Etimologia: Firmina = costante, salda nei propositi, dal latino
Emblema: Palma
Martirologio Romano: Ad Amelia in Umbria, santa Firmina, martire.
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Secondo la sua passio, che non è anteriore al sec. VI, Firmina era una vergine romana figlia dello stesso praefectus urbis, Calpurnio.
Un consularis Olimpiade, che aveva tentato di sedurla, fu da lei convertito e diede poi la vita per la fede. Firmina seppellì il martire in un suo fondo detto Agulianus a circa otto miglia da Amelia il 1° dicembre.
Più tardi anche lei subì il martirio sotto Diocleziano e venne sepolta il 24 novembre nello stesso luogo. Venti giorni dopo anche il suo carnefice Ursiano (Ursicinus) si convertì, andò a Ravenna, dove fu battezzato dal prete Valentino e subì il martirio il 13 dicembre, giorno infatti in cui il Martirologio Geronimiano (p. 646) ha la nota a Ravenna Ursicini martyris et Valentini”.
Un altro documento più recente, pur riportando gli stessi elementi della leggenda, suppone invece che Firmina sia sepolta non ad Amelia ma a Civitavecchia il 20 dicembre, mentre in un terzo testo è descritta l’invenzione delle sue reliquie in Amelia verso la fine del IX sec., sebbene da cinquecento anni se ne ignorasse completamente l’ubicazione.
Varie sono le ipotesi sul valore di queste notizie: il Lanzoni dimostra che la duplice redazione indica due diverse celebrazioni della medesima santa, cosa sulla quale non vi possono essere dubbi.
In secondo luogo stabilisce i seguenti dati cronologici del culto della santa in Amelia: esso è anteriore all’invenzione del IX sec., ma posteriore alla redazione del Martirologio Geronimiano, di cui infatti l’autore della passio si serve, ma che ignora completamente l’esistenza di una martire Firmina dell’Umbria o del Lazio.
Per quanto riguarda il nucleo originario della leggenda poi, il Lanzoni propone l’ipotesi della identificazione delle tre vergini e martiri Firmina, Felicissima e Illuminata, tutte e tre venerate in Umbria, ma da ritenersi (come osserva ancora il Lanzoni) nomi simbolici di una sola persona. L’ipotesi è assai probabile: tuttavia, tenendo conto del fatto che la tradizione che abbiamo riportata sembra conservare un ricordo di santi “importati” Firmina dal sud (Roma-Civitavecchia), Ursicino e Valentino dal nord, si può pensare si tratti di una celebrazione locale di reliquie della martire (africana) Firmina che il Geronimiano commemora al 9 e 10 ottobre.
Autore: Giovanni Lucchesi
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