Papa Giovanni Paolo II, al secolo Karol Józef Wojtyła, è stato il 264º papa della Chiesa cattolica e vescovo di Roma, 6º sovrano dello Stato della Città del Vaticano. È il patrono delle famiglie e delle Giornate Mondiali della Gioventù. Si tratta di uno dei più grandi e santi pontefici che la Chiesa abbiamo mai avuto nella storia.
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Karol Józef Wojtyła nasce a Wadowice, in Polonia, il 18 maggio 1920; era il terzo dei tre figli di Karol Wojtyła, ex-ufficiale dell’esercito asburgico. Da giovane veniva chiamato dagli amici e dai familiari “Lolek”.
Sua madre, Emilia Kaczorowska, morì nel 1929 per insufficienza renale e per una malattia cardiaca congenita. Quando Karol, che aveva 9 anni, seppe della notizia disse: «Era la volontà di Dio».
Suo fratello maggiore, Edmund, di professione medico, noto anche come Mundek, morì nel 1932 per aver contratto la scarlattina da un paziente. La sorella Olga, invece, era morta poco dopo la nascita nel 1914, prima ancora, dunque, che Karol nascesse.
Dopo la morte della madre Emilia, suo padre, uomo molto religioso, si impegnò con tutte le forze per fare studiare il figlio Karol. La sua gioventù venne segnata da un intenso rapporto con l’allora numerosa e viva comunità ebraica di Wadowice.
A nove anni riceve la Prima Comunione e a diciotto anni il sacramento della Cresima. Terminati gli studi nella scuola superiore Marcin Wadowita di Wadowice, nel 1938 si iscrisse all’Università Jagellónica di Cracovia.
Quando le forze di occupazione naziste chiusero l’Università nel 1939, il giovane Karol lavorò (1940-1944) in una cava ed, in seguito, nella fabbrica chimica Solvay per potersi guadagnare da vivere ed evitare la deportazione in Germania.
Il padre morì nel 1941.
A partire dal 1942, sentendosi chiamato al sacerdozio, frequentò i corsi di formazione del seminario maggiore clandestino di Cracovia, diretto dall’Arcivescovo di Cracovia, il Cardinale Adam Stefan Sapieha. Nel contempo, è uno dei promotori del “Teatro Rapsodico”, anch’esso clandestino.
Il 29 febbraio 1944, tornando a casa dal lavoro nella cava, fu investito da un camion tedesco, perse coscienza e passò due settimane in ospedale, riportando un trauma cranico acuto, numerose escoriazioni e una ferita alla spalla. Secondo Testimone della Speranza, la biografia scritta da George Weigel, questo incidente e la sopravvivenza ad esso sembrarono a Wojtyła una conferma della propria vocazione religiosa.
Dopo la guerra, continuò i suoi studi nel seminario maggiore di Cracovia, nuovamente aperto, e nella Facoltà di Teologia dell’Università Jagellónica, fino alla sua ordinazione sacerdotale a Cracovia il 1 novembre 1946.
Successivamente, è inviato dal Cardinale Sapieha a Roma, dove conseguì il dottorato in teologia (1948), con una tesi sul tema della fede nelle opere di San Giovanni della Croce. In quel periodo, durante le sue vacanze, esercitò il ministero pastorale tra gli emigranti polacchi in Francia, Belgio e Olanda.
Nel 1948 ritornò in Polonia e fu coadiutore dapprima nella parrocchia di Niegowić, vicino a Cracovia, e poi in quella di San Floriano, in città. Fu cappellano degli universitari fino al 1951, quando riprese i suoi studi filosofici e teologici.
Nel 1953 presentò all’Università cattolica di Lublino una tesi sulla possibilità di fondare un’etica cristiana a partire dal sistema etico di Max Scheler. Più tardi, divenne professore di Teologia Morale ed Etica nel seminario maggiore di Cracovia e nella Facoltà di Teologia di Lublino.
Il 4 luglio 1958, il Papa Pio XII lo nominò Vescovo titolare di Ombi e Ausiliare di Cracovia.
Ricevette l’ordinazione episcopale il 28 settembre 1958 nella cattedrale del Wawel (Cracovia), dalle mani dell’Arcivescovo Eugeniusz Baziak.
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Il 13 gennaio 1964 fu nominato Arcivescovo di Cracovia da Paolo VI che lo creò Cardinale il 26 giugno 1967.
Partecipò al Concilio Vaticano II (1962-65) con un contributo importante nell’elaborazione della costituzione Gaudium et spes. Il Cardinale Wojtyła prese parte anche alle 5 assemblee del Sinodo dei Vescovi anteriori al suo Pontificato.
Nell’agosto del 1978, dopo la morte di Paolo VI, partecipò al conclave che si concluse con l’elezione di Albino Luciani, il patriarca di Venezia, il quale divenne papa Giovanni Paolo I. Avendo 65 anni, Luciani era considerato un pontefice giovane in confronto ai suoi predecessori.
Wojtyła, che allora ne aveva 58, avrebbe potuto attendersi di partecipare nuovamente ad un conclave prima di raggiungere gli ottant’anni, età massima per la partecipazione, ma certo non si sarebbe mai aspettato che il suo secondo conclave si sarebbe tenuto così presto.
Infatti il 28 settembre 1978, dopo solo 33 giorni di pontificato, Giovanni Paolo I morì. Nell’ottobre 1978 Wojtyła fece così ritorno in Vaticano per prendere parte al secondo conclave in meno di due mesi.
Alle 18:18 del 16 ottobre dal comignolo della Sistina si levò la fumata bianca.
Poco meno di mezz’ora dopo, alle 18:45, il cardinale protodiacono Pericle Felici annunciò l’avvenuta elezione. Pare che in un primo momento Wojtyła si volesse chiamare Stanislao I in onore del santo patrono della Polonia: tuttavia, poiché i cardinali gli fecero notare che era un nome che non rientrava nella tradizione romana, Wojtyła scelse Giovanni Paolo II, in ricordo del predecessore e per tener viva la sua memoria.
Pochi minuti più tardi il nuovo papa si presentò alla folla riunita in piazza San Pietro, affacciandosi dalla loggia che sovrasta l’ingresso della basilica di San Pietro in Vaticano.
Contrariamente a quanto previsto dal cerimoniale, decise di rivolgere un discorso di saluto alla folla. Nel suo breve discorso egli si definì come «un nuovo vescovo di Roma… chiamato da un paese lontano» e superò subito le diffidenze degli italiani, che vedevano per la prima volta da lungo tempo un pontefice straniero, dicendo «se mi sbaglio mi corrigerete!», frase rimasta famosa e che suscitò l’applauso dei presenti. Al termine egli impartì la prima benedizione Urbi et Orbi che fu trasmessa in mondovisione.
Il giorno seguente il nuovo pontefice celebrò la messa insieme al Collegio cardinalizio nella Cappella Sistina e il 22 ottobre iniziò solennemente il ministero petrino, quale 264º successore di Pietro apostolo.
Papa Giovanni Paolo II volle iniziare il suo pontificato rendendo omaggio ai due patroni d’Italia: il 5 novembre 1978 visitò Assisi per venerare san Francesco, e successivamente si recò anche alla basilica di Santa Maria sopra Minerva in Roma per venerare la tomba di santa Caterina da Siena.
Il 12 novembre prese possesso, come vescovo di Roma, della cattedra di San Giovanni in Laterano e il 5 dicembre compì la prima visita alle parrocchie della diocesi di Roma iniziando con San Francesco Saverio nel quartiere della Garbatella.
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Il 13 Maggio 1981 in Piazza San Pietro, fu vittima di un attentato dove fu colpita da una pallottola, sparata dalla pistola di Ali Ağca.
Il pontefice ferito è sottoposto a un difficile intervento chirurgico. Si salva e lui attribuisce la salvezza all’intervento della Madonna, apparsa a Fatima, appunto, un 13 di maggio. L’anno successivo, ristabilitosi, si reca in Portogallo a ringraziarla e fa incastonare il bossolo del proiettile nella corona che cinge la testa della Vergine.
La vicenda ha un seguito. Interrogandosi sul senso di quanto accadutogli e su alcune coincidenze e conoscendo il contenuto dell’ultimo dei segreti confidati dalla Madonna ai pastorelli di Fatima e non ancora svelato, intravede se stesso nei tratti del vescovo vestito di bianco colpito a morte, descritto nel segreto, e collega il tutto a quanto successogli quel 13 maggio.
Per i giovani avvia nel 1985 le Giornate mondiali della gioventù, incontro internazionale di spiritualità e cultura dei giovani cattolici, promosso dalla Chiesa cattolica che si svolge solitamente ogni 2/3 anni in varie parti del mondo, scelte ogni volta dal Santo Padre.
Karol Wojtyla oltre ad esserne l’ideatore, fu presente a ben diciannove di esse, con la partecipazione di milioni di giovani entusiasti e affascinati dalla parola di Dio che egli annuncia senza sconti.
Dall’inizio del suo Pontificato, Papa Giovanni Paolo II ha compiuto 146 visite pastorali in Italia e, come Vescovo di Roma, ha visitato 317 delle attuali 332 parrocchie romane.
I viaggi apostolici nel mondo – espressione della costante sollecitudine pastorale del Successore di Pietro per tutte le Chiese – sono stati 104.
Tra i suoi documenti principali si annoverano 14 Encicliche, 15 Esortazioni apostoliche, 11 Costituzioni apostoliche e 45 Lettere apostoliche.
A Papa Giovanni Paolo II si ascrivono anche 5 libri: “Varcare la soglia della speranza” (ottobre 1994); “Dono e mistero: nel cinquantesimo anniversario del mio sacerdozio” (novembre 1996); “Trittico romano”, meditazioni in forma di poesia (marzo 2003); “Alzatevi, andiamo!” (maggio 2004) e “Memoria e Identità” (febbraio 2005).
Papa Giovanni Paolo II ha celebrato 147 cerimonie di beatificazione – nelle quali ha proclamato 1338 beati – e 51 canonizzazioni, per un totale di 482 santi. Ha tenuto 9 concistori, in cui ha creato 231 (+ 1 in pectore) Cardinali. Ha presieduto anche 6 riunioni plenarie del Collegio Cardinalizio.
Dal 1978 ha convocato 15 assemblee del Sinodo dei Vescovi: 6 generali ordinarie (1980, 1983, 1987, 1990; 1994 e 2001), 1 assemblea generale straordinaria (1985) e 8 assemblee speciali (1980, 1991, 1994, 1995, 1997, 1998 e 1999).
Nessun Papa ha incontrato tante persone come Giovanni Paolo II: alle Udienze Generali del mercoledì (oltre 1160) hanno partecipato più di 17 milioni e 600mila pellegrini, senza contare tutte le altre udienze speciali e le cerimonie religiose (più di 8 milioni di pellegrini solo nel corso del Grande Giubileo dell’anno 2000), nonché i milioni di fedeli incontrati nel corso delle visite pastorali in Italia e nel mondo; numerose anche le personalità governative ricevute in udienza: basti ricordare le 38 visite ufficiali e le altre 738 udienze o incontri con Capi di Stato, come pure le 246 udienze e incontri con Primi Ministri.
Giovanni Paolo II espresse pubblicamente più volte richieste di perdono per quelli che considerava come i peccati commessi da cattolici durante i secoli. Di seguito sono elencate alcune delle occasioni.
Negli ultimi anni della sua vita aveva avuto molti problemi di salute, iniziati lentamente dopo l’attentato. Fra i mali che lo misero di più a dura prova ci fu il Parkinson, partito con un lieve tremore della mano sinistra, progredì nel tempo, rendendo sempre più difficoltosi i movimenti e la pronuncia delle parole.
Con l’avanzare dell’età fecero comparsa anche problemi osteoarticolari, tra cui un’artrosi acuta al ginocchio destro, che a partire dal 2002 rese sempre più difficoltoso per il papa il camminare e lo stare in piedi a lungo. Fu costretto per questo a utilizzare prima una pedana mobile e poi una sedia a rotelle.
Nonostante questi disagi, continuò a girare il mondo. Disse di accettare la volontà di Dio che lo faceva papa e così rimase determinato a mantenere la carica fino alla morte, o finché non sarebbe diventato mentalmente inabile in maniera irreversibile. Coloro che lo hanno incontrato dicono che, sebbene provato fisicamente, sia sempre stato perfettamente lucido.
Il 30 marzo, mercoledì, il Papa apparve per l’ultima volta in pubblico: si affacciò sulla finestra su piazza San Pietro ma per poco tempo. Tentò di parlare ma al posto delle parole emise solo un prolungato respiro e per la rabbia diede un pugno sul leggio (immagine passata alla storia).
Il 2 aprile 2005, dopo due giorni dal peggioramento del suo stato di salute a causa di un’infezione dell’apparato urinario, Giovanni Paolo II si spense alle ore 21:37, mentre volgeva al termine il sabato e si era già entrati nel giorno del Signore, Ottava di Pasqua e Domenica della Divina Misericordia.
Da quella sera e fino all’8 aprile, quando hanno avuto luogo le Esequie del defunto Pontefice, più di tre milioni di pellegrini sono confluiti a Roma per rendere omaggio alla salma del Papa, attendendo in fila anche fino a 24 ore per poter accedere alla Basilica di San Pietro.
I solenni funerali in Piazza San Pietro e la sepoltura nelle Grotte Vaticane seguono l’8 aprile. Davanti alla sua bara, esposta in San Pietro, sfilano più di tre milioni di pellegrini.
Papa Benedetto XVI lo proclama beato nel Maggio 2011. Viene canonizzato il 27 aprile 2014, insieme a Giovanni XXIII, da Papa Francesco.
(Fonte it.wikipedia.org/Panorama.it)
LEGGI: Quella preghiera dedicata alla Madonna di Lourdes di Giovanni Paolo II
O Trinità Santa, ti ringraziamo per aver donato alla Chiesa san Giovanni Paolo II e per aver fatto risplendere in lui la tenerezza della Tua paternità, la gloria della Croce di Cristo e lo splendore dello Spirito d’amore.
Egli, confidando totalmente nella Tua infinita misericordia e nella materna intercessione di Maria, ci ha dato un’immagine viva di Gesù Buon Pastore e ci ha indicato la santità come misura alta della vita cristiana ordinaria quale strada per raggiungere la comunione eterna con Te.
Concedici, per sua intercessione,
secondo la Tua volontà, la grazia che imploriamo (CHIEDERE…). Amen.
Padre Nostro – Ave Maria – Gloria
Redazione Papaboys
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