Etimologia: Piero = accorciativo e dimin. di Pietro
Emblema: Bastone pastorale
Nasce a Ravenna verso l’anno 1000 da una buona famiglia, forse in decadenza.
Rimase orfano di entrambi i genitori in giovanissima età. Fu allevato dapprima dalla sorella maggiore Rodelinda. Poi lo accolse in casa il fratello secondogenito, del quale non conosciamo il nome, che lo costrinse a durissimi servizi e lo maltrattò.
Lasciò poi la casa del fratello malvagio e venne accolto dal fratello più grande Damiano, arciprete. Probabilmente per riconoscenza verso questo fratello Piero aggiungerà al suo nome “Damiani”, cioè “di Damiano”.
Studiò a Faenza e successivamente divenne maestro a Parma. Divenne probabilmente sacerdote intorno al 1034.
L’ingresso nella vita monastica avvenne quando conobbe a Ravenna due eremiti di Fonte Avellana (Umbria). Attratto dalla loro umile e composta modestia, li seguì nel loro eremo e vi si fece monaco. Era probabilmente l’anno 1035; Pier Damiani aveva compiuto 28 anni.
Divenne prima maestro e poi divenendone abate. Divideva il tempo nella preghiera, nello studio della Sacra Scrittura e nella penitenza, mostrandosi ai giovani figli modello sublime in ogni virtù. Quando l’attrattiva del comodo vivere veniva ad istigarlo andava prontamente a tuffarsi nell’acqua gelata e vi rimaneva finché le membra fossero intirizzite dal freddo. Il suo amore alla povertà gli faceva preferire le vesti più sdrucite.
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Fondò vari romitaggi, dai quali uscirono importanti figure di santi che servirono egregiamente a risollevare la moralità di quei tempi, così decaduta.
San Pier Damiani nonostante la sua vita ritirata, non poté sottrarsi ai disegni che Papa Stefano IX aveva su di lui: lo creò difatti cardinale e vescovo di Ostia.
Dio lo aveva chiamato per servire e risollevare la moralità della Chiesa. Ebbe importanti e delicate missioni in Europa; in Germania riuscì a distogliere l’imperatore Enrico IV dal proposito di divorzio. Era apprezzato e ascoltato tra nobili e uomini del clero. Ma non era la vita che voleva.
Dopo continue suppliche al Santo Pontefice, per far accettare le sue dimissioni dalla carica prelatizia e concedergli il ritorno nella pace solitaria del monastero, il Papa accettò.
Si chiuse in una cella, spese i suoi giorni a combattere con dei scritti alcuni abusi che offendevano la santità monastica. Lasciò al mondo cristiano libri di ascetica che rivelano nell’autore l’uomo di talento perspicace, squisito, santo.
Ha uno stile facile e dilettevole e le sue poesie sono giudicate piene di grazia e d’eleganza.
Morirà a Faenza il 23 Febbraio 1072. La Chiesa, riconoscente per i suoi grandi meriti, lo ha proclamato dottore della Chiesa nel 1828.
Fonte santodelgiorno.it
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