo esercito, col suo grande carattere. Ma viene sconfitto e preso prigioniero.
Il martirio
I vincitori gli offrono salve la vita e la stessa corona, a patto che rinneghi la sua fede religiosa e che si dichiari vassallo dei danesi. Edmondo risponde due volte no, e muore martire, secondo la tradizione, sotto le frecce danesi che lo trafiggono. Era il 20 Novembre 869 o 870.
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Ecco il racconto della sua morte dagli scritti di Abbone di Fleury:
«Quando arrivò Ivar, Edmondo il re stava nella sua sala ripieno del Salvatore e gettò via le sue armi, desiderando imitare Cristo che aveva vietato a Pietro di combattere con le armi i giudei. Quindi questi uomini perversi ferirono Edmondo e lo insultarono vergognosamente, percuotendolo con mazze, dopo di che condussero il devoto re ad un solido albero a cui lo legarono con stretti nodi e quindi lo frustarono a lungo con sferze e sotto i colpi egli proclamava continuamente la vera fede in Cristo. Allora i pagani impazzirono di rabbia a causa della sua fede, poiché egli continuava a chiedere l’aiuto di Cristo.
Essi lo colpirono con i giavellotti per loro divertimento, finché fu crivellato dai colpi, somigliando ad un porcospino, così come era stato di San Sebastiano. Allorché Hingwar, il marinaio pagano, vide che il nobile re non avrebbe rinnegato Cristo, ma con fede ferma Lo invocava sempre, ordinò ai suoi di decapitarlo, cosa che essi fecero. Poiché egli continuava ancora ad invocare Cristo, i pagani lo trascinarono via per trucidarlo e gli spiccarono la testa dal busto con un solo colpo e la sua anima salì gioiosamente al Cielo. Ci fu un tale lì vicino, che Dio stava nascondendo ai pagani, che aveva visto tutto questo e lo raccontò più tardi proprio come noi lo raccontiamo ora.»
Il culto
La sua morte segna la fine del regno dell’Estanglia, ma l’Inghilterra si riempie del suo nome. Il giovane re sconfitto diventa una bandiera. Prima che finisca il secolo, una moneta coniata durante il suo regno viene già chiamata “penny di sant’Edmondo”.
Già santo, già canonizzato dai compatrioti; e più tardi la Chiesa lo proclamerà patrono d’Inghilterra.
Il suo corpo avrà definitiva sepoltura a Beadoricesworth, che oggi si chiama Bury St. Edmund (a circa 50 km da Cambridge).
Al suo nome si è intitolata una congregazione di sacerdoti inglesi, i “Preti di sant’Edmondo”.
Leggenda
Si tramanda che durante il suo regno era solito prelevare direttamente dalle dispense reali viveri e beni, da donare ai suoi amati sudditi per fare fronte ai duri inverni inglesi. Per questo ricordo è considerato da molti il patrono dei regali. (Fonte santiebeati.it – Domenico Agasso – it.wikipedia.org)