San Giovanni Battista de Rossi, sacerdote, che accolse i poveri e i più emarginati, insegnando loro la sacra dottrina.
Giovanni Battista de’ Rossi nasce il 22 febbraio 1698, a Voltaggio (Alessandria); viene al mondo in una famiglia genovese, rispettabile ma decaduta.
Chi lo avvicina resta incantato dalla sua intelligenza ma soprattutto dalla sua pietà e dalla dolcezza del suo carattere. Alla morte del padre, alcuni sacerdoti, parenti o amici di famiglia, lo accolgono per carità e gli fanno proseguire gli studi e, di trasferimento in trasferimento, togliendo così alla famiglia il peso di una bocca in più da sfamare.
Arriva fino a Roma, qui si prepara al sacerdozio. Aiutato da una vocazione che nutre fin da bambino e da un’intelligenza non comune, completa in anticipo gli studi, per cui è necessario ottenere dal papa la dispensa per l’ordinazione sacerdotale. Ma non aspetterà il sacerdozio per buttarsi nell’apostolato.
Gli oratori romani e i gruppi studenteschi lo vedono protagonista attivo: mai con ruolo dirigenziale, solo e sempre come semplice gregario. E proprio tanti giovani saranno presenti alla sua prima messa, quando l’8 marzo 1721 diventa sacerdote
La sua vocazione era sicuramente legata ai giovani, alla catechesi, alle fasce più deboli della Roma del suo tempo, ai malati che visita a domicilio per portare conforto cristiano e sostegno materiale.
Un occhio di riguardo lo vuole avere anche per i confratelli sacerdoti, per i quali fonda la Pia Unione dei Sacerdoti Secolari: sostegno, arricchimento spirituale, aggiornamento culturale. Questo, per un clero che a metà Settecento non brillava per cultura e preparazione teologica.
Nel suo asilo di San Luigi si prendeva cura anche di donne e ragazze senza tetto, di mendicanti e prostitute. Per alcuni anni fu restio a esercitare il ministero della confessione, ma in seguito a un periodo di convalescenza ebbe modo di scoprire il suo carisma per la direzione delle anime. Nel 1731 divenne cappellano in Santa Maria in Cosmedin.
Il resto della sua vita lo trascorse in confessionale. Porterà i romani ad assediarlo nel confessionale per lunghissime ore ogni giorno ed a renderlo ricercatissimo per la direzione spirituale.
C’è chi si domanda come faccia a reggere ad un così intenso ritmo di lavoro apostolico per le strade del quartiere del Campidoglio, sui pulpiti, nei confessionali, nei tuguri della povera gente, al letto degli ammalati. Tanto più che lui stesso non è la salute fatta persona, soggetto com’è a frequenti crisi epilettiche e tormentato da una fastidiosa malattia agli occhi.
La sua vita vorticosa e la sua inarrestabile carità rappresentano il trionfo della volontà sulla fragilità fisica, dell’impegno apostolico sui limiti imposti dalla malattia.
Nato da famiglia umile e povera, tale sceglie di restare fino alla morte, che sopraggiunge il 23 maggio 1764, ad appena 66 anni.
Viene beatificato da Pio IX nel 1860 e proclamato santo da Leone XIII nel 1881.
Fonte santiebeati.it – Gianpiero Pettiti
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