Etimologia: Pacifico = mansueto, mite, significato evidente
Pacifico da San Severino, al secolo Carlo Antonio Divini, è stato un frate minore osservante italiano. Beatificato da Pio V nel 1786, è stato proclamato santo da papa Gregorio XVI nel 1839.
Era figlio di Antonio Maria Divini e Mariangela Bruni e nacque il 1653 a San Severino Marche, in provincia di Macerata. I suoi genitori lo lasciarono orfano poco dopo aver ricevuto la cresima. Aveva solo quattro anni e per la sopraggiunta difficoltà economica della sua nobile famiglia, è affidato allo zio materno, arcidiacono della cattedrale. E, quindi, come attestano varie biografie, un’infanzia solitaria e meditativa, piegata all’intransigente figura dello zio, scandita da frequenti visite di raccoglimento alle chiese della città e ai “sacri altarini” che si costruiva in casa.
Su consiglio dei minori osservanti riformati del convento sanseverinate di Santa Maria delle Grazie, che ne conoscevano l’assiduità alla messa e alla dottrina cristiana e le pratiche caritative, è inviato al convento dell’ordine di Forano (in Attigliano, luogo storico del francescanesimo). Qui nel 1678 riceve l’abito francescano, aveva diciassette anni. Assume il nome di fra’ Pacifico.
Ordinato sacerdote il 4 giugno 1678 e diventa lettore di filosofia (1680-1683) per i giovani aspiranti al sacerdozio del suo Ordine.
Successivamente per 6 anni gira per le Marche , diventa famoso come confessore e predicatore dalla parola semplice e apostolica. Frate esemplare per le sue virtù di obbedienza, zelo, mitezza, osservante del silenzio e dei digiuni, penitente e schivo nei modi, fervoroso nelle orazioni.
San Pacifico è dotato dal Signore di doti eccezionali: spirito profetico, visioni ed estasi, capacità di compiere in nome di Dio miracoli, tra i quali la previsione del terremoto del 1703 e la vittoria di Carlo VI sui Turchi nel 1717.
Successivamente comincia ad essere tormentato da malattie che andarono sempre più peggiorando. Le affronta cristianamente con perfetta letizia e pazienza per 29 anni, dedicandosi alla vita contemplativa.
Nonostante la cecità, la sordità e una piaga inguaribile,viene fatto frate guardiano della sua comunità di Santa Maria delle Grazie a San Severino.
Nel settembre 1705, torna nel convento di San Severino come semplice frate, in pessime condizioni fisiche che gli impedirono nel tempo di celebrare, di confessare e partecipare alla vita comune.
Muore nella sua piccola cella il 24 settembre 1721. Una grande folla di fedeli accorerà per onorare le sue spoglie, custodite nel Santuario a lui intitolato ed eretto accanto al convento francescano. Fonte santodelgiorno.it
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