LEGGI: Lettura e commento al Vangelo di oggi
Mentre in Italia, e soprattutto nel Meridione, è tutto un fermento di indipendentismo che alimenta rivoluzioni e disordini.
Nasce il 1 Dicembre 1831 a Pagani, in provincia di Salerno. È il settimo degli otto figli di una famiglia agiata e molto in vista: suo papà è farmacista, sua mamma una nobildonna, ma a 10 anni è già orfano di entrambi i genitori.
Nel 1839 a Pagani si festeggia solennemente la canonizzazione di Alfonso Maria de’ Liguori e lui disse, a soli 8 anni: “sarò prete anch’io”.
Le prime difficoltà verso la vocazione nascono proprio in casa, dove il fratello maggiore e uno zio paterno sono già preti, perchè due vocazioni in una casa sono ritenute più che sufficienti.
Senza contare che su di lui si concentrano le speranze per la continuità della dinastia e l’amministrazione dell’ingente fortuna di famiglia. Ci riuscirà a seguire la sua chiamata.
A 16 anni entra in seminario e a 24 anni è ordinato sacerdote. Pochi giorni dopo ha già aperto in casa sua una scuola privata, mentre in una vecchia confraternita istituisce una “cappella serotina”. Usandola come luogo di meditazione, preghiera ed istruzione religiosa per giovani e uomini di ogni grado e condizione sociale.
Senza volerlo, il giovane prete con queste prime due istituzioni traccia le linee portanti del suo sacerdozio. Ben volentieri lo annoverano tra i Missionari nocerini, impegnati nelle missioni al popolo, perché ha facilità di parola e chiarezza di esposizione. E in questa veste percorre in lungo e in largo i paesi, anche i più sperduti, del Cilento e dell’Irpinia. Fino a quando decide di “mettersi in proprio”, fondando nel 1862 la “Compagnia dell’Apostolato Cattolico del Preziosissimo Sangue di Gesù Cristo” .
Ai sacerdoti che vi aderiscono chiede non solo di predicare le missioni al popolo, ma anche di propagandare la devozione al Sangue di Gesù. Inoltre, di fondare in ogni parrocchia visitata la Pia Unione del Preziosissimo Sangue.
Esattamente 10 anni dopo un’altra intuizione e una seconda opera di carità urgente. La Congregazione delle Figlie della Carità del Preziosissimo Sangue, che vuole in grado di riflettere “la più viva immagine d quella divina carità con cui il sangue fu sparso”.
A loro affida l’educazione, l’istruzione e il mantenimento delle bambine orfane, ma l’inizio, comune a tutte le opere di Dio, è contrassegnato dall’umiltà e dalla piccolezza del granellino di senape. Appena tre suore e sette orfane, al cui mantenimento deve provvedere personalmente lui. “Ha scelto il titolo del Preziosismo Sangue? Ebbene preparati a bere un calice amaro”, gli profetizza il suo vescovo.
Profezia che si avvera quando due sacerdoti rivali, a dimostrazione che l’invidia e la gelosia sono di casa anche nelle sacrestie. Costruiscono a suo danno un castello di accuse infamanti e vergognose. Sente tutta l’amarezza e il peso di questa situazione, che durerà per anni e anni, fino a quando i calunniatori dovranno confessare pubblicamente la loro malignità e il Tribunale ecclesiastico lo proclamerà del tutto innocente.
Ma, come speso accade, le sofferenze morali finiscono per avere anche ripercussioni sul fisico e, don Tommaso Maria Fusco, muore a 59 anni il 24 febbraio 1891, perdonando chi gli aveva procurato tanto dolore.
Il 7 febbraio 2001 Papa Giovanni Paolo II lo ha proclamato beato e ad oggi sembra abbastanza vicina la data della sua canonizzazione.
Fonte www.santiebeati.it – Autore: Gianpiero Pettiti
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