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Giovanni Canzio, nasce il 23 Giugno 1390 a Kety (una cittadina polacca a sud-ovest di Cracovia). Intraprende gli studi con risultati brillanti e a 27 anni è docente di filosofia.
Poi intraprende anche studi di teologia, e a 34 anni viene ordinato sacerdote, ma continua a insegnare per alcuni anni, perché questa è la sua passione.
Più tardi viene inserito nel clero della collegiata di San Floriano in Cracovia (una chiesa che è stata costruita nel XII secolo in un paese ancora di campagna, poi raggiunto e assorbito dallo sviluppo della città, divenuta capitale della Polonia).
Compie una breve esperienza parrocchiale in provincia e poi torna a stabilirsi nuovamente a Cracovia, risalendo sull’amata cattedra universitaria. In qualità di precettore dei prìncipi della casa reale polacca, talvolta non poteva esimersi dal partecipare a qualche festa mondana.
Un giorno si presentò a un banchetto in abiti dimessi e venne messo alla porta da un domestico. Giovanni andò a cambiarsi d’abito e tornò alla villa dove si dava il ricevimento. Questa volta poté entrare, ma durante il pranzo un malaccorto inserviente gli rovesciò un bicchiere sul vestito. Giovanni sorrise rassicurante: “È giusto che anche il mio abito abbia la sua parte: è grazie a lui che sono potuto entrare qui“.
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Giovanni ama la strada quanto la cattedra, gli affamati di sapere e gli affamati di pane. Ama la strada, poi, come “luogo” tipico dei poveri, sempre alla ricerca di un aiuto.
E sul loro percorso amaro, i poveri di Cracovia incontrano spesso Giovanni il Professore; lo vedono entrare nei loro miseri rifugi, portando loro quello che spesso è necessario a lui. Ne sfama tanti, non con le ricchezze che non possiede, ma con la sua paga di insegnante e con i suoi digiuni. E poi la strada, per lui, è quella del pellegrinaggio. Il suo viaggio più lungo è quello in Terrasanta, compiuto a piedi fin dov’era possibile. Poi va pellegrino a Roma. Per quattro volte. E sempre assolutamente a piedi, andata e ritorno.
Giovanni diventa anche il consigliere e il sostenitore dei suoi concittadini più indifesi e soli.
Fu autorevole maestro quando siedeva in cattedra, gli si attribuiscono anche commenti alla Bibbia e a san Tommaso.
Muore durante la Messa della vigilia di Natale del 1473. Ma ciò che spinge la gente di Cracovia a “gridarlo santo” dopo la morte sono le lezioni di amore che teneva lungo le strade e nelle case, tra malnutriti e ammalati.
Nel 1600, papa Clemente VIII lo proclama venerabile, e il suo corpo viene più tardi trasferito nella chiesa di Sant’Anna in Cracovia.
Nel 1767, papa Clemente XIII lo iscrive tra i santi. Al ricordo di Giovanni è consacrata una cappella nella chiesa di San Floriano, dove a metà del XX secolo iniziava il suo servizio di vicario parrocchiale il giovane sacerdote Karol Wojtyla.
È stato proclamato patrono dell’arcidiocesi di Cracovia, degli insegnanti delle scuole cattoliche e della “Caritas”. (fonte santiebeati.it)
Concedi a noi, Signore, di progredire nella sapienza dei santi,
sull’esempio del tuo sacerdote san Giovanni,
perché, esercitando assiduamente la carità verso i nostri fratelli,
nella sera della vita siamo accolti tra le braccia della tua misericordia. Amen.
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