Pietro Canisio, in olandese Pieter Kanijs, è stato il primo gesuita della provincia germanica. Nel 1925 è stato proclamato santo e dottore della Chiesa da papa Pio XI.
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Martirologio Romano: San Pietro Canisio, sacerdote della Compagnia di Gesù e dottore della Chiesa, che, mandato in Germania, si adoperò strenuamente per molti anni nel difendere e rafforzare la fede cattolica con la predicazione e con i suoi scritti, tra i quali il celebre Catechismo. A Friburgo in Svizzera prese infine riposo dalle sue fatiche.
Pietro nasce a Nimega in Olanda l’8 maggio del 1521 . Era figlio di Giacomo ed Egidia Houweningen, pii e nobili signori. Già da piccolo, dimostrava la sua inclinazione alla pietà imitando le cerimonie sacre.Successivamente il padre lo mandò all’università cattolica di Colonia, dove progredì rapidamente negli studi, ma specialmente nella via della santità.
A Colonia incontra il Beato Pietro Faboro, uno dei cofondatori della Compagnia di Gesù. Proprio lui gli consigliò di entrare nella medesima compagnia.
Lottò soffrì molto per seguire la sua vocazione , ma la sua costanza fu coronata brillantemente. Pietro fu uno dei primi figli di Sant’Ignazio da Loyola, ma un figlio preziosissimo: fondò vari collegi, fu provinciale di Germania, partecipò a tre Congregazioni Generali, intervenne al Concilio Tridentino ed ebbe altri delicati uffici. Conquistò e formò altri degnissimi figli al nuovo ordine.
Dotato del dono della sacra eloquenza, ed assistito dalla divina grazia, illuminava le menti, toccava i cuori e muoveva le volontà nella via della giustizia, operando prodigi di grazia.
Per parecchi anni fu il predicatore della Cattedrale di Vienna e tenne innumerevoli missioni in altre città; fu il difensore della dottrina cattolica in cinque congressi contro gli errori di Lutero.
Fra i molteplici suoi scritti primeggia il «Catechismo», opera latina che godette dell’universale ammirazione. L’opera, si divulgò e fu adottata in tutto il mondo cattolico. In essa sono esposte in forma facile e chiara le prime verità cristiane, e si difende strenuamente la morale cattolica contro gli assalti dei novatori.
Il filo d’oro che raccolse e radunò tanta forza e tanta attività in quest’uomo santo, che lo rese così attivo, fu il suo spirito di orazione: questo era l’anima del suo apostolato. Egli è maestro di vita interiore. Questa sua vita d’unione divina culmina con la visione del Sacro Cuore, avuta nella Basilica Vaticana.
Nonostante fosse ammirato da principi e papi, si reputava, con umiltà, l’ultimo di tutti. Rifiutò per ben tre volte di diventare il vescovo di Vienna.
Morì il 21 dicembre 1597 a Friburgo in Svizzera, doveva aveva fondato un colleggio.
Nel 1925 è stato proclamato santo e dottore della Chiesa da papa Pio XI.
Avendo con la sua penna servito degnamente la Santa Chiesa, questa lo premiò coll’aureola di Dottore.
Fonte www.santodelgiorno.it
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