Testimonium

Il Santo di oggi 23 Gennaio: Beata Benedetta Bianchi Porro, la laica che portò la croce (Preghiera per una Grazia)

Oggi la Chiesa ricorda la Beata Benedetta Bianchi Porro

Beata Benedetta Bianchi Porro è stata una giovane laica e studentessa italiana dichiarata venerabile per la fede e il comportamento morale improntato al Vangelo e mantenuti in vita attraverso le sofferenze. L’8 novembre 2018 Papa Francesco l’ha proclamata beata.

Ai sofferenti di oggi, ai tanti disperati che faticano a trovare un senso per l’esistere e un motivo che permetta di affrontare il dolore, Benedetta offre la sua testimonianza fatta di passione per la vita, di una fitta rete di rapporti umani, di un’incrollabile fiducia nell’Amore.

La vita

Benedetta è nata l’8 agosto 1936 a Dovadola, piccolo paese in provincia di Forlì; era figlia dell’ingegner Guido Bianchi Porro e da Elsa Giammarchi. Con il nome di Benedetta Bianca Maria venne battezzata nella chiesa della Santissima Annunziata cinque giorni più tardi. Benedetta è la seconda di sei figli.

Fin da piccolissima la sua vita è stata toccata dalla sofferenza, a tre mesi di vita fu colpita dalla poliomelite che la lasciò “zoppetta”, con la gamba destra un pochino più corta della sinistra e menomata.

La sensibilità che la caratterizza fin dalla fanciullezza si accompagna alla sua intelligenza e all’essere volitiva. Trascorreva le sue giornate frequentando la scuola elementare, giocando con gli altri bambini, tuttavia era sensibile e riflessiva sul miracolo della

vita che trionfa in tutte le cose, nei fiori, nei prati pieni di sole e nella sua piantina di ciliegio che innaffiava quotidianamente. Il legame con il nonno materno abitante a Dovadola insieme all’ambiente naturalistico immerso nell’Appennino Tosco-Romagnolo la motivarono ad apprezzare il paese natìo, ma il trasferimento a Forlì della famiglia nel 1945 segnò il cambiamento con la vita in città nella quale completò gli studi alle elementari, poi alle scuole medie e infine al Ginnasio.

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A tredici anni iniziò a perdere progressivamente l’udito, ma un nuovo cambiamento l’aspettava, perché la famiglia nel 1951 si trasferì a Sirmione del Garda, trovando sempre un ambiente naturalistico che la giovane apprezzava molto, la cui piacevole visuale si affiancava alla passione per lo studio e per il pianoforte che suonava nel tempo libero.

La sofferenza la toccò di nuovo ed fu costretta, ancora adolescente, ad indossare un busto per evitare la malformazione della schiena. A quindici anni la sordità era quasi totale e pure la capacità motoria era ridotta, dovendosi aiutare con un bastone nella deambulazione.

Il proseguo degli studi all’università dove si iscrisse a Medicina le consentì di autodiagnosticarsi il male che l’affliggeva da tempo: neurofibromatosi diffusa.

Nel 1957 si sottopose ad un intervento chirurgico alla testa per il quale le rasero il capo.

Benedetta Bianchi Porro: vita e preghiera (Vatican News)

Due anni più tardi Benedetta sostenne l’ultimo esame all’Università, fra mille difficoltà nella sua salute; durante l’estate fu operata al midollo spinale con esito infausto perché rimase paralizzata agli arti inferiori e dalla poltrona passò al letto, inferma, nel quale rimase per oltre quattro anni.

Gradatamente perse il gusto, il tatto e l’odorato. Dal suo letto nel quale era costretta Benedetta riceveva gli amici, alcuni di Gioventù studentesca, ai quali era tanto legata e dai quali riceveva conforto e insegnava a loro nella fede mostrando il progresso del suo cammino spirituale nella sofferenza.

I due pellegrinaggi a Lourdes con l’Unitalsi contribuirono ad una fede sempre più profonda, che penetrava il Mistero di Dio, affidandosi ogni giorno sempre di più alla croce che dava un senso alla sofferenza provata dal suo corpo, offrendo il suo dolore a Cristo sacrificatosi in Croce.

Tuttavia Benedetta nel suo cammino di fede aveva capito di essere nella ricchezza accettando il criterio di Dio che dà senso a ciascuna persona anche se inferma in un letto.

A febbraio del 1963 Benedetta diventò cieca e le sofferenze fisiche aumentarono d’intensità. Ormai poteva comunicare solo attraverso il palmo della mano destra, l’unica che aveva conservato la sensibilità.

La morte e culto

Benedetta morì a Sirmione il 23 gennaio 1964. Gli ultimi giorni furono per lei molto duri e pieni di dolore tanto da indurla a sperare in una imminente chiamata dello Sposo perché giungesse in fretta per porre fine ai suoi giorni di attesa.

Dopo la morte Benedetta venne trasportata per sua volontà nel cimitero di Dovadola dove venne seppellita e lì rimase fino alla traslazione delle sue spoglie mortali nella tomba fatta preparare nella cappella a lei riservata nella chiesa di Sant’Andrea a Dovadola nel 1969.

Nella sua vita scrisse molto sulla sua esperienza sprituale. Padre David Maria Turoldo per primo curò l’edizione degli scritti di Benedetta Bianchi Porro, che in genere non vanno oltre i brevi appunti. In epoca successiva, anche cardinali e studiosi di spiritualità hanno dedicato a essi introduzioni e commenti. L’attenzione rivolta da vari ambienti cattolici alla sua persona e ai suoi scritti è ben documentata da una ricca bibliografia.

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Preghiera per una grazia alla Beata Benedetta

Signore, commossi Ti ringraziamo
per il dono bello e luminoso
di Benedetta Bianchi Porro.
Attraverso di lei Tu hai seminato
Speranza nelle nostre strade
Povere di speranza
E ci hai rieducato
Al canto della vita.

Solo Tu potevi trasformare
Una giovane paralizzata
In una guida capace di insegnare a camminare;
solo Tu potevi rendere una cieca
mirabilmente esperta
della strada che conduce
alla Luce, alla Pace
e alla Gioia grata e incontenibile.

Signore, per intercessione di Benedetta
sorella da Te donata
alla nostra povertà di fede,
concedimi la grazia che Ti chiedo
affinché nel cielo della Chiesa
brilli la santità di Benedetta
e susciti in noi nostalgia viva di santità. Amen.

+ Angelo Comastri
Arcivescovo Delegato Pontificio di Loreto

(Si prega di segnalare eventuali “grazie” ottenute per intercessione di Benedetta a: “Fondazione Benedetta Bianchi Porro” – Via Pedriali 18, 47100 Forlì – e-mail: benedetta@benedetta.it)

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