Francesco di Sales è stato un vescovo cattolico francese; è stato proclamato Dottore della Chiesa nel 1887 da Leone XIII. È il patrono dei giornalisti e degli scrittori.
Nasce a Thorens, in Francia, il 21 agosto 1567 in una famiglia nobile. Si formò alla cultura classica e filosofica alla scuola dei Gesuiti, ricevendo al tempo stesso una solida base di vita spirituale. Il padre, che sognava per lui una brillante carriera giuridica, lo mandò all’università di Padova, dove si laureò, ma dove pure portò a maturazione la vocazione sacerdotale.
Ordinato sacerdote il 18 dicembre 1593, fu inviato nella regione del Chablais, dominata dal Calvinismo, e si dedicò soprattutto alla predicazione, scegliendo non la contrapposizione polemica, ma il metodo del dialogo.
Per incontrare i molti che non avrebbe potuto raggiungere con la sua predicazione, escogitò il sistema di pubblicare e di far affiggere nei luoghi pubblici dei “manifesti”. Composti in agile stile di grande efficacia. Questa intuizione, che dette frutti notevoli tanto da determinare il crollo della “roccaforte” calvinista, meritò a San Francesco di essere dato, nel 1923, come patrono ai giornalisti cattolici.
A Thonon fondò la locale Congregazione dell’Oratorio. Il suo contatto con il mondo oratoriano non riguardò tanto la persona di San Filippo Neri, quanto quella di alcuni tra i primi discepoli del Santo, incontrati a Roma quando Francesco vi si recò nel 1598.
Francesco aveva la profonda convinzione che la via della santità è dono dello Spirito per tutti i fedeli, religiosi e laici; si impegno con tutte le sue forze per essere direttore spirituale di tantissime persone. Fu uno dei più grandi direttori spirituali.
La sua azione pastorale – in cui impegnò tutte le forze della mente e del cuore – e il dono incessante del proprio tempo e delle forze fisiche, ebbe nel dialogo e nella dolcezza, nel sereno ottimismo e nel desiderio di incontro, il proprio fondamento.
Il 15 luglio 1602, dopo tre anni come coadiutore a Ginevra, Francesco fu eletto vescovo titolare di Nicopoli, ma dopo soli due mesi, il 17 settembre, morì il vescovo di Ginevra che egli aveva assistito, Claudio di Granier, ancor prima di aver ricevuto l’ordinazione episcopale. Così fu subito chiamato a succedere a Granier come vescovo di Ginevra a pieno titolo, e fu ordinato tre mesi dopo, a dicembre.
Nel suo ministero episcopale, Francesco si spese per l’introduzione nella sua diocesi delle riforme promulgate dal Concilio di Trento. Ginevra rimase comunque nel suo complesso in mano ai riformati, e il nuovo vescovo dovette trasferire la sua sede nella cittadina savoiarda di Annecy, sulle rive del lago omonimo. Fu anche direttore spirituale di san Vincenzo de’ Paoli.
Nel corso della sua missione di predicatore, nel 1604, conobbe a Digione la nobildonna Jeanne-Françoise Frémyot, vedova del barone de Chantal, con la quale iniziò una corrispondenza epistolare e una profonda amicizia che sfociarono nella fondazione dell’Ordine della Visitazione (suore). Ordine che diffuse in tutta la Chiesa la spiritualità del Sacro Cuore di Gesù, soprattutto attraverso le Rivelazioni di Cristo alla visitandina Santa Margherita Maria Alacocque.
L’11 dicembre 1622 a Lione ebbe l’ultimo colloquio con la sua penitente. Qui morì per un attacco di apoplessia il 28 dicembre dello stesso anno, nella stanzetta del cappellano delle Suore della Visitazione presso il monastero.
Il 24 gennaio 1623 la salma fu trasportata ad Annecy e posta alla venerazione dei fedeli nella basilica della Visitation, sulla collina adiacente alla città; in seguito è stato sepolto nella chiesa a lui dedicata nel centro della città.
Il suo cuore incorrotto si trova nel Monastero della Visitazione a Treviso; nel 1665, papa Alessandro VII, lo proclama santo. È uno dei Dottori della Chiesa ed è patrono di: stampa cattolica, giornalisti, scrittori, autori, Piemonte, comunità sorda, salesiani
Fonte santiebeati.it – Autore: Mons. Edoardo Aldo Cerrato CO
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San Francesco di Sales, Vescovo e Dottore della Chiesa, che con la tua vita e la tua parola hai illuminato tante anime guidandole, con forza e dolcezza, per la via delle perfezione evangelica, insegna oggi, anche a noi, a seguire il Signore più da vicino.
Tu che hai detto: “Fate del vostro Salvatore il cuore del vostro cuore”, aiutaci a camminare per le vie dell’amore, perché la nostra fede non sia mai arida e senza ardore, ma sempre animata da quella divina carità che rende sponsale la nostra relazione con il Signore.
Tu che hai detto: “Non chiedete nulla e non rifiutate nulla”, sostieni il nostro desiderio di vivere nell’abbandono fiducioso alla volontà di Dio, certi che tutto è grazia, segno misterioso ma vero dell’amore con cui il Signore accompagna la nostra vita.
Tu che hai detto: “Fra il Vangelo e le vite dei santi, non passa maggior differenza che fra la musica scritta e una musica cantata”, ricordaci la bellezza della santità, la gioia di una vita in tutto e per tutto secondo Dio.
Tu che hai detto: “E’ nella preghiera che impariamo a fare bene quello che facciamo”, accompagnaci ogni giorno perché non dimentichiamo il primato della preghiera, l’importanza di crescere nello spirito dell’orazione che è il vero fondamento della nostra fede.
Tu che hai detto: “Tutto ciò che non è per l’eternità non è altro che vanità”, impedisci che le realtà di questo mondo ci distraggano dal Cielo, meta felice del nostro pellegrinaggio terreno.
Tu che hai detto: “La nostra miseria è il trono della misericordia di Dio”, conservaci nella serena speranza che l’amore di Dio è sempre più grande del nostro povero cuore.
Pastore dolcissimo, intercedi per noi presso il Signore, “Dio del cuore umano”, porta al Suo cospetto i nostri desideri e i nostri propositi, custodiscici nella tua amicizia spirituale. Amen.
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