Santa Agnese, Vergine e Martire, la quale, sotto Sinfrónio, Prefetto della città di Roma, fu gettata nel fuoco, e questo estintosi per le sue orazioni, fu uccisa con la spada. Il suo nome, dal greco, significa pura.
Nasce a Roma da genitori cristiani, appartenenti ad illustre famiglia patrizia, verso la fine del III secolo. Molto giovane consacrò al Signore la sua verginità.
All’età di dodici anni le sue ricchezze e la sua bellezza indussero molti giovani delle più nobili famiglie romane a domandarla in sposa. Agnese però, fedele alla sua decisione rifiutò sempre ogni proposta di matrimonio. Questi suoi rifiuti però fecero capire che era cristiana e giacché infuriava in quei tempi la persecuzione di Diocleziano, fu accusata ed arrestata.
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La vergine fu condotta al giudice, che, per impressionarla e indurla a rinunciare alla fede di Gesù Cristo, la fece incatenare e le minacciò i più spietati tormenti ma Agnese non si scompose.
Dalle minacce il giudice passò alle carezze e alle lusinghe, credendo forse che queste potessero fare qualche breccia nell’animo di quella tenera fanciulla. Riuscito inutile anche questo tentativo, l’inumano giudice ordinò che fosse condotta in un luogo di prostituzione.
Agnese, compresa del pericolo, ma sicura della grazia di Dio, con dolce arguzia, rivolta al giudice, gli disse:
«Non è il nostro Cristo sì poco amante dei suoi servi, che sia per dimenticarsi di me e per abbandonarmi in questo cimento. Egli stesso è pronto a soccorrere quelli che amano la pudicizia, né permetterà che io perda il dono della verginale integrità».
Sperimentò infatti quanto Gesù l’amasse, poiché un giovane che osò imprudentemente guardarla, fu colpito da tale sprazzo di luce che cadde a terra accecato. Ma la santa poi lo guarì.
Il giudice, avuto notizia del miracolo, la condannò al rogo, ma la tradizione vuole che le fiamme si divisero sotto il suo corpo senza neppur lambirlo ed i suoi capelli crebbero tanto da coprire la sua nudità.
Allora fu condannata a morire per spada. Il carnefice, che non aveva cuore di eseguire la sentenza, usò tutte le lusinghe possibili per rimuoverla dal suo santo proponimento; ma Agnese generosamente rispondeva che non avrebbe mai tradita la fede che aveva giurata al suo Sposo Celeste.
Dopo ciò, si pose per un poco a pregare, e chinò la testa. Il carnefice tremante la uccise. Era circa l’anno 305.
Nell’iconografia è raffigurata spesso con una pecorella o un agnello, simboli del candore e del sacrificio.
Sant’Agnese è la patrona vergini, fidanzate, medici tricologi, soggetti affetti da calvizie, giardinieri, Figlie di Maria, Ordine della Santissima Trinità.
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O ammirabile Santa Agnese, quale grande esultanza provasti quando alla tenerissima età di tredici anni, condannata da Aspasio ad essere bruciata viva, vedesti le fiamme dividersi intorno a te, lasciarti illesa ed avventarsi invece contro quelli che desideravano la tua morte!
Per la grande gioia spirituale con cui ricevesti il colpo estremo, esortando tu stessa il carnefice a conficcarti nel petto la spada che doveva compiere il tuo sacrificio, ottieni a tutti noi la grazia di sostenere con edificante serenità tutte le persecuzioni e le croci con cui il Signore volesse provarci e di crescere sempre più nell’amore a Dio per suggellare con la morte dei giusti una vita di mortificazione e sacrificio. Amen.
Al termine recita il Gloria al Padre.
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