Commemorazione di san Cornelio centurione, che fu battezzato da san Pietro Apostolo a Cesarea in Palestina, primizia della Chiesa dei gentili.
La vita
Era un centurione romano noto come uomo pio e timorato, che pregava ed era generoso nelle elemosine. La sua residenza era a Cesarea di Palestina, sede del governatore romano e apparteneva alla coorte detta «Italica».
Gli Atti degli Apostoli narrano che mentre un giorno verso le tre del pomeriggio, pregava Dio desideroso di conoscerne la volontà, ebbe la visione di un angelo che gli disse di mandare degli uomini a Giaffa (Ioppe) per invitare nella sua casa un uomo di nome Simone detto anche Pietro, il quale l’avrebbe istruito su quanto chiedeva.
Cornelio inviò allora due servitori ed un soldato alla sua ricerca. Pietro l’Apostolo, che era in visita alle Chiese della Giudea, aveva nel frattempo avuto una visione simbolica che gli chiariva la volontà di Dio sull’ammissione dei Gentili nella Chiesa. Pertanto incontrati i messi di Cornelio, accettò l’invito e venne a Cesarea nella sua casa. Entrato, si mise a predicare il Vangelo e mentre parlava lo Spirito Santo scese su tutti i presenti, manifestandosi con il dono delle lingue. Da qui ebbe inizio l’evangelizzazione dei «gentili». (Avvenire)
Martirologio Romano: Commemorazione di san Cornelio centurione, che fu battezzato da san Pietro Apostolo a Cesarea in Palestina, primizia della Chiesa dei gentili.
Di Cornelio si parla negli ‘Atti degli Apostoli’ cap. 10, egli era un centurione romano noto come uomo pio e timorato, che pregava ed era largo di elemosine.
La sua residenza era a Cesarea di Palestina, sede del governatore romano e apparteneva alla coorte detta ‘Italica’; è probabile che sapesse del cristianesimo e che il suo cuore fosse turbato e alla ricerca di Dio, non accontentandosi più degli dei pagani.
E mentre un giorno verso le tre del pomeriggio, pregava Dio desideroso di conoscerne la volontà, ebbe la visione di un angelo che chiamandolo per nome, gli disse che le sue preghiere e le sue elemosine erano gradite a Dio, e poi gli disse di mandare degli uomini a Giaffa (Ioppe) ad invitare nella sua casa, un uomo di nome Simone detto anche Pietro, che era ospite di un certo Simone conciatore, nella sua casa in riva al mare, il quale l’avrebbe istruito su quanto chiedeva.
Cornelio inviò allora due servitori ed un soldato alla sua ricerca; Pietro l’Apostolo, che era in visita alle Chiese della Giudea, aveva nel frattempo avuta una visione simbolica che gli chiariva la volontà di Dio sull’ammissione dei Gentili nella Chiesa.
Pertanto incontrati i messi di Cornelio, accettò l’invito e venne a Cesarea nella sua casa. Cornelio attorniato dai familiari, quando lo vide, lo accolse con gli onori dovuti ad un inviato di Dio, prostrandovisi davanti, ma Pietro lo esortò ad alzarsi dicendo. – “Alzati anche io sono un uomo!”, quindi entrato prese a predicare di Gesù il Risorto “per il quale ottengono la remissione dei peccati, tutti coloro che credono in Lui”.
Mentre proseguiva nel suo parlare apostolico, ecco lo Spirito Santo scendere su tutti i presenti, manifestandosi con il dono delle lingue. Dietro il verificarsi di questa nuova Pentecoste, Pietro comprende chiaramente la volontà di Dio, quindi li battezza aggregandoli alla Chiesa, senza la prescritta circoncisione della legge mosaica, per cui anche i pagani potevano così essere ammessi nella nuova religione. Inizialmente invece sembrava riservata solo agli ebrei circoncisi.
Da qui parte l’inizio ufficiale dell’evangelizzazione dei Gentili e della loro ammissione “non come ospiti e forestieri, ma come cittadini e membri della famiglia di Dio”. A questo punto finisce la narrazione apostolica che riguarda Cornelio il centurione. Tutto quanto poi si sa sul suo futuro, non ha carattere di certezza, anzi è argomento di diverse interpretazioni fra la Chiesa latina e la Chiesa Greca, che nei suoi ‘Menologi’ lo classifica a volte come vescovo a volte come martire.
La sofferenza per la fede
Egli certamente soffrì per la fede in Skepsi in Misia, dove i greci lo pongono se non come vescovo, come ‘prefetto’ ecclesiastico di quella città. Con la sua predicazione ‘testimoniò’ unitamente ai patimenti, quel Gesù che così prodigiosamente gli si era rivelato.
Le sue sofferenze inflitte da Demetrio prefetto della città, ebbero fine quando questi, veduti i miracoli operati dal centurione, anche in favore di sua moglie e del figlio. Si convertì al cristianesimo e non solo lo liberò dal carcere, ma lo ricoprì di onori.
Quindi Cornelio fu si incarcerato, ma poi morì in pace; tutti i menologi greci portano la sua ricorrenza al 13 settembre. La sua casa, tramutata in chiesa, fu visitata dalla matrona romana santa Paola, alla fine del IV secolo, nel suo pellegrinaggio in Terra Santa, descritto da s. Girolamo.
Inoltre la Chiesa Greca lo ricorda insieme con i santi martiri Demetrio, la moglie Evanzia e il figlio Demetriano, convertiti da Cornelio. La Chiesa Latina lo ricordava da solo il 12 febbraio, i vari ‘Martirologi’ occidentali lo qualificavano come vescovo di Cesarea di Palestina, ma il silenzio su ciò di autorevoli storici ecclesiastici dell’antichità. Come Eusebio di Cesarea e Origine, tanto legati a Cesarea, non fa confermare questo episcopato.
La recente edizione del ‘Martyrologium Romanum’ porta s. Cornelio il centurione al 20 ottobre.