San Pietro Canisio, in olandese Pieter Kanijs, è stato il primo gesuita della provincia germanica. Nel 1925 è stato proclamato santo e dottore della Chiesa da papa Pio XI.
Pietro nasce a Nimega in Olanda l’8 maggio del 1521; era figlio di Giacomo ed Egidia Houweningen, pii e nobili signori.
Già da piccolo, dimostrava la sua inclinazione alla fede e al sacerdozio imitando le cerimonie sacre. Successivamente il padre lo mandò all’università cattolica di Colonia, dove progredì rapidamente negli studi, ma specialmente nella via della santità.
Nella città tedesca frequentò i monaci Certosini di santa Barbara, un centro propulsivo di vita cattolica.
Entrò nella Compagnia di Gesù l’8 maggio 1543 a Magonza, dopo aver seguito un corso di esercizi spirituali sotto la guida di san Pietro Favre, uno dei primi compagni di sant’Ignazio di Loyola.
Fu ordinato sacerdote nel giugno 1546 a Colonia e l’anno seguente, come teologo del Vescovo di Augusta card. Otto Truchsess von Waldburg, fu presente al Concilio di Trento, dove collaborò con due confratelli, Diego Laínez e Alfonso Salmerón.
Nel 1548, sant’Ignazio gli fece completare a Roma la formazione spirituale e lo inviò poi nel Collegio di Messina a esercitarsi in umili servizi domestici. Conseguì poi a Bologna il dottorato in teologia il 4 ottobre 1549.
Fu destinato da sant’Ignazio all’apostolato in Germania. Il 2 settembre 1549 fece visita a Papa Paolo III a Castel Gandolfo e dopo l’incontro si recò a pregare nella Basilica di San Pietro. Qui implorò l’aiuto dei grandi Santi Apostoli Pietro e Paolo, che dessero efficacia permanente alla Benedizione Apostolica per il suo grande destino, per la sua nuova missione.
Nel suo diario annotò alcune parole di questa preghiera. Dice:
«Là io ho sentito che una grande consolazione e la presenza della grazia mi erano concesse per mezzo di tali intercessori (dei due Apostoli). Essi confermavano la mia missione in Germania e sembravano trasmettermi, come ad apostolo della Germania, l’appoggio della loro benevolenza. Tu conosci, Signore, in quanti modi e quante volte in quello stesso giorno mi hai affidato la Germania per la quale in seguito avrei continuato a essere sollecito, per la quale avrei desiderato vivere e morire.»
La sua missione si svolse al tempo della Riforma luterana, nel momento in cui la fede cattolica nei Paesi di lingua germanica, davanti al fascino della Riforma, andava scemando. Era un compito quasi impossibile quello di Canisio, incaricato di rivitalizzare e rinnovare la fede cattolica in quei luoghi. Era possibile solo in forza della preghiera.
Per molti anni operò nel Ducato di Baviera; poi fu decano, rettore e vicecancelliere dell’Università di Ingolstadt, dove curò la vita accademica nell’Istituto e la riforma religiosa e morale del popolo.
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Successivamente fu a Vienna, dove per breve tempo fu amministratore della Diocesi e svolse il ministero pastorale negli ospedali e nelle carceri, sia nella città sia nelle campagne e preparò la pubblicazione del suo Catechismo (opera latina che godette dell’universale ammirazione e presto si divulgò e fu adottata in tutto il mondo cattolico; in essa sono esposte in forma facile e chiara le prime verità cristiane, e si difende strenuamente la morale cattolica contro gli assalti dei novatori). Nel 1556 fondò il Collegio di Praga e, fino al 1569, fu il primo superiore della provincia gesuita della Germania superiore.
Stabilì nei Paesi germanici una fitta rete di comunità del suo Ordine, specialmente di Collegi, che furono punti di partenza per la riforma cattolica, per il rinnovamento della fede cattolica.
In quel tempo partecipò anche al colloquio di Worms con i dirigenti protestanti, tra i quali Filippo Melantone; nel 1558 fu Nunzio pontificio in Polonia; partecipò alle due Diete di Augusta del 1559 e del 1565; accompagnò il card. Stanislao Osio, legato di Papa Pio IV presso l’Imperatore Ferdinando nel 1560; intervenne nel 1562 alla sessione finale del Concilio di Trento dove parlò sulla questione della Comunione sotto le due specie e dell’Indice dei libri proibiti.
Nel 1580 si ritirò a Friburgo in Svizzera dove si dedicò alla predicazione e alla composizione delle sue opere scritte.
La forza per tante attività apostoliche derivavano da un profonda vita di preghiera; ebbe anche una visione mistica del Sacro Cuore nella Basilica Vaticana.
Nonostante fosse ammirato da principi e papi, si reputava, con umiltà, l’ultimo di tutti; rifiutò per ben tre volte di diventare il vescovo di Vienna.
Morì il 21 dicembre 1597 a Friburgo in Svizzera,
Nel 1925 è stato proclamato santo e dottore della Chiesa da papa Pio XI; inoltre è il patrono della Germania.
O Dio, che hai suscitato in mezzo al tuo popolo san Pietro Canisio, sacerdote pieno di carità e sapienza, per confermare i fedeli nella dottrina cattolica, concedi a quanti cercano la verità, la gioia di trovarti e a coloro che credono, la perseveranza nella fede. Amen.
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